Conjugal property

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Canzoni del capitolo:

-Where we land (Ed Sheeran)
-Where do broken hearts go (One Direction)

Louis Tomlinson 

Harry mi tirò un cuscino mentre ero steso sul letto. Ero ancora stanco per il lavoro ed erano passati quattro giorni da quando mi ero ripreso completamente dalla febbre.

"Perchè?"

"Non fare domande." disse. All'inizio esitai, ma lo vidi prendere un altro cuscino così mi alzai.

"Sai che c'è? Non devi picchiarmi con un cuscino per farmi fare le cose." gli dissi.

"Mi stai dicendo che il mio cuscino morbido ti ha ferito? Non capisco perchè devi sempre dire di no a tutto quello che dico. Perchè è così dura per te essere d'accordo con me?" disse.

Capivo quello che stava dicndo.

Nei giorni scorsi avevamo litigato su quello che dovevamo cucinare, sul gusto della pizza che dovevamo prendere, sulla temperatura della stanza e un sacco di altre sciocchezze. Non erano veri e proprio litigi. Non eravamo mai d'accordo su nulla, finivamo sempre per tirarci i cuscini.

Qualche volta sceglievo di proposito l'opzione opposta alla sua così che non avrebbe ottenuto quello che voleva, sebbene volessi la stessa cosa. Lo ammetto, è divertente vederlo arrabbiarsi. Qualche volta ridevamo delle cose come normalissimi amici farebbero, ma qualche volta litigavamo proprio.

"E' perchè qualcuno ha sempre bisogno di avere ragione. Se fossi d'accordo con tutto quello che dici, sbaglieremmo entrambi." dissi mentre entravo nella cabina armadio e mi toglievo la maglia. Una parte della stanza era ricoperta da uno specchio gigante e se ci si girava da quel lato si poteva vedere tutto quello che succedeva nella stanza.

Harry mi seguì ed iniziò a spogliarsi. Riuscivo a vederlo, ma non lo guardai.

"So quello che vuoi vedere." disse.

"Che vuoi dire?" risposi nervoso.

"Nulla." rispose.

Presi una camicia nera e un paio di pantaloni neri e mi misi di lato per cambiarmi. Harry rimase lì, scegliendo attentamente una maglia bianca tra tutte le sue maglie bianche.

Era strano che trattasse ogni pezzo con così tanta cura, come farei io con un mio studente. Ero piuttosto sorpreso che non avesse già iniziato a parlarci.

Aveva altri tipi di abiti, la maggior parte di essi erano più costosi di quello che sembravano. Non capivo perchè alcuni di essi erano così costosi, ma a quanto pareva Harry sì, dal momento che dipendeva così tanto da abiti e scarpe firmate.

"Ci sei già stato." disse. Pensai stesse davvero parlando con i suoi abiti, ma poi lo guardai e mi resi conto che stava parlano con me, così risposi.

"Cosa? Dove?"

"Nel posto in cui stiamo andando. Ci sei già stato. Voglio che tu veda il posto per quello che è davvero, non come lo percepiscono le persone." disse mentre andava nell'armadio della stanza adiacente. Era dove teneva le sue scarpe. Le mie scarpe nuove, quelle che avevo avuto dopo il matrimonio, erano lì dentro, prorpio accanto alle sue.

Lo seguii e presi un paio di converse modello chucks mentre lui si metteva gli stivaletti.

Dopo quello rimase per tutto il tempo in silenzio. Non disse più nulla. Lo seguii al piano di sotto, fuori di casa e nella macchina.

Non l'avevo mai visto così serio riguardo qualcosa prima d'ora e un po' mi spaventava. Volevo di nuovo l'Harry felice.

A metà del viaggio, finalmente parlò.

Spaces -Larry Stylinson (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora