Baby- proof

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Louis Tomlinson

Harry mi venne a prendere da scuola così da poter fare un po' di shopping per i bambini. Odiava fare shopping quindi rimasi sorpreso quando accettò la mia proposta.

Quasi due settimane dopo la nascita dei bambini, i dottori ci concessero finalmente di portarli a casa o quantomeno, a casa dei miei genitori, dove viveva anche mia sorella. Avevamo fatto una sorta di accordo secondo cui potevamo andare a trovarli quando volevamo e i bambini sarebbero stati sottoposti a controlli mensili fino a quando avrebbero raggiunto i sei mesi d'età. Solo in quel momento avremmo deciso se fosse il caso di adottarli. L'ultima cosa che dovevamo fare era comprare alcune cose per loro. Abiti, pannolini, un passeggino, giocattoli, delle culle, alcuni addobbi per la stanzetta e mille altre cose.

"Quando ho progettato la casa non ho proprio preso in considerazione che sarebbe stato un ambiente in cui avrei cresciuto dei bambini, sai? Forse dovremmo rendere la casa a prova di bambino, proprio come ho fatto con l'appartamento di Lou quando è nata Lux." Disse Harry mentre guidava verso il centro commerciale.

"Avere dei figli è estenuante. Non riesco ad immaginare cosa abbiamo provato mamma e papà quando nacqui io. E poi Lotts epoi Fiz ed infine Daisy e Phoebes. Dio, sarà stato super stressante." Dissi, ricordando come fosse vivere nella vecchia casa. Fu una sorta di benedizione che eravamo già adolescenti quando nacquero le gemelle, almeno eravamo abbastanza grandi per prenderci cura di loro.

"Poi cresceranno ed andranno a scuola, a quel punto dovremo occuparci delle attività scolastiche per genitori." Harry sorrise al pensiero.

"Anche quello è stressante." Gli dissi.

"Lo dici solo perché sei un insegnante." Disse, guardandomi in malo modo.

"E allora? Sei già stato genitore tu?"

"No, ma ho partecipato a delle sessioni di orientamento per genitori ed alunni." Disse.

"Ah, davvero? Quando?"

"Alla prima riunione di Lux." Disse.

Cosa? Anche lui era lì?

"Okay, diciamo che non è il modo in cui avevo pensato di dirtelo." Disse, schiarendosi la voce prima di fare un respiro profondo. "Quella fu la prima volta che ti vidi."

"Non puoi dire sul serio!" dissi.

"Sono serissimo. Ero lì! Dovetti andare perché Lou era malata e Tom doveva badare a lei, quindi mi offrii. Ricordo perfettamente cosa indossavi!"

Oh no. Oh no no no no.

"Indossavi una felpa verde oliva, dei pantaloni molto larghi ed una sciarpa che-"

"Okay, può bastare, ti credo." Dissi, così che smettesse di parlare. "Perché ricordi una cosa così oscena?!"

"In realtà pensai che fosse una cosa carina." Disse, sorridendo e mostrando le sue bellissime fossette. "Eri carino. Pensai che fossi un bravo ragazzo."

Era proprio quello il mio obiettivo, volevo che i genitori mi vedessero come un bravo ragazzo. Avevo paura che guardassero oltre la mia apparenza di insegnante e scovassero il bad boy che ero. Quello che indossavo, però, era davvero osceno, almeno per me. Non mi piaceva per niente, ma ero troppo nervoso anche per decidere cosa indossare.

"Davvero, huh? Perché non ci hai provato con me, allora?" dissi e gli diedi una gomitata.

"Perché sì. Non pensavo di poterti interessare ed ero molto timido, non sapevo nemmeno cosa avrei dovuto fare." Disse. Avevo una strana sensazione alla bocca dello stomaco, desideravo impellentemente sapere com'era quando ci incontrammo. Odiavo il fatto di non riuscire a ricordarlo. Era il mio primo anno di insegnamento quindi ero molto nervoso. Non sapevo come avrei dovuto parlare con i genitori quindi volevo che finisse il prima possibile.

Spaces -Larry Stylinson (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora