XIV. - Impressioni

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Quando mi svegliai la luce che proveniva dalla finestra mi accecò. All'inizio richiusi subito gli occhi, senza capire cosa fosse accaduto. Poi iniziai a ricordare, e mi resi conto che non sapevo dove fossi. Provai a riaprirli. Era la mia stanza. Era il mio letto.

Mi tirai su pigramente. Nell'aria aleggiava un buon odore di caffè, mentre delle voci confuse provenivano dal soggiorno. La testa mi girava ancora, ma non mi sentivo più così male. Appoggiai i piedi sul pavimento e mi misi in piedi.

Aprii la porta della cucina. Mia madre era seduta, di fronte a lei Jade mi salutò con la mano mentre parlava allo smart. Lo screen era acceso sul canale della Fenice. C'era il mio volto lì davanti, illuminato da un raggio di luce. Era la prima volta che mi imbattevo in quell'immagine. Mi fece uno strano effetto.

- Ben svegliata. Come ti senti? – mi chiese mia madre con un sorriso. La teiera fumante era giá sul tavolo. Mi sedetti accanto a Jade, versai il the e tornai a fissare lo schermo.

- Ho un nodo tremendo allo stomaco – ma almeno non sentivo più quel macigno sulla testa, pensai.
- Cos'è successo ieri sera? –

- Non ti ricordi niente? Sei svenuta nel bagno e Jade ti ha portato a casa. Quando sei tornata deliravi, dicevi di avere la testa che ti scoppiava. Avevi la febbre molto alta –

- Non mi ricordo niente. Mi ricordo solo che ero stanca e avevo freddo. E che ero con Giulia –

- E' stata lei a chiamarmi. È stata davvero gentile. Ricordati di ringraziarla quando andremo alla Fenice –

Sentii suonare alla porta.

- Devono essere i truccatori – disse mia madre, alzandosi. Fenice, truccatori?

- Oh, no. La conferenza stampa. - ebbi un groppo in gola.

- Non mi piace doverti forzare a farlo, ma questo è un incontro davvero molto importante. Se avessi potuto rimandarlo l'avrei già fatto, ma...–

- Lo faccio. Hai ragione, è un impegno importante. Non mi tirerò indietro – dissi, incredula di aver pronunciato davvero quelle parole. Anche lei sorrise stupita.

Un'ora più tardi sfrecciavo per le vie di Verdiana, picchiettando nervosamente le dita delle mani sulle gambe. Continuavo a fissare le pagine dei più importanti giornali nazionali e internazionali dal miniscreen di Jade. Trovavo le mie foto delle vacanze, a scuola, con la mia famiglia... Era strano. Non poteva essere. Non così.

Il mio nome era ovunque e in fondo non mi stupiva, perché ogni anno accadeva la stessa cosa. Ma stavolta in quella foto c'ero io.

Quella ragazza avvolta da un abito nero e fiammeggiante di bronzo ero io, eppure non era come vedersi allo specchio. Non riuscivo a riconoscermi. Non riuscivo a collegare quello che era successo con quello che adesso vedevo. La ragazza fiera che compariva davanti a me, con la musica e le luci e tutto il resto, non sembrava provare il terrore che invece aveva accompagnato me la sera precedente.

Spensi lo schermo.

- Oggi andrà benissimo. La gente ha adorato l'Opening. Per non parlare della tua fuga dalla festa. Gli ospiti non hanno parlato d'altro. Credo che sia stata la febbre più utile della storia - disse Jade, forse per tranquillizzarmi.

Ma io non ci riuscivo. Troppo in fretta. Stava accadendo tutto troppo velocemente. Avevo bisogno di fermarmi un secondo, ricapitolare tutto. Ma non ne avevo il tempo.

E quello smart non faceva altro che vibrare da quando l'avevo riattivato.

Chiamai le mie amiche, poi guardai il resto. Messaggi, centinaia di chiamate da chiunque. Amici, parenti, compagni di classe, erano tutti impazziti. Un senso di fastidio mi prese quando lessi nomi di gente che a malapena mi salutava e che ora mi faceva le congratulazioni come se fossimo amici di vecchia data. Jade lanciò una breve occhiata sullo schermo.

La Fenice 1. Tennis. Misteri. Bugie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora