Capitolo 28

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Le lacrime mi rigano sempre di più il viso, i singhiozzi aumentano, quando una voce familiare mi chiama arrabbiato: "Jo!"
Ma ignorando la sua voce e il fatto che mi sta davanti scuotendomi le spalle, continuo a guardare l'ambulanza con il mio amico andarsene. Con ancora il singhiozzo, quando vedo l'ambulanza girare l'angolo e sparire, finalmente lo guardo negli occhi.
"Jo, cosa è successo?" mi chiede ora calmo.
"S-Saul..." singhiozzo piangendo.
"COS È SUCCESSO?!" ripete più nervoso.
"Steven, sta male." riesco solo dire. A quelle parole mi guarda compassionevole, per poi abbracciarmi. "Volevo vederlo, e l-lui..." piango a dirotto sciogliendo il leggero trucco degli occhi e facendo colare il mascara sulle guance bagnate "lui era a terra e aveva una siringa inficcata nel braccio." lo spiego nel modo più crudo possibile, è la realtà del resto! Ma al solo pensiero di quella immagine, mi scappa dalla bocca un singhiozzo di dolore. Il mio steven, quello che mi dava consigli di stile e nella vita, quello Steven che rideva come un bambino ed era sempre felice non c'è più: al suo posto un tossico, mi fa male dirlo ma è la verità! Si è consumato sotto il controllo della droga, è diventato il suo schiavo.
Quei cinque sono tutti uguali, uno diversamente dall'altro ma pur sempre uguali.
"Ohhh, Jo, mi dispiace che tu l'abbia visto in quello stato..." mi consola, come se fosse normale.
Immediatamente mi scanso dal suo abbraccio e lo guardo male, lui invece mi guarda interrogativo così gli rispondo: "Slash! Perchè se tu l'avessi visto in quello stato non ti sarebbe dispiaciuto?!" sventolo le mani in aria arrabbiata, mentre do le spalle al riccio che, per guardarmi in viso, mi si para davanti. "Sei incredibile" continuo a lamentarmi, più con me stessa che con lui "lo dici come se fosse una cosa normale!" dico vedendolo deglutire, così lo guardo accigliata, poi capisco rimanendo a bocca aperta ed occhi sgranati. "È SUCCESSO?!" gli pianto un ceffone, arrabbiandomi seriamente.
"Si..." borbotta massaggiandosi la guancia, con l'impronta rossa della mia mano.
"QUANDO???"
"L'altro giorno, quando sono rientrato prima dalla riunione. Non è vero che non c'era Axl, la verità è che Steven si è fatto una striscia di coca e... insomma, hai capito! È tornato a casa ieri, per questo ti abbiamo detto di non andarci."  mi spiega.
"Perchè non me l'hai detto?" chiedo cercando di calmarmi e di non scoppiare a piangere.
"Beh, vedi..." comincia ma lo interrompo.
"PERCHÈ NON ME L'HAI DETTO?!" sbrocco cominciando a piangere... di nuovo, e di nuovo gli pianto un ceffone sulla stessa guancia, per fargli male di più. Dopodiché comincio acamminare verso la casa di Duff, per prendere la macchina ed andare in ospedale da Steven. Cammino a passi veloci e lunghi, le mani lungo i fianchi e la fronte accigliata.
"JOSEPHINE!" mi chiama Saul, per poi raggiungermi ed afferrarmi un polso.
Mi giro verso di lui, gli lancio uno sguardo di fuoco e dico: "Lasciami." e subito mi lascia, deve aver capito! Così ricomincio a camminare e quando arrivo all'auto salgo, metto in moto e parto. Non me ne frega un cazzo se resta a piedi!
Io e Saul abbiamo chiuso!

Guido il più velocemente possibile verso l'ospedale, per quanto il traffico me lo permette. Sono sopra il limite di velocità ed un misto di emozioni tra le quali la rabbia e la paura mi assalgono, ma continuo facendo finta di niente, continuando a digrignare i denti per il nervosismo ed accigliarmi ogni volta che una macchina davanti a me si ferma e a suonare il clacson insultando un altro guidatore per la sua pessima guida. Poi finalmente intravedo il cartello stradale che mi avvisa dell'uscita che mi porterà verso l'ospedale dove è ricoverato Steven: il Dignity Health California Hospital Medical Center sulla S Grand Avenue 1401.
Appena entro in quella grande struttura in mattoncini, il caos regna intorno a me. Va bene, che so che questo è il peggior ospedale di Los Angeles ma cazzo! La barella di Steven con lui sopra è praticamente introvabile, così mi avvicino al bancone del pronto soccorso, dove un' infermiera alquanto annoiata sta sistemando delle scartoffie.
"Scusi." la chiamo il più educatamente possibile, come del resto mi hanno insegnato i miei genitori, ma la signora non si gira e continua a tenere la testa fissa sulle carte. "Hey!" ci riprovo alzando la voce, questa volta la donna alza il capo su di me guardandomi, però, male.
"Si?" mi domanda scocciata. Menomale che le infermire devono essere disponibili?!
"Vorrei sapere dove si trova un paziente appena arrivato." le comunico appoggiando le mani sul bancone, subito mi lancia uno sguardo di rimprovero. Ma vada al diavolo! "Allora?!" la sprono adesso scocciata.
Sospira. "Come si chiama il suo amico?" mi chiede.
"Steven Adler." dico, trattenendo le lacrime che cercano di sgorgare sulle guance. Trattieniti, Josephine!
"Non c'è nessun Steven Adler." mi comunica.
"Cosa?!" strabuzzo gli occhi. Come è possibile? I paramedici mi hanno detto che venivano qui!
"Ha capito benissimo!" mi rimprovera.
Adesso la ammazzo, lo giuro! "Forse è stato segnato con un altro nome." tento.
L' infermiera sospira di nuovo. Ancora?! "Allora, guarderò chi è stato segnato per un ultimo oggi!" annuisco più calma di prima, in realtà non lo sono! "L'unico uomo che è stato visitato grave è un certo Michael Coletti per ovedose." mi comunica.
"MA CERTO!" grido felice guadagnandomi un suo sguardo assassino. "È lui! È lui! È il suo vero nome!" spiego battendo l'indice sul bancone in legno, mentre la donna mi guarda male.
"Il suo vero nome?! Cosa sostanza hai preso, ragazzina?!" mi guarda di traverso la donna.
"Ma, no!" metto i puntini sulle i "È una rockstar e da tale deve avere un nome figo, no?!" dico ovvia.
"Rockstar?! Di quale band?" chiede interessata.
"Signora non ho tempo! Voglio vedere il mio amico, la prego! Sta male!" la guardo in modo implorante, e come suo solito sospira nuovamente ed alza gli occhi al soffitto.
"Va bene..." dice il suo verdetto in modo annoiato. "Stanza 203, piano 2º." mi informa, infine.
A quella notizia salto di gioia tutta sorridente, poi dico: "Grazie mille." dopodiché comincio a correre il più velocemente possibile, fregandomene dei rimproveri da parte degli infermieri e dei dottori, verso la camera del mio migliore amico.
Steven sto arrivando!

Ahhhh, che capitolo!😌 Posso definirlo un capitolo di transito, ma spero non vi abbia annoiato!☺️
Nel prossimo vedremo Steven!!!!!!! E qui vi lascio con una domanda: Come troverà Jo il suo migliore amico?
Al prossimo capitolo, ciao! 👋🏻
Giulia❤️❤️❤️❤️❤️

Coinquilini per un mese 2 ~ ormai solo vicini di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora