XCV. - Schegge di luce

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Taylor Morgan, il modello sudafricano, fece il suo ingresso nell'Orangery

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Taylor Morgan, il modello sudafricano, fece il suo ingresso nell'Orangery. Dopo il successo della sfilata pre-Roland Garros era diventato uno dei nuovi testimonial della Blumarine, che sponsorizzava la cerimonia di inaugurazione del Master Finale di quel pomeriggio.

Tutti gli ospiti scendevano dalle Ferrari nere, attraversavano il sinuoso viale che dipartiva dall'esagono ed entravano nella serra, una struttura ariosa e chiara, colma di essenze rare e coloratissime. 

Sorseggiavano pregiati the e mostrando capigliature estrose e abiti dai colori sgargianti come prevedeva il dress code.

La trasmissione della partita di Orlando era in quel momento l'evento principale. Stava conducendo la perfetta finale del Junior Roland Garros contro il numero 2 del mondo, Akira Sun. 

Mentre la folla esplodeva di gioia ed esultava per le demi-volée del beniamino di casa, che aveva appena vinto il primo set per 7 -5, io parlavo con Giulia e Jo Ming. 

Era assurdo che stessi parlando con una delle star del pop momento e che mi stessi annoiando terribilmente. Non ero ancora perfettamente a mio agio tra personaggi dello spettacolo, ma adesso sapevo cosa fare. Negli ultimi due mesi era diventato tutto più facile, ma anche prevedibile.

- Sei riuscita a ricordare qualcos'altro? - mi chiese Giulia quando rimanemmo sole. Feci cenno di no. - Tu?

- Figurati - sospirò - Quel bastardo ci ha dato dentro con quella roba. Lo sai che ti odio ancora per non avermelo detto, vero?

- Lo so, Giu. Ma aspettavo di dirtelo quella sera stessa. Non immaginavo che le cose sarebbero andate così male.

Lei fece spallucce. - Potresti anche avermelo detto. Non lo sapremo mai, visto che non ricordiamo un accidente. Ma ora, Beca, le cose si mettono male. Io lo so, tu lo sai, e probabilmente adesso lui ha capito che me l'hai detto. Dobbiamo fare qualcosa.

- Pensi che non ci abbia provato? Sono mesi che cerco prove per incastrare le sue cospirazioni. Quel ragazzo non lascia tracce!

Lei guardò altrove, sorridendo e facendo cenni con la testa a chi si girava per salutarci. 

- Forse è questo l'errore.

- Che intendi?

- Se non ci sono prove di ciò che ha fatto, incastriamolo con altro. Se Push e Alessandro gestiscono un traffico di droga all'interno della Fenice, ci sarà qualcosa che lo dimostrerà. Qualcuno disposto a parlare.

Il nostro obiettivo è chiudere con lo stalker. Forse non possiamo farlo fuori per questo, ma se riusciamo ad incastrarlo per almeno uno dei suoi crimini, potremo ottenere il nostro risultato lo stesso.

Annuii.

- Credo di sapere chi ci può aiutare - sentenziai. Lei mi invitò a proseguire.

- Di Alessandro... Io avevo sospetti già da un po'. Quando sono stata picchiata... Ho avuto una visione.

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