LI. - Il piano

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- Lo odio –

- Ma vaffanculo -

- Ora succederà un casino -

Furono questi i commenti in sincronia di Giulia, Alessandro e Claudia quando entrammo nel loft.

Mi sedetti con le ragazze al tavolo da pranzo, Orlando sprofondò sul divano del centro, dandoci le spalle e accendendo lo screen, quasi a non voler più partecipare alla conversazione. 

Hugo era in piedi, appoggiato al muro che dava sul corridoio. Aveva uno sguardo spaventato. Riccardo si alzò dal tavolo da pranzo e si avvicinò alla finestra, guardando l'esterno.

Ero così infuriata da mandare al diavolo l'accordo con Orlando e umiliare Riccardo davanti a tutti, spiegando di come aveva fatto la spia,

L'occhiataccia del ragazzo biondo mi impedì di fare quella sciocchezza.

- Beatrice, ci sei? – mi richiamò Claudia – Cosa proponi di fare? –

- Per cosa? –

- Non possiamo fare nulla, Claudia! – alzò la voce Giulia, sconvolta - Non pensi che la situazione sia già abbastanza tragica? –

- Che vi ha detto Cresci? – chiese Riccardo, rivolgendosi a me e Orlando.

- Dovremo sistemare i campi da tennis dopo l'allenamento per tre... o no, scusa, dimenticavo. Cinque settimane. Grazie ad Orlando –

- Taci – la voce arrivò perentoria dal divano. Alle mie parole immaginai che tutti si agitassero, partecipando al mio sconforto, e invece nessuno si scompose.

- Ma come mai? – chiese Giulia, con un lampo di curiosità nei suoi occhi.

- A quanto pare io e la bastarda siamo stati i peggiori del gruppo. Una scusa come un'altra. Come se davvero avesse bisogno di motivi per tormentarci quel vecchio – rispose Orlando, anticipandomi e levandomi dall'imbarazzo.

Nessuno sguardo indagatore, nessuna domanda. Tutti se la bevvero.

- Poteva andarvi peggio – disse Ale, spuntando dal corridoio in quell'istante. La maglia grigia era impregnata di sudore come sempre.

La quantità di allenamenti a cui si sottoponeva mi lasciava esterrefatta. E conoscendo l'attenzione di Cresci alle quantità di allenamento previste, mi sembrava anche molto strano.

- Tu dici? – risposi con un velo di sarcasmo.

Anche se non avevamo più parlato di ciò che era successo quella sera nel bungalow, lui sembrava aver ripreso a comportarsi normalmente, e io l'avevo accettato di buon grado.

Mi sentivo ancora tremendamente in colpa per le accuse che gli avevo rivolto.  

- Novellina, una volta ho pulito cessi per tre settimane di fila. Questo non è niente. Devi essere proprio nelle grazie di Cresci, cazzo. –

Nelle sue grazie? Era difficile da credere. Anche Giulia gli rivolse uno sguardo strano, lui la ignorò.

- Cos'avevi fatto? – chiesi ancora, prima di essere nuovamente interrotta da Giulia.

- Ragazzi, la situazione è seria. Dobbiamo far cambiare idea a Cresci, se no è la fine –

- Non hai appena detto che non c'è soluzione? – puntualizzò l'amica.

- Sì, ma non avevo ancora pensato a Noemi. Può convincere lo staff a far ragionare Cresci –

- Non accetterà mai una simile decurtazione, soprattutto perché non ha fatto niente –

La Fenice 1. Tennis. Misteri. Bugie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora