Un paio d'ore più tardi ero in attesa fuori dal campo 2 immersa in un'atmosfera surreale.
I fari ormai accesi alle sette di sera erano avvolti da un'aureola di nebbiolina chiara.
L'aria era carica di umidità, e il cielo ormai scuro non impediva di notare le nuvole addensate in alto.
Le gradinate erano semivuote. Immaginai che se il tempo non fosse stato così severo, il pubblico sarebbe stato più nutrito.
Hugo e il suo avversario si avvicinarono a rete per stringersi la mano, seguiti dagli applausi sparuti del pubblico.
Quando entrai in campo la ragazza simpatica e alla mano che avevo incontrato solo pochi minuti prima era sparita sul serio.
Eveline Nephew non mostrava un sorriso, era tesa e concentrata mentre tirava dritti tesissimi a filo rete, che affondavano sempre a dieci centimetri precisi dalla riga di fondo.
Non ero preoccupata, sapevo che mi aspettava una partita difficile, ma dopo il riscaldamento ero convinta che batterla sarebbe stata un'impresa.
Guardai sconsolata Marzio al cambio campo. Eveline aveva già infilato due aces al primo turno di battuta. Lui ricambiò inespressivo.
Mentre camminavo per raggiungere l'altra parte del campo lanciai qualche occhiata verso le gradinate. Di Sebastiano non c'era traccia.
Anche se non avrei dovuto, mi sentii sprofondare. Non bastava il tifo dalla mia parte, i miei che mi incitavano, i miei fratelli e i loro applausi rumorosi, Marina e Angela che gridavano il mio nome ad ogni punto. Senza la guida di Sebastiano mi sentivo persa.
Quello che accadde dopo non mi fu ben chiaro, ma la sensazione era simile a quella che si prova a stare su una zattera in un mare infestato da squali.
Qualsiasi movimento era una lotta per la sopravvivenza, ma man mano che i punti andavano avanti mi sembrava di perdere sempre più il controllo della partita.
Feci in tempo a racimolare due game, prima di essere travolta da una serie di colpi letali.
Uscii dal campo poco prima che dal cielo tetro si abbattesse un'acquazzone violento, che gocciolava dagli alti arbusti e sommergeva i campi scoperti sancendo la fine di quella giornata e del mio torneo.
.
- Ancora un'altra... Perfetto. Dieci minuti di pausa – disse la donna davanti a noi.
Ancora un servizio fotografico, ancora la sala quadrata dalle pareti asettiche che si confondeva con il cielo plumbeo.
Ancora pioggia, ormai diventata un sottofondo costante per le nostre orecchie.
Io e Claudia ci sedemmo sfinite, mentre le nostre agenti si scambiavano qualche parola in disparte.
Non avevo accettato con entusiasmo quel servizio fotografico a tema caramelle per la Power, ma non avevo avuto molta scelta.
- Continuano a parlare? – chiese la mia amica, vedendomi pensierosa.
- Hanno avuto il coraggio di dire che ero alla partita di Orlando perché ora ci frequentiamo. Sto cercando di evitare le interviste per concentrarmi sul torneo, ma mi sembra di sortire solo l'effetto contrario –
Non potevo dirle il vero motivo per cui evitavo i contatti con il pubblico, ma in fondo non era importante. Ciò che contava era la massiccia riduzione subita dal mio calendario.
Jade aveva eliminato la maggior parte degli ingaggi e definitivamente tutte le interviste, comprese quelle post partita, per cui aveva avuto molti problemi con la Fenice stessa.
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La Fenice 1. Tennis. Misteri. Bugie.
Mystery / ThrillerFama, bellezza, successo. I ragazzi del gruppo A della Fenice hanno tutto e chiunque vorrebbe essere come loro. Beatrice non fa eccezione: è convinta di non poter essere mai scelta e che Riccardo rimarrá solo la celebritá inarrivabile per cui ha un...