Capitolo 31

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DRIN DRIN DRIN
La sveglia suona svegliandomi, ma non apro gli occhi e rimango immobile nel mio letto finchè non sento Barney abbaiare isterico davanti a me.
"Chiudi il becco, Barney!" provo a farlo ammutolire, ma stamattina se,bra non volermi ascoltare così faccio come vuole lui e mi alzo. Mentre striscio i piedi verso la cucina, lo guardo camminare accanto a me e scodinzolare, ma lo guardo male. "Sei fortunato che sei l'unico a sopportarmi!"
Faccio colazione e subito dopo mi lavo e mi vesto per andare dritta all'ospedale da Steven, per fargli compagnia e vedere come sta perciò salgo in auto, che honparcheggiato il giorno prima sotto casa, e mi dirigo verso l'ospedale in cui è ricoverato. Arrivata lì parcheggio, saluto l'infermiera che mi ha aiutato a trovare il mio amico il giorno prima e salgo sù con l'ascensore fino ad arrivare alla stanza di Steven, dove lo trovo seduto su una poltrona occupato a guardare la tv, con una flebo iniettata nell'incavo del braccio destro. Entro andandogli incontro e sorridendogli lo abbraccio, per poi scoccargli un bacio sulla guancia e, afferrando la sedia di ieri, mi siedo al sup fianco.
"Che guardi?" gli chiedo.
Speriamo non si ricordi della promessa!
"Bah, una replica di Friends." mi informa, ma poi si gira guardandomi dritta negli occhi. "Ma parliamo di cose serie, come è andata con Slash?" mi chiede.
Ecco, lo sapevo! Lo sapevo!
"Male, Steven." confesso dispiaciuta abbassando lo sguardo sul polso, sul quale presenta un livido nero intorno. "Me ne sono andata da Laurel Canyon." sussurrai sull'orlo delle lacrime.
"E dove stai ora?" mi chiede sbalordito.
"Sono tornata all'appartamento." lo informo. "I ragazzi quando vengono?" gli chiedo non vedendo nessuno a fargli compagnia.
"Non lo so se vengono."
"Come no?!" chiedo sbalordita. Spero di aver capito male!
"Hanno da fare..." continua sempre il biondo abbassando lo sguardo al pavimento.
Lo guardo tristemente mentre fissa lo sguardo sul pavimento, sospira alzando le spalle e con gli occhi lucidi, così decido di non poter sopportare più queste angherie che subito gli dico: "Non ti preoccupare, Steve! Ci sono io!" e dopodiché lo abbraccio in modo che non si possa più sentire solo, non voglio e non lo permetterò! "Senti, dove andrai quando uscirai da qui?" domando al mio migliore amici, mentre mi stacco da quell'abbraccio vedendolo asciugarsi una lacrima.
Quanto mi dispiace per lui!
"Non lo so..." comincia. "Penso a casa mia!" dice poi alzando le spalle.
"Se vuoi puoi venire da me, del resto sono sola con Barney!" gli offro quella proposta su un piatto d'argento e spero proprio che accetti, perchè mi piacerebbe fargli compagnia e poi del resto siamo migliori amici!
"Va bene, mi aiuterai a portare le mie cose?" accetta.
"Ma certo, e tu mi aiuterai a pulire casa?" lo prego guardandolo con occhi dolci ed un sorrisino tirato in viso, lo vedo pensarci un pochino.
"Non penso proprio!" scuote la testa con la mano appoggiata sul mento in modo pensante e gli occhi socchiusi, quell'immagine mi fa ritornare immediatamente il sorriso e per la sua risposta sfacciata gli do una leggera spinta ridendo insieme a lui. "Non stavo scherzando, Jo! Ma se proprio ci tieni alloora... farò uno strappo alla regola!" aggiunge, poi, facendomi ridere ancora di più.
Questo ragazzo è davvero speciale!

12:59pm
Steven comincia ad avere fame e da brava infermierina che sono corro al bar che sta al piano terra per comprargli qualcosa di decente, come dice lui perchè il cibo dell'ospedale è per morti sfigati!, sue testuali parole! Così mi affretto e, anche se sono cinque piani prima di arrivare alla mia meta, decido di prendere le scale per fare il più velocemente possibile. Per scendere con più velocità e per sentirmi sicura di non cadere, afferro la ringhiera in ferro smaltata di bianco. I miei piedi sfrecciano come una locomotiva su quelli scalini di marmo bianco, la mia testa mi ripete destra-sinistra sinistra-destra per paura di cadere e quando finalmente raggiungo il piano terra, sicura di averla scampata da una caduta imbarazzante, qualcuno mi viene a sbattere contro facendomi di conseguenza cadere sul freddo pavimento dell'atrio.
"Ahia!" per poco grido, poi alzo lo sguardo e lo vedo davanti a me che mi guarda un po'... come dire... sorpreso, ecco! Ed io di viceversa faccio lo stesso, fino a quando non mi porge la mano, vedo le sue labbra muoversi ma sono troppo concentrata sui suoi occhi.
Quegl'occhi...
"Hey, hai capito?!" mi domanda sventolandomi una mano davanti la faccia.
"Cosa?" scuoto la testa per ritornare alla realtà, quella in cui io e Saul ora siamo solo due amici o conoscenti, quella triste realtà.
"Stai bene?" ripete la domanda che in realtà non avevo sentito per niente, intanto mi porge la mano per alzarmi ancora una volta.
"S-si..." dico all'inizio un po' affannata, mentre mi alzo ma vedendolo confuso ripeto più decisa:"Si!"
"Guarda che siamo in un ospedale se ti sei fatta ma-" cerca di dire ma lo interrompo.
"Ho capito, ho capito! Mi sento bene, benissimo!" agito le mani davanti a me.
Perchè insiste così tanto!
"Va bene." risponde grattandosi la nuca per poi abbassare lo sguardo.
Si sento a disagio, deduco nel vederlo comportarsi in quel modo e forse si sente anche in colpa... no, no, no! Non ci credere, Josephine! "Dove andavi?" mi domanda, poi.
"A comprare qualcosa da mangiare al bar." gli spiego, anche se cerco di evitare il suo sguardo non ci riesco, fallendo nel mio intento di evitarlo.
"Steven, vero?!" mi chiede certo della mia risposta, così annuisco facendolo ridere ma immediatamente interrompo quel momento e salutandolo mi incammino verso il bar. "Aspetta, vengo anch'io a prendere qualcosa! Tanto volevo andare da Steven!" mi informa seguendomi.
Perchè tutto a me???
Appena entriamo nel bar, ci dirigiamo verso il bancone in vetro dove sono esposti ordinatamente due file di sandwich farciti diversamente. Lancio uno sguardo a panini e velocemente decido, perciò aspetto che arrivi il barista e quando me lo trovo davanti sento lo sguardo di Saul puntato su di noi.
"Buongiorno, signorina." mi saluta il giovane ragazzo sorridendomi.
"Sono già passate le 12, si dice Buonasera, idiota!" interrompe quel momento Saul tossendo mentre lo insultava, subito gli lancio uno sguardo di fuoco e poi mi rigiro verso il ragazzo dietro il bancone sorridendogli a mia volta.
"Un sandwich al tonno e maionese ed uno al prosciutto." ordino il mio pranzo e quello del biondo, poi ordina anche il riccio al mio fianco e quando devo pagare Saul mi passa avanti e porge i soldi per il mio conto al ragazzo. "Slash, no!" mi oppongo, non voglio che paghi lui!
"Jo, non fare l'orgogliosa e fammi pagare!" quasi mi obbliga così, con un sospiro ed alzando gli occhi al soffitto, lo lascio fare.
Quando abbiamo fatto il riccio mi porge i sacchetti di carta bianca con il mio pranzo e quello di Steven e ci incamminiamo insieme verso l'ascensore, perchè non intendo neanche lontanamente salire cinque piani! Arrivati davanti all'ascensore saliamo e pigio il pulsante con scritto 5, rimanendo così da soli. All'inizio il silenzio regna in quella scatola metallica, ma non posso continuare così perciò intervengo.
"Non dovevi pagare il mio pranzo, Slash." abbasso lo sguardo guardando poi davanti a  me senza degnarlo di uno sguardo.
"Perchè non mi chiami Saul?" mi domanda con un accenno di tristezza nella voce.
"Siamo arrivati." lo informo appena le porte si aprono e come un razzo mi fiondo nella stanza del mio migliore amico, appena entro dico: "Guarda chi è venuto?" sorrido un po' forzatamente verso il biondo facendogli vedere Saul che entra subito dopo di me.
"SAUL!!!" grida di gioia Steven per poi spengere la tv e alzarsi dal divano, poi gli va incontro e lo abbraccio.
"Attento alle flebo, Steve." mi raccomando vedendolo tirarle un pochino, praticamente sono una rompipalle, ecco!
"Mi hai portato il pranzo, vero?!" si stacca poi il biondo puntando con l'indice i due sacchetti che ho in mano, annuisco e gli porgo il suo. "Senza maionese?" mi domanda, mentre apre il sacchetto e ci sbircia dentro.
"Certo." gli rispondo sedendomi sulla poltrona, dove il biondo è stato seduto fino a poco tempo fa.
E così cominciamo a mangiare tutti e tre: io seduta su quella poltrona in velluto, Steven sul letto e invece Saul seduto sul divanetto verde posto vicino alla porta. Lo sguardo di Saul è continuamente a bruciapelo su di me, così cerco di evitarlo ma è quasi impossibile e quando nota che sono arrossita per l'imbarazzo si mette a ridere sotto i baffi.
Bastardo...
Continuamo a mangiare, io cercando di far finta di nulla del riccio e Steven che ogni tanto ci lancia degli sguardi interrogativi fino a quando Saul non interrompe quel silenzio.
"Ritornerai a casa tua, quando uscirai di qui?" gli chiede Saul a Steven.
A quelle parole il boccone che sto masticando in bocca mi si ferma in gola andandomi di traverso, così comincio a tossire.
"Tutto bene?" mi raggiunge il biondo battendomi una mano sulla schiena, mentre tossisco un'ultima volta annuisco riprendendomi ma la domanda di Saul è rimasta ancora senza risposta e sono certa che vorrà una risposta.
"Allora?" esorta, infatti, il riccio in una risposta. "Tornerai a casa tua?" ripete questa volta più deciso, senza giri di parole.
"No, veramente vado a vivere da Jo per riprendermi un pochino e non stare solo." confessa il biondo guardando il riccio dritto negli occhi, che immediatamente mi lancia uno sguardo di fuoco con quei suoi occhi color cioccolato come per dire: "Che cazzo fai?"
Ok, ora sono nei guai!
Il mio sguardo vaga dal moro a biondo, dal biondo al moro non sapendo cosa rispondere, ma a farlo è Saul.
"Steven, col cazzo che vai a vivere da Jo! Lei è mia, hai capito???" ringhia il riccio alzandosi in piedi e battendosi il pollice sul petto in segno che io fossi sua.

Ragazzi qui le cose si mettono male!!!😱😱 Scusatemi per il ritardo ma con questo ultimo mese di scuola sono piena di verifiche fino al midollo! Per fortuna manca poco alla fine e quando saremo tutti in vacanza=Paradise City😎 aggiornerò più spesso, ve lo prometto!🤞🏼
Al prossimo capitolo,
Ciao!😘
Giulia❤️

Coinquilini per un mese 2 ~ ormai solo vicini di casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora