Una stella ✔

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Mi svegliai, ormai il cielo si stava facendo chiaro e piano piano il sole pigro, si stava alzando.

Stavo guardando l'alba.

Anche se voi non ci crederete: io l'avevo già vista miliardesime volte. Avevo già visitato tutto il pianeta. Conosciuto tutte le culture e le religioni. Avevo indossato ogni tipo di abito e di scarpa. Avevo conosciuto svariati caratteri, corpi e colori. Anche se non fisicamente, leggendo, io non avevo vissuto 16 anni. Ma bensì tutti i libri che avevo letto, ogni libro raccontava una storia, che poi era diventata mia.

La mia seconda passione era la fotografia.

Quando ero in giro mi piaceva pensare a come avrei potuto fotografare quel determinato luogo. Quale angolatura avrei potuto prendere. Quali colori avrei potuto usare, bianco o nero? Colori caldi o freddi? Sarebbe stato meglio dall'alto o dal basso?

Insomma io guardavo il mondo attraverso un obiettivo e questo mi piaceva. Mi soddisfava. Mi faceva sentire viva.

Ovviamente ero qui a Roma, per scoprire da dove venivo, ma era l'occasione giusta anche per scoprire un po' questa città.

Oggi sarei andata a visitare la biblioteca Angelica.

Mi ricordavo ancora quando a scuola alzavo la mano e dicevo:

《Questa fu la prima biblioteca d'Italia e la seconda d'Europa, dopo Oxford, si trova a Piazza Navona e ospita milioni di manoscritti anche in greco e latino.》

Evidentemente mi vedevo come una guida turistica, ma non era questo l'importante, almeno non adesso. La cosa meravigliosa era che, per la prima volta la vedevo di persona e niente foto o libri.

Durante il tragitto pensai a come ero stanca ma ancora in vita. A come ero ferita anche se non lo davo a vedere. A come soffrivo ma continuavo a sorridere. A come urlavo ma in silenzio. E a come ero impaziente, un po' insicura. A come commettevo errori, perdevo il controllo e a volte ero così insopportabile, che mi davo fastidio da sola.

Mi mancavo. Non ero più quella bambina, dolce, spensierata e sempre sorridente.

Ma poi ripensai alle parole che piano piano avevo imparato a comprendere:

"Quando starai per mollare, quando avrai bisogno di conforto, quando la speranza sarà svanita. Ricorda che hai ancora molto da scoprire, la tua vita sta per iniziare. Vivila."

Mi costrinsi ad alzare la testa e a viverla.

Stavo andando in libreria.
Perché leggere mi immergeva in un mondo diverso da quello reale e perché non mi faceva pensare alle preoccupazioni o agli impegni che mi affliggevano. Ma soprattutto perché provavo forti emozioni.
Ogni libro aveva una storia che io vivevo come se fosse mia.

Fondata nel 1604, incastonata in piazza sant'Agostino, la biblioteca sembrava una continuazione naturale, senza strappi, del convento e della chiesa omonima. Il suo salone di lettura, chiamato vanvitelliano per l'architetto che lo ideò, Luigi Vanvitelli, era di una bellezza commovente: la luce che entrava a spicchi dalle vetrate di destra illuminava i palchi, i balconi, le scale e una parte dei duecentomila volumi che venivano conservati all'interno del fondo antico e di quello moderno.

Anche se una linea di banchi precludeva l'accesso a chi era lì solo per fotografarne gli scaffali, nella zona riservata ai curiosi vidi testi meravigliosi, dedicati alla cartografia e ai viaggi di Cristoforo Colombo.

IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora