LXVII. - Incontri cercati

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Un rumore sordo mi svegliò nella notte. Aprii gli occhi. Era tutto buio, mi sentii spaesata. 

Solo dopo qualche secondo mi ricordai dov'ero.Avevo caldo. Era torrido lì dentro.

Rimasi seduta ancora un paio di minuti, con gli occhi semiaperti. Il tremolio del treno che scorreva veloce, brancolando nel buio più fitto, era inquietante. Fuori non si vedeva nulla. Lo smart segnava le quattro del mattino. Era passata solo un'ora, eppure mi sentivo riposata come se avessi dormito per un giorno intero. Dovevo andare in bagno.

Scesi dal letto, sistemando alla meglio la tuta che usavo abitualmente come pigiama. Cercai di infilarmi le scarpe, sicura di riuscirci anche al buio. E invece persi l'equilibrio, finendo completamente nel letto di Claudia. Con mia sorpresa, invece di sentire urla e lamenti, affondai nel materasso vuoto. Claudia non era in camera.

Non ero preoccupata, era un SV senza soste intermedie, non poteva di certo nascondersi, ma mi stupì non trovarla. Magari era solo andata in bagno anche lei. Uscii dalla stanza velocemente per non svegliare Noemi, che russava placidamente sul suo letto, e in pochi attimi mi ritrovai nel corridoio, accecata dalla pioggia di luci provenienti dall'alto. 

Iniziai a camminare verso il bagno, riconoscendo il suono di alcune voci che parlavano con tono concitato ma sommesso. Realizzai subito di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.

- Ma certo! Coinvolgiamo anche Cresci! Magari anche Kahn, no? – disse una voce maschile.

- Sto cercando di fermi venire in mente un'idea! – rispose una voce singhiozzante.

- Io non ci posso credere. È finita per me, è finita! È un ricatto, Claudia. Lo capisci? –

- Perché credi che te lo stia dicendo adesso? – La voce di Claudia sembrava rotta dal pianto.

- Scommetto che dietro tutto questo c'è Falco, ne sono certo. Il pugno non gli è bastato? –

Ero sconvolta. Era la voce di Marzio, e non l'avevo mai sentito parlare così. Anche il suo tono sembrava diverso. Come se fosse un'altra persona.

- Devi smetterla di mettere in mezzo lui! Perché deve essere sempre colpa di Ale? – chiese Claudia tra le lacrime.

- Ho i miei buoni motivi per dubitare di lui. E quando ci troveremo nella merda entrambi forse smetterai di difenderlo. Tu lo capisci che io posso andare in prigione, o forse non ti entra in quella testolina?

Mentre ascoltavo quella conversazione sentivo il cuore incrementare i suoi battiti. Non era possibile, mi rifiutavo di crederlo. Non aveva senso. Cercavo di trovare una spiegazione a quello che si dicevano, ma non riuscivo a pensare ad altro che a quello.

- Se provi a dire qualcosa alle tue amiche... -

- Credi che io voglia questo? Qui non si tratta solo di te! Anche io ho qualcosa da perdere. Ho molto da perdere!

- Sì, i tuoi preziosi sponsor, no? Quelli che ti permettono di fare questa bella vita... Comprarti questi bei vestiti, mostrare il tuo viso con tutto quel trucco addosso... Come se io me le bevessi, tutte quelle storie sul perdono e sulla messa. Io ti conosco, Claudia, ti conosco davvero. E so che a te non frega un cazzo e ti arricchisci su quella povera gente!

- Ah, sì? Mi conosci? Se mi conoscessi davvero non lo diresti mai! Se mi conoscessi davvero non diresti questo schifo solo per ferirmi! Questo è sempre stato più di un lavoro per me , ma tu non l'hai mai accettato!

- Dì pure quello che vuoi ma sì, io ti conosco più di quanto conosci te stessa. E tutte ste merdate sulla chiesa te le ritorcerò dalla prima all'ultima se parli ancora con quella... Giuro che...

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