Il sapere ✔

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LA GERARCHIA.

Era molto diverso dagli altri: la copertina lucida, era sottile e rivestita da tanti ghirigori argento con delle sfumature rosee, il tanfo mi investii, ma non me ne curai più di tanto e iniziai a leggere.

C'erano negli angeli vari ordini ed era certo che essi non erano uguali, ma si differenziavano nel potere e nell'ordine.

Sovrastavano le capacità delle nostre menti e dei nostri pensieri, erano gemme preziosissime disposte nelle rispettive categorie.

Ogni ordine, aderendo alla conformità o imitazione divina, riceveva la luce, la scienza, il bene. E li trasmetteva secondo un processo di purificazione, d'illuminazione, di perfezione.

La contemplazione del mistero trinitario passava per l'iniziazione alle gerarchie angeliche.

Erano Nove Cori Angelici raggruppati in tre Gerarchie:

1) Ordine o Gerarchia Suprema (partecipa alla trascendenza divina).
Composta da: Serafini, Cherubini, Troni.

2) Ordine o Gerarchia Media (riceve la luce divina, anima e ordina il mondo, lo riveste di bellezza)
Composta da: Dominazioni, Virtù, Potestà.

3) Ordine o Gerarchia Inferiore (agente dell'economia divina verso l'umanità)
Composta da: Principati, Arcangeli, Angeli.

~GERARCHIA SUPREMA~

SERAFINI: (significa coloro che bruciano)
Ardevano continuamente di amore divino che, traboccava dalla dolce fornace dell'amore vero, senza mai annullarsi. Erano ardenti bruciavano in sé e accendevano gli altri del fuoco del divino amore, stavano in piedi in forza dell'amore fisso in Dio e inesauribile, poiché non potevano essere distolti dall'oggetto amato. Operavano per lo slancio di un amore perenne, poiché si riversavano nell'amato e sollecitavano con forti richiami per la continua e solerte azione di grazie, svegliando per dono divino coloro che, si erano indeboliti nell'amore verso Dio.

CHERUBINI: (significa pienezza di conoscenza)
Dopo i Serafini penetravano da vicino i misteri divini e sapevano comunicare abbondantemente agli altri la luce della divina Sapienza ricevuta. Ricevevano il lume della sapienza, illuminati da questo dono, conoscevano Dio della luce, contemplavano la bellezza e i lumi divini che, poi venivano trasmessi ad altri gradualmente.
Ezechiele narrava che i Cherubini muovevano le ali, le distendevano, facevano un battito con esse e si coprivano. Che cosa si esprimeva con le ali, se non il riposo della contemplazione. E questa era la specie della contemplazione che, si diceva elevazione della mente, quando cioè l'anima, fiaccata dalle passioni del cuore e angosciata da frequenti sospiri, ascoltava, per rivelazione, in se stessa la voce di Dio che le parlava.

TRONI: godevano di una pace imperturbata, collocati intorno a Dio altissimo in maniera sicura e salda, questi Angeli sovrastavano altri per la grazia della loro bellezza nei quali, per un qualche dono di benevolenza, l'ammirabile Divina Maestà aveva scelto di risiedere pacificamente.
Questi dunque, ricolmi dalla luce del giudizio, trasmettevano ai loro inferiori i giudizi divini, in quanto non solo ricevevano i raggi di luce del giusto giudizio loro infuso, ma per poterli ricevere si aprivano e si dilatavano con una forte espansione del loro ardente desiderio, in modo tale che per i doni ricevuti servivano il Signore nel compimento del loro ufficio che consisteva precisamente nell'esprimere il giusto e retto giudizio.

~GERARCHIA MEDIA~

DOMINAZIONI: possedevano il senso dell'eternità, della liberalità e della severità, non cercavano nelle onorificenze la soddisfazione delle loro ambizioni, ma l'utilità del gregge e non miravano alle cose temporali, ma a ciò che restava per sempre. Erano inflessibili nell'applicazione delle leggi e generosi nel concedere grazie.

VIRTÙ: (significa coraggio saldo)
Spettava a costoro capovolgere i regni, deporre i potenti dai troni, spettava a essi inculcare ai sottoposti il rispetto verso i maggiori. Assegnavano agli ordini inferiori i compiti da svolgere e li mantenevano costantemente ordinati a Dio.

POTESTÀ: erano coloro che scacciavano gli attacchi del male e per mezzo dei quali veniva indebolito il loro assalto, tenevano a freno le tirannidi dei demoni affinché non superavano il confine oltre il quale non permetteva loro di scagliarsi verso gli Angeli.

~GERARCHIA INFERIORE~

PRINCIPATI: erano coloro che possedevano un carattere sovrano con potere di comando entro l'ordine divino. Erano superiori per una superiorità di fortezza, forti nel compiere miracoli, nell'attirare i doni celesti e nel ridistribuirli dopo averli ricevuti.

ARCANGELI: dirigevano direttamente all'attività degli Angeli e talora erano inviati da Dio con incarichi di grande importanza, per agire direttamente presso gli uomini ed erano gli unici che erano menzionati nei testi sacri.

ANGELI: gli Angeli erano la via verso il verbo, si nutrivano di Lui, perché gli Angeli erano il rifugio perfetto della luce divina. Venivano spesso inviati ad annunciarci i voleri divini. Ci comunicavano la divina potenza nella conversione dei peccatori, la stessa sapienza nella rivelazione dei segreti, la misericordia nella glorificazione dei giusti, la giustizia nella condanna dei malvagi.
Imitavamo gli Angeli per aver il terrore dei castighi, per estirpare i vizi, per avere rispetto delle cose sante e per poter essere attratti verso il cielo.

I Nove Cori Angelici erano necessari al Signore per poter ottenere quella melodia e armonia celestiale che, era la sinfonia del Suo ardente AMORE.

Adesso che avevo capito com'erano suddivise quelle creaturine magiche, riuscivo a dargli un posto nel cielo.

Guardavo le stelle e capivo che non erano semplici puntini luminosi, erano angeli.
Ognuno seduto al proprio posto.

Soddisfatta mi avviai verso la mia nuova casa, THE MIRROR OF THE SOUL.

Quando arrivai, l'ora di cena era già passata da un pezzo e le cameriere stavano tirando via le ultime tazzine sporche dal fondo del caffè e qualche bicchierino pieno ancora per metà di liquore.

Quando varcai l'entrata del salone, proseguii senza soffermarmi più di tanto, senza prestare attenzione a quei piatti sporchi, continuai a passo spedito fino alle scale.

Quando finalmente, arrivai in camera mia, mi chiusi la porta rosa pastello alle spalle e decisi che, era giunta l'ora di guardarmi allo specchio, ce l'avevo lì accanto a me, eppure era da più di due settimane che non mi ci guardavo.

Passarano ore che, in realtà erano solo minuti, e io continuai a rimanere immobile davanti a quella superficie piatta e fredda, fissando la mia immaggine riflessa, così diversa dalla vecchia immagine di me.

Adesso il mio sguardo luminoso e sempre allegro, si era sostituito a uno sguardo vuoto, rassegnato, con sotto due enormi occhiaie violacee per il mancato riposo. Ma quello che veramente mi sconvolgeva di quell'immagine riflessa erano gli occhi, prima di un verde marino così caldo e intenso, adesso diventati di un cupo nero che, facevo perfino fatica a distinguere la pupilla, se non fosse stato per alcuni corpuscoli dorati. Anche i capelli avevano cambiato colore, da un castano chiaro, a un nero brillante.

Mi faceva male vedere che, ogni cosa di me era cambiata, dopo la mia svolta.

IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora