Capitolo 47

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"Grazie per il passaggio" dico, senza di lui non sarei mai tornata a casa visto che il ristorante è dall'altra parte della città.
"Non c'è di che!" mi fa.
Lo guardo mentre è concentrato alla guida.

*FLASHBACK*
"Phill" grido dietro l'auto che se ne sta andando.
È inutile ma provare non costa niente, in quel momento è la disperazione ha parlare.
Accidenti a Saul!
L'ha fatto a posta quel bastardo traditore!
Sono disperata, non so cosa fare così comincio a piangere. Avevo cominciato a vivere una nuova vita con Phill e sapere di poterlo perdere... è una sensazione che non voglio mai provare.
"Stai bene?"
Appena sento la sua voce il mio livello di rabbia sale al culmine, ma è quando mi tocca una spalla per farmi girare che mi giro di scatto e gli pianto un ceffone sulla guancia.
"Bastardo!" gli grido in faccia tra le lacrime. "Mi hai rovinato la vita... di nuovo! Non capisci che non mi rendi felice facendo così?!"
"Perchè non vuoi ammettere che siamo anime gemelle?!"
"Perchè quando sto con te sono sempre triste! Mi lasci sempre a casa da sola per andare a bere con i tuoi amici!" gli rinfaccio il mese in cui vivevamo insieme.
"Cos'ha Phill che io non ho, sentiamo?!"
Ma è scemo?!
"Prima di tutto: non si droga o beve fino al coma etilico o all'overdose. Secondo: non mi lascia giornate intere da sola, e almeno una volta al giorno mi chiama. Terzo: non è un egoista del cazzo che pensa solo a se stesso! Tutte cose che sei te, Slash!"
L'espressione nel suo viso tramuta, sembra dispiaciuto.
"Permettimi almeno di portarti a casa".
"No, Slash. Te lo puoi scordare" rifiuto incominciando ad incaminarmi per strada. Devo trovare un telefono a gettoni e chiamare qualcuno che mi venisse a prendere.
Appena ne intravedo uno dall'altra parte della strada, attraverso – sempre seguita dal riccio – e intanto cerco degli spiccioi nella borsetta. Li metto nel telefono a gettoni e chiamo il centralino, quando rispondo dico alla voce registrata di chiamare Duff Mckagan.
Il telefono di casa squilla e so perfettamente che è a casa, perchè ultimamente da delle feste tutte le sere che ne parlano per tutta Los Angeles.
Dicono anche che abbia adottato un maialino vietnamita.
Il telefono squilla e dopo tre squilli, la cornetta viene alzata sentendo dall'altra parte un gran trambusto.
"Pronto?!", sento una voce femminile dall'altra parte, che sta ridendo.
"Mi passi Duff, perfavore?" gli faccio cercando di sovrastare la musica alta nella cornetta.
"Tanto non verrà mai alla cornetta!", sento Saul dietro di me.
"Zitto!", gli faccio.
"Zitta, a chi?", ridacchia la ragazza.
"Senti, mi passi Duff?"
La stavo per chiamare bagascia ma lo evitai.
La sento ridacchiare. "Duff, chi?"
"Il Duff proprietario della casa, testa di cazzo!", gli faccio. Comincio a innervosirmi!
"Ah, sì! Lui!", continua a ridacchiare "Sì, Duff non penso possa venire!"
"Perchè?"
"Perchè si è appena chiuso nella sua stanza insieme alla mia amica Ashley! Fortunata, no?!"
"Proprio, guarda! Ma non me ne frega niente! Vallo a chiamare è urgente!"
"Non posso interromperli! Sai la mia amica quanto ci ha messo per rimorchiarlo?! Tanto!"
Non ce la faccio più a sentire le sue chiaccjiere ochesche così butto giù. Le monete avanzate cascano a terra nella cabina così mi abbasso a raccoglierle. So perfettamente che mi si vedono le mutande da dietro ma faccio finta di niente.
Provo a chiamare Steven.
Niente.
Provo a chiamare Izzy.
Ha risposto, ma non è in città quindi non se ne fa niente.
Non mi rimane che provare con Axl, che al primo squillo risponde subito.
"Sì?", ha il fiatono appena risponde.
"Axl, posso chiederti un favore?"
"Certo, Jo!"
"Puoi venirmi a prendere?"
"Dove?"
Gli fornisco il nome del ristorante e l'indirizzo, che ha quanto pare conosce di già, e mi informa di partire immediatamente. Tiro un sospiro di sollievo.
Menomale.
A questo punto esco dalla cabina e mi incammino di nuovo verso il ristorante.
"Perchè non posso accomoagnarti io?", mi fa Saul che cammina al mio fianco.
Perchè non capisce?! Perchè è scemo, ecco perchè!
"No, Slash! Devi starmi alla larga!"
Lo sento sbuffare.
Arrivata davanti a ristorante, aspetto Axl sul bordo del marciapiede con le braccia incrociate al petto.
Giro la testa a destra e a sinistra per cercare di intravedere nel traffico l'auto di Axl. Poi, all'improvviso, lo vedo fermarsi davanti a me.
"Vieni", mi fa.
Gli sorrido ed entro dentro, poi mi giro per chiudere lo sportello e nito Slash fissarmi immobile.
"Addio, Saul", lo chiamo un'ultima volta con quel nome e poi mi volto.
Axl parte.
*FINE FLASHBACK*

Nuovo capitolo!!!
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Buona lettura❤️!
Al prossimo capitolo!
Giulia❤️

Coinquilini per un mese 2 ~ ormai solo vicini di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora