Problematic

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Harry Styles

"Sicuro che non vuoi che resti?" chiesi a Louis mentre lo accompagnavo verso la classe.

"So prendermi cura di me stesso, mamma. Non preoccuparti per me." Mi baciò le labbra e mi sorrise prima di entrare nella classe.

Mi diressi furoi dall'edifico il più cautamente possibile, cerando di non attirare l'attenzione di bambini. Guidai verso il mio ufficio per firmare un paio di documenti prima di ritornare a casa. I miei affari stavano andando sorprendentemente bene e dovevo ringraziare soltanto i miei ragazzi.

Notai una macchina stranamene familiare parcheggiata proprio al di fuori della casa. Venni pervaso da un senso di nostalgia, non mi sarei mai potuto dimenticare di quell'auto.

La prima volta che vidi Louis, non proprio sobrio e ormai mio coniuge, aveva quella macchina. Era l'auto di Liam, quella che Louis aveva con sè quando lasciarono l'Inghilterra.

Entrai in casa e vidi Liam che sgranocchiava un piatto di biscotti con le gocce di cioccolato con i piedi sul tavolino, intento a guardare la TV.

"Hey, amico." disse, facendo un altro morso, continuando a guarare la TV.

"Heyy.. um.. non vorrei essere scortese, ma che ci fai qui?" chiesi. Non che mi dispiacesse che fosse lì, davvero. Non stava invadendo la mia privacy o cose del genere, era innocuo, stava solo divorando tutti i biscotti con le gocce di ciccolato.

"Oh, volevo parlare con Louis di alcune cose, ma lui mi ha detto che non può aiutarmi." disse, decisamente troppo velocemente. Non mi sarei mai abituato alla velocità con cui pronunciava le parole, specialmente perchè io sono una di quelle persone che parla estremamente lentamente.

"Okay, e sei qui perché..?"

"Perchè credo tu possa aiutarmi." disse e mi sorrise, prima di spegnere il televisore.

Lo guardai fisso prima di reagire.

"Cazzo, Harry non guardarmi in quel modo. Non ho intenzione di chiederti di scopare, andiamo." disse e rise, facendo ridere anche me. Non pensavo avesse intenzione di chiedermi ciò, ma non volevo che si creasse una sorta di imabarazzo tra di noi quindi mi sedetti accanto a lui ed aspettai che parlasse.

"Si tratta di Sophia." iniziò.

"Okay, cosa succede?"

"É una donna grandiosa, lo sai. É gentile, comprensiva, sexy, intelligente, ma c'è qualosa che non va, capisci? Voglio dire, sono felice quando sto con lei. Davvero. É solo che sembra machi qualcosa." disse e riuscivo a capire perfettamente quello che intendeva dire.

"La ami?" blaterai perchè era l'unica domanda che davvero volevo fargli. Sapevo che non l'amava, solo che forse lui non ne era pienamente a conocenza.

"Sì." disse, senza nemmeno pernsarci un po'.

"Te lo chiederò di nuovo. Questa volta voglio che ci pensi un po' su. La ami?" gli chiesi di nuovo.

"Non lo so." disse e si fermò. "Mi piace stare con lei, sai? Ce la spassiamo sempre quando siamo insieme, è molto paziente con me, non è appiccicosa, ma non so se quello che sento è giusto, non voglio ferire i suoi sentimenti." disse ed il suo sguardo si fece più triste.

Lasciate che dica qualcosa su Liam. Ho avuto l'occasione di parlare con lui un paio di volte, ma quello che sto per dire è una cosa che sento profondamente. I suoi occhi parlando e dicono cose che le sue labbra non riescono a pronunciare. In quel momento, i suoi occhi pregavano di ritornare a brillare. L'amore lo aveva ferito così tanto che ormai aveva dimenticato la differenza tra l'essere innamorato di qualcuno e semplicemente avere una cotta.

Spaces -Larry Stylinson (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora