Capitolo 57

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Anche se la sera prima sono andata a letto tardi, mi sono alzata presto comunque.
Per fare un atto di carità, preparo la colazione a tutti. Mi metto davanti agli ordinati fornelli e, essendo certa di fare un casino fin da subito, inizio a preparare delle uova. Come avevo previsto, appena rompo un uovo contro la ciotola l'album cola lungo il bordo di plastico atterrando sul marmo immacolato.
"Maledetto!", impreco a bassa voce cominciando a pulire.
Si comincia bene.
Subito dopo, mentre sto buttando la carta nel cestino, sbatto la mano contro il mestolo fracendolo ribaltare e facendo così schizzare l'uovo fino al salotto. Ricomincio a pulire tutto, mi metto a quattro zampe sul pavimento e comincio a strofinare con un panno bagnato con della candeggina. Nel salotto regna un fetore tra l'uovo e la candeggina, che mi costringe ad aprire la finestra accanto al cucinotto. Ricomincio nel mio intento: sbatto altre uova nella ciotola, sporcando ancora di più il bancone, e riscaldo una padella.
Poi mi viene un'idea...
Quando vivevo con i ragazzi, una mattina Duff aveva preparato le uova alla vodka. La vodka c'è dentro la vetrina dei liquori, quindi posso provarci.
Mi avvio verso la vetrinetta nell'angolo bar.
Questa casa ha tutto!
La prendo, notando essere mezza vuota ma ne basta solo un bicchiere. Con la dose giusta comincio a versarla nella ciotola girando lentamente, dopodiche verso il tutto nella padella.
Fin da subito una fiammata investe la padella.
"Ma che cazzo succede?!", sento qualcuno gridare alle mie spalle. Mi giro e trovo Al in mutande e con le mani nei capelli, gli sorrido innocentemente.
"Volevo prepararvi la colazione", cerco di essere il più innocente possibile.
"La mia cucina!", sento un'altra voce. Questo è Stephan.
Oh oh.
"Scusatemi", cerco di riparare al danno.
Appena entra in cucina Candice scoppia a ridere.
"Bastarda!", la guardo in cagnesco nascondendo le mie risate.
Sono ancora con la mano sulla padella, mentre sono girata a guardare Candice. Ad un certo punto sento la mia mano andare a fuoco, mi giro di scatto e vedo che il manico si era riscaldato a causa della fiamma sotto ad esso.
"Porca troia!", grido saltando all'indietro. Tengo la mano sollevata con le lacrime agli occhi. Al mi corre incontro e mi afferra per il polso, apre il rubinetto dell'acquaio e mi mette la mano sotto al getto d'acqua fredda.
Tiro un sospiro si sollievo, chiudendo gli occhi.
Anche Steph e Candice ci raggiungono per vedere la situazione. La mia mano non è grave, si è bruciata nel palmo ma non sembra tanto grave.
Mi trema.
"Dobbiamo andare in ospedale?!", chiede impaurita Candice mangiucchiandosi le unghie mentre fissa in modo preoccupata il mio arto.
Sbarro gli occhi.
Ospedale... uguale punture.
"No, no, no, no!", tiro indietro la mano allontanandomi da loro. "Non ho bisogno dell'ospedale, sto bene così".
"Ma non vedi che ti trema?!", mi fa Al.
"Passerà, ne sono sicura".
"Seh certo, e io non sono gay!", fa Steph.
"Vi ho detto che sto bene, non mi fa già più male!"
In realtà mi faceva male, molto male. Mi sentivo e la gambe tremare per il dolore, i miei occhi volevano chiudersi.
"Jo...", mi fa Candice in un sussurro. "Non sembri stare bene, hai il viso bianco e sembri barcollare".
"Non è vero!", gli urlò contro cadendo d'improvviso a terra battendo una culata micidiale. "Mannaggia", mi tengo la testa, che comincia a girare, con la mano sana.
"Andiamo all'ospedale", mi tira sù Al prendendomi in collo a mo di sposa.
"Non voglio...", biascico mentre gli occhi cominciano a chiudersi.

Bip bip.
Sento un bip attuttito nelle mie orecchie, che si fa sempre più acuto. I miei occhi cominciano ad aprirsi da soli. All'inizio vedo sfocato, così comincio a sbattere più frequentemente le palpebre riuscendo a vedere perfettamente. Sono circondata da fiori, vedo la mia mano abbandonata al mio fianco tutta fasciata e, girando la testa, vedo i ragazzi, sì loro, alcuni seduti sul letto accanto al mio ed altri seduti subsedie sparse nella stanza.
Ci sono tutti: da Al e Steph a Duff.
Tutti.
Stanno dormendo.
Ma da quanto sono qui?
Piano piano mi alzo a sedere, mi gira la testa ma ignoro questa sensazione, voglio sapere cosa ci fanno anche i ragazzi qui.
La luce artificiale della lampada al neon attaccata al muro mi da noia, costringendomi a tenere gli occhi semi chiusi e il naso arricciato. Mi guardo intorno, cerco di alzarmi ma ancora non ce la faccio. Ad un certo punto vedo Duff alzare la testa, stirarsi e appena si accorge di me mi corre incontro.
"Jo!", mi abbraccia forte.
Non ricambio l'abbraccio, sono ancora confusa.
"C-che ci fate qui?"
"Ci ha chiamati Candice".
Candice?!
"Come ha fatto a contattarvi?", chiedo.
"Slash gli ha dato il suo numero, appena siete arrivati all'ospedale ci ha chiamati. Ti hanno dovuto levare il primo stato di pelle, ma hanno detto che la tua mano sarà come prima", mi spiega.
Mi hanno operato... il mio sguardo vaga dalla mano fasciata, vedo le dita rosse dalla tintura di iodio, allo sguardo felice del biondo davanti a me.
"Ah", rispondo. "Quando me ne posso andare?".
"Domani".
Spalanco gli occhi. "Ma stasera è Capodanno, non posso. Devo venir-".
"Te non vai da nessuna parte, resti qui a riposarti e noi rimaniamo qui".
"Ma avete il concerto".
"Non più, l'abbiamo annullato", mi informa.
"Per me?!", chiedo sbalordita.
"Sì, Jo. Per noi sei più importante di qualunque stupido concerto".
Rimango sbalordita.
Anche se non ci siamo visti tutti questi mesi, loro ci tengono ancora a me.

Finalmente un nuovo capitolo! Come vedete sto cercando di aggiornare più frequentemente, ma non aspettatevi che sia sempre così! Purtroppo gli ultimi mesi di scuola sono stancanti, ma vi garantisco che quando inizierà l'estate le notifiche saranno di più.
Vi chiedo di avere pazienza, dispiace anche a me.
Giulia❤️

Coinquilini per un mese 2 ~ ormai solo vicini di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora