Capitolo 32

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"Steven, col cazzo che vai a vivere da Jo! Lei è mia, hai capito???" ringhia il riccio alzandosi in piedi e battendosi il pollice sul petto in segno che io fossi sua.
A quelle parole pronunciate in quel modo violento ed aggressivo, mi spavento subito guardando il riccio spaventata e aggrappandomi allo schienale della sedia su cui sono seduta, per farmi forza. Steven mi lancia un fuggente sguardo un po' preoccupato ed io faccio lo stesso, ma devo intervenire.
Chi si crede di essere?
"Slash, calmati!" gli riferisco con la totale pacatezza nel tono della voce, intanto lo guardo dritto negli occhi e con le mani gli faccio segno di calmarsi.
"No, cazzo, NO! Lui" indica Steven "non ci viene a vivere in quell'appartamento con te" indica me "e poi te torni a casa con me!" mi ordina. A quell'ordine mi saltano i nervi, ma come si permette?! Così gli vado incontro con le mani serrate lungo i finachi, come faccio ogni volta che cammino quando sono arrabbiata, e gli punto l'indice contro la faccia per poi spingerlo ma all'inizio le parole sembrano non voler uscire, a parte di un grido di sfrustrazione.
"FATTI I CAZZI TUOI, SAUL!!!" gli urlo in faccia, quando finalmente le parole riescono ad uscire dalla mia bocca "Non stiamo più insieme, quindi non è tuo diritto intrometterti nella mia vita" continuo cercando di mantenere la calma, ma non ce la faccio così mi giro verso Steven "Scusa, Steve ma devo fare una passeggiata per calmarmi" lui annuisce e così posso uscire veloce come un treno verso l'uscita.
Appena sono fuori il caldo sole mi scalda ancora di più le guance, che sono già accaldate a causa della sfuriata ritrovandomi di conseguenza a soffrire di caldo.
Per fortuna non sudo tanto!!!
A testa bassa, pensierosa e a passo lungo e veloce cammino sul marciapiede senza una meta, con il solo obiettivo di calmarmi per poi tornare da Steven e potergli fare compagnia.
"JOSEPHINE!!" sento in lontananza.
Oddio, no! Ma non si arrende mai???
Cerco di evitare la sua voce noiosa camminando più veloce che posso ma il riccio sembra più testardo che mai, perchè mi afferra il braccio – stringendolo anche troppo per i miei gusti – e mi costringe a voltarmi verso di lui.
"CHE VUOI?" gli urlo di nuovo in faccia, in modo arrogante perchè sta diventando parecchio noioso, anche troppo "senti, caro," lo dico in malo modo per fargli capire che mi sta dando fastidio "perchè la vuoi smettere sempre di seguirmi? Che sei diventato uno stalker???" gli faccio notare.
"Josephine, non voglio che quello scemo venga a vivere da te! Ti prego torna da me, ti assicuro che ti farò felice!" cerca di convincermi.
"No, no e no! Io non ero felice" taglio corto sputandogli in faccia tutta la verità e sembra proprio rimanerci male perchè mi fissa con aria allibita.
"Ah" dice solamente "non eri felice con me?" mi chiede incerto.
A quel lunto mi calmo e gli rispondo: "Saul io ero felice di stare con te, ma non ero felice di stare in quella casa" gli spiego "mi dispiace" abbasso lo sguardo, finalmente gli avevo confessato la verità che volevo dirgli dal secondo giorno che ci siamo trasferiti in quella villa.
"Perchè?" continua "pensavo mi amassi" comincia ad arrabbiarsi.
"Ma io ti amo, scemo!" cerco di convincerlo, lo sa perfettamente che lo amo.
"Allora perchè non vuoi tornare?" insiste.
Ma allora è scemo!
Cerco di non arrabbiarmi, così tiro un lungo sospiro e gli rispondo: "Saul, mi sentivo sola" comincio "sola come un cane, anzi Barney stava meglio di me perchè scorrazzava felice per tutto il giardino!" si, lui stava bene "ma io mi sentivo sola, mi avevi promesso che saremmo stati di più insieme e invece tu eri sempre via e facevi sempre quel cazzo ch ti pare" mi lamento gesticolando con le braccia in preda ad una crisi isterica.
"Perchè non me l'hai detto prima?? Avrei risolto tutto!" mi rimprovera mettendo le mani avanti, come se si sentisse in colpa "che ne dici se ricominciamo da zero? Come se non fosse mai successo" cerca di convincermi, ma ormai ho già preso la mia decisione cioè quella di tornare a vivere nel mio appartamento e di ospitare Steven finché non sarà guarito.
"Mi dispiace, Slash" abbasso lo sguardo sulle punte delle mie scarpe e, mandando giù il groppo che ho in gola, continuo "non posso" bisbiglio con un filo di voce, perchè non ce la faccio più con questo discorso.
Voglio solo farla finita!
"Ok..." mi risponde bisbigliando anche lui di risposta e lo vedo andarsene a testa bassa, con le mani in tasca e a passo lento.
Quando lo vedo allontanarsi da me e girare l'angolo, sospiro sconfitta – la relazione che doveva durare per sempre in realtà si è rivelata una farsa – e mi incammino di nuovo verso l'ospedale, dove entro e salgo le scale fino a raggiungere la stanza di Steven. Appena entrata lo vedo disteso sul lettino, un ago in vena e l'infermiera che gli somministra una nuova dose di una medicina a me sconosciuta nella sacca della flebo, osservando il biondo lo vedo contorcere la bocca ed accigliarsi ma non mi nota.
"Steven" richiamo la sua attenzione facendolo girare "stai bene?" gli domando un po' preoccupata per lui, ma allo stesso tempo felice che le infermiere si occupano di lui.
"Brucia" si lamenta contorcendo un'altra volta la bocca.
"Passerà presto" gli comunica l'infermiera che dopo ciò se ne va.
La guardo andarsene, come fa Steven del resto, e poi mi avvicino al biondo scoccandogli un bacio sulla guancia e sedendomi sulla sedia in plastica vicino a lui.
"Slash?'' mi domanda, quando pronuncia quel nome è come se mi pietrificassi.
E ora cosa gli dico? Lui ci tiene tanto!
"Ehm, io..." balbetti cercando di trovare una scusa all'istante ma non ci riesco, così mi schiarisco la voce e mentre cerco di parlare, però, lui mi interrompe.
"Vi siete lasciati definitivamente, vero?!" mi chiede ma sa già la risposta, così annuisco solamente "si vede non era destino" mi consola massaggiandomi la schiena con dei movimenti circolari.
"Già" dico solamente, mentre penso e ripenso a quello che è successo ed alla sua ultima frase: si vede non era destino.
Quella frase mi rimbomba nella testa facendomi cominciare a piangere.
Io amo Saul.

Coinquilini per un mese 2 ~ ormai solo vicini di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora