Il penultimo giorno di Coppa Squadre si aprì subito con la vittoria in semifinale di Orlando e Riccardo nel tabellone di doppio, e l'ulteriore vittoria di Orlando nel singolare maschile. Nonostante le vittorie, nel gruppo della Fenice l'umore non era dei migliori.
Hugo aveva perso la partita-maratona contro David Poli, conclusa al tiebreak del terzo set, con il nostro amico steso sulla terra rossa in preda ai crampi, e in più le notizie sulla rissa in cui eravamo tutti coinvolti aveva fatto il giro del mondo.
Nello stesso istante un'altra notizia si stava diffondendo in rete. Una notizia anonima, da una fonte che si proclamava molto attendibile, aveva svelato il segreto di Noemi. Una lunga intervista spiegava la sua mania per i piccoli furti, macchiando la sua immagine pura.
La mia reazione stessa, a quella notizia, mi stupì. Credevo che ne sarei stata contenta, dopo tutte le parole orribili e il trattamento che mi aveva rivolto, eppure stavo male per lei. Sapevo cosa significasse, e dopo aver capito che l'intero gruppo A era stato preso di mira, o quasi, non riuscivo ad essere felice per un gesto del genere.
Fra la rissa del giorno prima I notiziari ne parlavano ininterrottamente. Lo smart non faceva altro che suonare e vibrare, tanto da costringermi a disattivarlo. Avevo bisogno di concentrarmi.
La giornata era calda e a mezzogiorno, con il sole alto nel cielo, sembrava che dalla notte precedente fossero passati anni, e non solo poche ore. La pesantezza alle gambe, il mal di testa e quella costante sensazione di essere in pericolo mi facevano tornare alla realtà.
Ero agitata. Giocare con Orlando mi incuteva molta ansia, e sapevo che anche se il nostro era il doppio più debole della squadra, dovevo dare il massimo. Le regole, d'altronde, erano semplici. Orlando impartiva gli ordini, comandava il gioco; io dovevo solo rispettare le indicazioni e sperare per il meglio.
I nostri avversari erano due fratelli veneziani, e sulla carta non ci avrebbero impensierito troppo. Eppure non riuscivo a smettere di tremare al pensiero di dover entrare in campo. La situazione non migliorò neanche a match iniziato.
A rete ero come impietrita, e solo quando Orlando mi dava un cinque alla fine di un punto riuscito, o quando riuscivo a servire bene o a chiudere una volée riprendevo fiato. Orlando stava invece giocando una grande partita. Se non fosse stato per lui il punteggio sarebbe stato a senso unico, e questo mi tranquillizzò, ma non significava che stessi giocando bene.
"Lo sanno tutti che non ci riesco, perché sono qui?" continuavo a ripetermi mentre arrancavo da una parte all'altra del campo. E anche quando ero a fondo campo, la zona in cui mi sentivo a mio agio, era sempre una lotta. La palla arrivava veloce e tesa, e quando provavo a rimandarla dall'altra parte, l'uomo a rete era giù pronto a sbarrarmi la strada.
Quando sentii gli applausi del pubblico fuori quasi non ci credevo. Raggiunsi Orlando a metà campo, ci battemmo un cinque. Poi lui abbassò il braccio alle mie spalle, fino a raggiungere i fianchi, quindi con un tocco lieve sulla schiena mi condusse a rete per salutare i nostri avversari.
- Scusami. Lo so, faccio schifo in doppio – gli dissi una volta giunti alla panchina. Lui ripose la racchetta nel borsone, con fare scettico. – Ti stai scusando perché siamo in finale?
- Non ho giocato bene, Orlando. Dobbiamo affrontarla questa cosa.
- Pensi di poterla affrontare dopo la partita di domani? – rispose chiudendo il discorso.
In classifica finale noi e il TCI avevamo ormai staccato le altre squadre, rimanendo le uniche due a contendersi il titolo di campione del girone di qualificazione per la CS. Il punteggio era ancora molto in equilibrio, perché c'erano ancora troppi giocatori in ballo.
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La Fenice 1. Tennis. Misteri. Bugie.
Mystery / ThrillerFama, bellezza, successo. I ragazzi del gruppo A della Fenice hanno tutto e chiunque vorrebbe essere come loro. Beatrice non fa eccezione: è convinta di non poter essere mai scelta e che Riccardo rimarrá solo la celebritá inarrivabile per cui ha un...