Capitolo 17

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Le chiavi che ha in mano Saul stanno girando nella toppa della porta di quella villa in Laurel Canyon, ripetute volte gli ho chiesto il motivo per cui siamo qui ma ha continuato con la stessa solfa:"È una sorpresa!", ha detto fin'ora.
Sono dietro di lui quando la serratura scatta e la porta si spalanca tralasciando il buio pesto dentro l'abitazione, per fortuna noi siamo illuminati da un piccolo lampione davanti l'ingresso. Il riccio – accanto a me, tutto sorridente – mi fa cenno di entrare con un'accenno di galanteria, sorrido per quel gesto. Pian piano e con cautela, muovo i primo passi dentro la casa che però ad un certo punto si illumina, mi giro verso Saul e lo vedo accanto ad un interruttore bianco.

"Una casa?!"
Domando smarrita e allo stesso tempo spaventata. "Chi è il proprietario?" Chiedo ancora. "Ci becchiamo una settimana di galera se ci scoprono!"
Gli faccio notare, questa volta con un po' di paura nel tono di voce.

"Stai calma, Jo."
Mi sorride sereno, si avvicina a me e mi cinge gli avambracci.

"Stare calma?! Questa è infrazione!"
Lo vedo scoppiare a ridere, così lo guardo sopresa alzando un sopracciglio.

"Josephine, questa è casa mia!"
Sorride felice, intanto io sono sconvolta. Da quando ha una casa?!

"Cosa?! Q-quando l'hai comprata? Perchè? Tu vivi con i ragazzi."
Scoppio in un attacco d'ansia e comincio a parlare senza riuscire a fermarmi. "Perchè non me l'hai detto?"

"Te l'ho detto ora."

"E quando l'hai comprata? Ah, perchè? Tu vivi con i ragazzi all'appartamento, vicino casa mia. Perchè vuoi cambiare casa?"
Sbotto, non sta bene dove vive ora?!

"Volevo un posto tutto mio, jo."
Mi spiega disinvolto. "Sai, Jo tu non lo puoi capire ma vivere tutti insieme per un anno...dopo un po' comincia a dare noia e voglio un posto dove posso stare da solo e chiaramente puoi venire quando vuoi, capito?!"
Annuisco ancora sconcertata. "Okay..."continua, lo vedo sedersi sul divano in pelle nera che è posizionato al centro del salotto e mi fa cenno con la mano di sedermi accanto a lui, così lo raggiungo. "Verrò comunque a trovarti."
Mi scocca un bacio sulla guancia, gli sorrido per rassicurarlo, ma in realtà non sono tanto sicura della sua scelta così non mi rimane altro che abbracciarlo.



La frustrazione cresce sempre di più mentre sto guidando verso casa dall'università – avevo dimenticato un libro –, la notizia di Slash di ieri sera mi ha sconvolto. Non voglio che se ne vada, se ne va lui andranno via anche gli altri. Già me lo sento, ne sono sicura. Scendo di macchina sbattendo la portiera rumorosamente e comincio a salire le scale fino ad arrivare nel mio pianerottolo, dove comincio ad aprire il portone. Entro in casa – sbatto il portone rumorosamente – e mi abbandono sul divano, accanto a me c'è Barney.
Gli occhi cominciano a farsi pesanti quando sento la porta aprirsi, alzo il capo e vedo entrare Izzy.

"Ciao, hai da fare?"
Mi chiede entrando e chiudendosi la porta alle spalle.

"Veramente no, entra pure."
Rispondo tirandomi su. "Hai bisogno di qualcosa?"
È strano che Izzy venga qui con uno scopo ma glielo chiedo per sicurezza, giusto solo per gentilezza.

"In realtà sono venuto qui per parlarti di Slash."

"Oh."
È l'unica cosa che riesco a dire. "Vieni, siediti pure."
Si siede accanto a me sul divano e, facendo un breve sospiro, lo vedo unire le mani palmo contro palmo portandosele al viso coprendolo.

Sospira. "Non se ne andrà solo Slash."

"Cosa?"
Sbotto tirandomi un po' sù sull'attenti.

"Hai capito bene, ce ne andremo e il primo sarà Slash."
Continua a spiegarmi con sempre più informazioni.

"E l'appartamento? Lo venderete? Dove andrete a vivere? Cambiate città?"
Rieccomi qui con le mie domande. Sono andata nel panico, merda!

"Non preoccuparti, non cambieremo città. Sarà un pochino diverso, ma potrai venirci a trovare e staremo insieme comunque."

"Un pochino? Un pochino."
Continuo a ripetere quella parola che a me non sembrava tanto banale, non potevo crederci: se ne sarebbero andati tutti, TUTTI!

"Non farla tragica, Jo."

Incrocio le braccia al petto, ora mi sono offesa. "Va bene, non la faccio tragica ma perchè ti hanno mandato a te a darmi la notizia? Hanno paura quei codardi!"
Borbotto da brava lingua lunga come sono. "Almeno dimmi dove andrete a vivere, Saul lo so' già: lui a Laurel Canyon e mi ha già fatto vedere la casa ieri sera."
Dico ancora più indispettita.

Lo sento sospirare di nuovo. "Steven e Duff a Gardner Street, vivranno accanto. Axl in una casa sperduta per le colline qui intorno ed io ho comprato una casa sulle colline di Hollywood."

"Dall'altra parte della città! Come farete ad essere una band se vivete in posti diversi?! Los Angeles è enorme!"

"Ti prego, Jo. Capiscici."
Mi prega diventando comprensivo.

Soffiai, questa volta ero io quella frustrata. "Va bene, dove è Saul?"

"È dovuto andare a Laurel Canyon perchè l'ha chiamato l'architetto per rifinire la piscina."
Mi spiega. Piscina?! Quale piscina?! Anche se sono curiosa non voglio sapere niente, per ora non m'importa. Mi lasceranno sola, ma la cosa che mi preoccupa di più è cosa accadrà alla band? Sono sopravvissuti fin'ora grazie alla loro unione ed ora si dividono, cos'accadra?!


Dopo il discorsetto di Izzy se n'è andato e sono rimasta sola con i miei pensieri, che vigliacchi...non hanno neanche avuto il coraggio di venirmi a parlare tutti insieme, hanno mandato Izzy. Pfh.
Mi fanno imbestialire e siccome non mi scoraggio, mi alzo in piedi con tutta la grinta che ho in corpo e mi dirigo verso la porta, che apro ed entro direttamente in casa loro dove trovo jn salotto Duff e Steven.

"Jo!"
Esclama Steven, che insieme al biondo accanto lui mi guardano terrorizzati.

"Dove sono gli altri?"
Chiedo infiancandomi, come al solito del resto.

"Axl è in camera sua, Izzy allo studio di registrazione e Saul..."

"A Laurel Canyon, lo so già."
Interrompo Duff, tanto so' già la sua risposta.

"Izzy ti ha già parlato."
Deduce la pertica.

"Già."
Incrocio le braccia al petto. "Devo parlare con Saul, come posso rintracciarlo?"
Chiedo ai due.

"Non ha ancora messo il telefono in casa...non lo so."
Mi rispondo Steven guardandosi intorno.

"Bene, allora lo aspetterò."
Dico sedendomi sulla poltrona che sta accanto al divano, spero torni presto perchè vorrei parlargli a quattr'occhi.

Coinquilini per un mese 2 ~ ormai solo vicini di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora