New Year

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Louis Tomlinson

Indaffarata. Ecco come avrei potuto descrivere la casa dal momento in cui mi ero svegliato fino ad allora.

Dal momento in cui avevo aperto gli occhi pieni di sonno,  avevo avvertito il freddo di uno spazio vuoto accanto a me. Era dove sarebbe dovuto stare mio marito. Non ci ero abituato, visto che raramente si svegliava presto. Di solito era difficile farlo alzare dal letto, ma in quel momento sembrava voglioso di affrontare un nuovo giorno.

Così desideroso che aveva deciso di chiamare tutti i suoi aiutanti alle sei del mattino solo per pianificare il party della vigilia di Capodanno.

La notte precendente mi aveva detto che era l'unico party di cui gli importasse davvero qualcosa. Aveva detto che era l'unica volta in cui si riuniva con i suoi veri amici e con i sostenitori del club/bar. Aveva detto che era diverso dagli altri party della vigilia di Capodanno. Quando gli chiesi di spiegarmelo, lui aveva inistito che sarebbe stato meglio se lo avessi scoperto da me.

Ero in piedi al secondo piano e guardavo dall'inizio delle scale la riunione che si stava svolgendo in salotto. Sembravno tutti così stanchi, come se si fossero appena alzati dal letto. Alcuni sembravano anche ubriachi, ma dal momento che non sembrva preoccupare nessun'altro se non me, avrei lasciato perdere.

"Buongiorno, raggio di sole!" Harry si alzò dal divano e corse su per le scale. Era un gradino sotto di me, facendo sembrare che fossimo alla stessa altezza.

"Buongiorno, amore!" lo baciai. "Aspetta, preparo la colazione."

Camminai verso la cucina, ma Harry non mi lasciò andare. Le sue mani erano avvolte intorno alla mia vita e mi stava baciando il collo, probabilmente dimenticandosi anche dei suoi amici in salotto che ci guardavono.

"E alla vostra sinistra, signori e signore, potete ammirare la mia amata OTP, la mia one true pairing, Larry Stylinson." Disse Niall a tutti i presenti, i quali risero.

Larry Stylinson? Davvero? Era la peggior cazzata che avessi mai sentito in tutta la mia vita, ma era anche l'unica cazzata che avrei sempre voluto sentire.

Iniziai a cucinare quando Harry mi lasciò finalmente andare. Ritornò sul divano, ma continuava a mandarmi occhiatine provocanti mentre il gruppo stava pianificando seriamente l'evento.

Iniziai a cantare tra me e me, dal momento che nessuno sembrava ascoltarmi. Ero così preso dalla canzone che non mi resi nemmeno conto che tutti i ragazzi avevano smesso di lavorare. Alzai lo sguardo e vidi che tutti mi stavano fissando con occhi spalancati.

"Okay, aspettate, il cibo sarà pronto a minuti. Aspettate solo un altro po'." dissi loro.

"La canzone che stavi cantando poco fa. Puoi cantarla di nuovo?" biascicò Ed.

Aspetta, che? Mi avevano sentito?

"Che canzone?" chiesi.
"Quella che stavi cantando prima. Vogliamo sentirla." disse. Non avevo mai cantato di fronte ad un 'pubblico' prima d'allora, non avevo mai pensato che la mia voce fosse abbastanza bella da essere sentita.

"Andiamo, tesoro. Puoi farcela." Disse Harry, alzandosi e avvicinandosi a me. Chiusi gli occhi ed iniziai a cantare. Questa volta, un po' più conscio dei miei dintorni. Le persone erano davvero persone. Individui della mia stessa specie mi stavano ascoltando. Intelligenti, creature che pensavano. Stavano tutti sentendo il suono che stavo producendo, probabilmente mi stavano giudicando nelle loro menti critiche.

A metà della canzone ero ancora spaventato ad aprire gli occhi. Uno di loro mi avrebbe potuto fermare, ma apparentemente la mia voce era abbastanza tollerabile da lasciarmi finire almeno metà della canzone.

Spaces -Larry Stylinson (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora