Uno scatolone. Un altro scatolone. Un ennesimo scatolone appoggiato davanti alla porta del pianerottolo del mio appartamento.
Steven, in sedia a rotelle per non stancarsi, è parcheggiato dietro di me e mi osserva attentamente spostare la sua roba dall'ascensore dentro l'appartamento.
"Stai attenta, capito?!" si raccomanda per l'ennesima.
È circa mezz'ora che sono qui a scaricare e trasportare, mi sono rotta!
"Si, si, ho capito!" esclamo esasperata "è facile quando si è in sedia a rotelle, vero?!" scherzo ironica ma a faccia severa.
"Si, devo dire che sono comodo" confessa controllandosi le nocche della mano perfettamente idratate e in ordine non avendo mai visto un solo giorno di duro lavoro "si, ma quando hai fatto?" mi domanda, poi.
A quella domanda il mio cervello smette di connettersi con l'intelligenza e si blocca per poi farmi girare verso di lui, ma mi trattemgo per non sbattergli la testa contro il muro.
"Se non stai zitto te li carichi da solo, capito?!" lo minaccio con assoluta calma e subito dopo ritorno al mio lavoro.
Quando ho finito di sistemare la roba di Steven nella stanza degli ospiti – dove circa un anno fa sormivano tutti i ragazzi –, mi stendo sul divano con accanto il biondo che sembra anche lui stremato.
Lo sento sospirare "che duro lavoro!" si lamenta guadagnandosi un mio sguardo truce "scherzo, dai!" si difende.
"Sarà meglio!" controbatto aggiustandomi ed appoggiando la testa sulle sue gambe sentendomi finalmente in pace con me stessa, quando, però, il telefono di casa squilla. Mentre impreco a bassa voce in tutte le lingue, vado a rispondere.
"Pronto?!" dico alla cornetta del telefono.
"Jo?" chiede la voce dall'altra parte.
"Si?" chiedo stranita.
"Ciao, sono Duff!"
"Duff! Perchè hai chiamato?" gli chiedo, anche perchè non mi chiama mai!
"Volevo invitarti alle prove di domani pomeriggio" mi informa "vuoi venire?"
"Si, ma Steven ancora non si sente bene" gli faccio notare.
Come faranno senza batterista?
"Ah, si, abbiamo trovato un sostituto finchè non si rimetterà" mi spiega.
"Ah, okay, allora a che ore devo venire?"
"Alle 4:00pm alla casa discografica Geffen"
"Va bene, ciao" e riattacco, dopodichè ritorno distesa sul divano come prima.
"Chi era?" mi domanda Steven accarezzandomi i capelli, facendomi rilassare di conseguenza.
"Duff" gli rispondo "mi ha invitato alle prove di domani e mi ha spiegato che hanno preso un sostituto finchè non ti rimetterai" mi tiro sù a sedere "non sei felice?" gli domando.
"Beh, c'è qualcosa che non ti hanno detto" mi fa notare.
"Cosa?" chiedo curiosa ed impazziente allo stesso tempo.
"Beh, questo sostituto è diventato fisso" comincia "è con loro già da un po' "
"Cosa?! No, Steven! Ti sbagli! Ti hanno sostituito per darti il tempo di riposarti e di rimetterti!" lo rassicuro, è stanco e deve riposare.
"Cazzate, Jo!"
"Dai, basta" gli accarezzo i capelli rassicurandolo e guardandolo in quegli occhioni celesti "ti rimetterai e ritornerai il batterista dei Guns n' Roses, perchè è impossibile sostituire Steven Adler!" gli confesso sorridendogli e vedendolo sorridere anche lui, a quel lunto gli scocco un bacio sulla guancia e mi abbandono appoggiata sul suo petto e le braccia intorno al suo collo "stai tranquillo" dico prima di chiudere gli occhi."Jo" la flebile voce di Steven mi sta chiamando, ma, non avendo voglia di svegliarmi, mugugno e basta "Jo, svegliati!" insiste, così faccio finta di niente e addirittura mi aggiusto stando più comoda "ti prego svvegliati! Ho le gambe informicolite!" si lamenta cercando di muoverle e quando mi arriva una ginocchiata nel naso decido di alzarmi.
"Ahia!" mi lamento tenendomi il naso a causa del dolore, mentre guardo il biondo adirata.
"Te l'avevo detto che ti dovevi svegliare" si giustifica il furbetto.
Ma come si permette!
"Vuoi stare a digiuno oggi, caro?!" lo minaccio, tanto so' perfettamente che non si cucinerà mai niente e non glielo permetterò.
Strabuzza gli occhi "Cosa?! Stai scherzando? No, no, no! Sono anche le 12:30pm!" si lagna guardando l'orologio che ha al polso "Io ho fame!"
"Peggio per te!" lo rimprovero mantenendo la parte e facendo finta di essere offesa, ma in realtà ho anch'io una fame assurda "ci potevi pensare prima!" mi alzo dal divano dirigendomi a braccia conserte verso la mia stanza, mentre la raggiungo sento il biondo seguirmi.
"Joooooo" mi chiama volendo attirare la mia attenzione.
"No, caro" continuo ad ignorarlo ridendo di nascosto e quando raggiungo la porta della mia camera, finalmente mi giro e lo vedo inginocchiato davanti a me con le mani conserte come se stesse pregando "cosa vuoi?" gli domando sarcastica trattenendomi dal ridere.
"Lo sai cosa vogliooo! Voglio mangiare!" mi prega piagnucolando, a quel punto le risate soppresse sono così forti dal farmi scoppiare a ridere proprio davanti alla sua faccia, facendomi guadagnare degli sguardi confusi da Steven "cosa succ-" si blocca da solo e alzandosi in piedi sembra aver capito tutto – finalmente! – "brutta stronza che non sei altro!" mi punta il dito indice contro mentre continuo a ridere ininterrottamente "vieni qua!!!" e con un movimento repentino mi afferra per entrambi i fianchi, mi scaraventa sul materasso del mio letto e comincia a fami il solletico dagli stessi fianchi alla pancia, facendomi così contorcere dalle risate ormai esauste.
"BASTA! BASTA!" grido mentre rido, non facendocela più a sopportare tutto quel solletico "VA BENE, TI PREPARO DA MANGIARE!!" urlo quest'ultima frase sull'orlo delle lacrime, quando finalmente smette.
Steven ha smesso di farmi il solletico, io, invece, ho smesso di ridere e ho cominciato a cucinare il pranzo per entrambi: pollo e patatine fritte.
Cosa si vuole di più? Steven ha trovato quel qualcosa in più: infatti mi ha chiesto: "Ce l'hai una birra?"
"No, Steven!" gli ho risposto "E non dovresti bere visto che sei a riposo" gli faccio notare infine "ti devi rimettere al 100% se vuoi tornare a suonare come in Appetite for Destruction!"
"Va bene" borbotta addentando una patatina affogata nel ketchup "ma domani ci andrai alle prove dei ragazzi?" mi domanda, poi, non guardandomi negli occhi.
"Certo" gli rispondo volgendo lo sguardo su di lui, mentre mangia come se non fosse successo niente e la conversazione appena iniziata non fosse mai esistita.
"Sai vero che ci sarà Saul" continua, finalmente guardandomi negli occhi.
"L-lo so" balbetto non sapendo come rispondere a causa di quella realtà inaspettatache non mi aspettavo. Non ci avevo pensato a quell'eventualità certa, anzi, certissima ma di sicuro non mi faccio problemi! "Perchè?" gli domando accigliandomi, perchè gli dovrebbe interessare particolarmente? Ci siamo lasciati e lo sa, ma continuerò di sicuro a frequentare i ragazzi!
"Perché non voglio che quando tornerai a casa sarai disperata e triste e quel pezzo di merda ti avrà fatto soffrire e-"
"E ho capito!" lo interrompo e allo stesso tempo accentuo la e facendogli capire che ha detto quella consonante troppe volte per i mie gusti "Non mi farà soffrire, Steven" gli faccio notare smettendo totalmente la fame "Perchè è una questione chiusa e sepolta e non mi farò più trascinare in quel giro vorticoso che è la sua vita" voglio concludere questo discorso al più presto ma lui sembra non voler smettere.
"Ma tu lo ami, ancora" continua ritornando a mangiare.
"Si, lo amo, ancora" affermo ed è la verità! "Ma ho chiuso, ho fatto di tutto per provargli che lo amo: l'ho aspettato un anno perchè era impegnato in quel fottuto tour e lui cosa ha fatto? Mi ha tradito e si è sposato! Poi è tornato – da divorziato, oltretutto! –, l'ho perdonato e cosa ha fatto? Mi ha praticamente abbandonato in quella villa per andarsi a strafare e ad ubriacrasi, solo per essere certo che io fossi li ad aspettarlo. Lui non mi ama veramente, lui vuole qualcuno da scoparsi e che lo aspetti la sera dopo che ha fatto tutte le sue cazzate da adolescente bruciato! Sai una cosa? Che vada a puttane! Io ho chiuso per sempre con lui!" così finisce la nostra conversazione abbandonandoci ognuno dei due ad un silenzio pensiero, anziché imbarazzante o amareggiato.
Per sempre. Due parole, nove sillabe che possono mettere fine a tutto e che possono valere più di una porta chiusa in faccia o di un anno di silenzio; sei consonanti e tre vocali che ti possono stravolgere la vita cambiandola come quando volti una pagina di un libro. Cambiando storia. Cambiando argomento. Cambiando tutto.
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Coinquilini per un mese 2 ~ ormai solo vicini di casa
FanfictionCOMPLETATA. Sequel di "Coinquilini per un mese". Un anno dopo, dalla partenza dei Guns n' Roses per il loro tour dell'album "Appetite for Destruction", al loro ritorno Josephine si ritrova a dover affrontare Slash e gli altri.