NEVE'S POV'
Un sorriso furbo, gli increspò le labbra.
"Dovrò ricordarmene la prossima volta." disse più a se stesso che a me.
"Come facevi a saperlo?" chiesi titubante.
"Lavoravo qui ogni estate per due mesi, quando venivo a trovare la nonna. Conosco il nascondiglio di tutte le chiavi di scorta." mi rispose. Ed un ghigno gli crebbe sul volto.
Dopo che lui aprii il cancello, mi ritrovai di nuovo tra le sue braccia.
Sulla spiaggia bianca, un'aria fresca.
Stavo bene. Non avevo bisogno ancora, del suo sostentamento.
Ma dopotutto mi piaceva, quindi non gli dissi niente.
Eravamo le uniche persone presenti.
Mi guardai meglio in giro.Davanti a noi. Una passerella di legno, illuminata da fiaccole, dava direttamente sulla riva. Tutt'intorno invece dei soliti ombrelloni e sdraio chiusi, che ci si aspettava di vedere in queste situazioni. Vi erano sulla sabbia, dei teli quadrati con cuscini abbinati dall'aria molto comoda.
Con al centro di ognuno, una lampada antica. Che prendeva il posto di un focolare.Alla mia destra un'altra passerella portava ad un chiosco su due piani.
Molto raffinato con le sue pareti interamente di vetro e un terrazzino in legno bianco.Bianco, era tutto bianco.
Stavo iniziando ad odiare quel colore.
Io volevo il nero.
Io volevo Daniel.
Daniel era il mio nero.
Profondo e buio come un notte invernale.
Il cuore dolce, anche se pieno di ghiaccio con il resto del mondo.
Ghiaccio, come il colore dei suoi occhi, venati del nero che possedeva dentro le ossa. Da dentro il suo sangue.
Girava in tutto il suo corpo. Infettandolo come la peste, uccidendo tutti dopo il suo passaggio.
Ma non me. Il suo nero, mi faceva rimanere in vita.E se non era lui il nero?
E se quel nero ero io?
E se lui era il bianco?
LUI era come il fuoco.
Indomabile.
Ti faceva bruciare e non provava pietà per nessuno.Era il rosso, come la passione.
Ingannevole come la cospirazione.
Sublime come la disperazione.LUI non aveva paura.
Guardava in faccia il suo nemico, senza lasciarsi tentare dal passato.Era impassibile al mondo che girava intorno a LUI troppo velocemente.
LUI guardava, ammirava. Come tutto e tutti lo lasciavano indietro. Lo gettavano, rovinandolo, riscrivendolo. Anche se LUI non voleva.
Ma non io.
Io lo volevo, eccome se lo volevo avere accanto a me.
Ogni istante della mia esistenza.LUI era il libro, che mai nessuno aveva letto.
Era tutto bianco.
Avevo bisogno di nero.
E quel nero l'avevo trovato soltanto in una persona.
LUI non si sarebbe arreso.
Perché avrei dovuto farlo io?Ci sedemmo sul morbido tessuto dei forse... Quindici cuscini che ricoprivano il telo.
"Finalmente, il primo attimo di serenità." dissi in un sospiro stanco. Mentre mi sedevo di fianco a Daniel che si era appena sdraiato, con le mani dietro alla nuca.
"Vuoi parlarne?" mi chiese con tono preoccupato.
Non avevo voglia. Non ce la facevo, avevo paura.
Il timore s'insidiò ovunque e non sentii più uno spazio libero nel corpo.
Mi sentii soffocare."No, mi dispiace. Ma non ce la faccio." dissi con voce distante. Magari domani più riposata e con una mente un po' più lucida, ce l'avrei fatta.
Ma adesso NO.Si limitò ad annuire. Per poi posare una mano sulla mia vita, facendomi rotolare di fianco a lui. Chiusi gli occhi, potevo sentire i nostri cuori. Danzare, unirsi, toccarsi, ballare in una danza infinita.
Era questo che volevo.
Noi due.
I nostri respiri.
All'infinito.______________________________________________
DANIEL'S POV'
LEI era il bianco.
Intoccabile, se volevi mantenerlo tale.Dopo un po' che la guardavi. Ti facevano male gli occhi per la sua bellezza.
Era bianca.
Come la spuma delle onde, davanti a me.Chiusi gli occhi prendendo un bel respiro e lo trattenni.
Piegai la testa d'un lato. Strizzando gli occhi in due fessure rigide.
Una lacrime mi attraversò, il ponte poi il naso. Fino a continuare sulla guancia, terminando la sua corsa nella federa del cuscino di quel telo, soffice.Bianca.
LEI era bianca.
Era tutto bianco e lei aveva bisogno di nero.
Me lo sentivo.
LEI così pura, ma peccaminosa sotto le sue labbra di rose. Labbra ingannevoli.
Quel tipo di inganno che neanche le guerriere avevano mai visto.LEI era meschina.
Armeggiava con i peccati capitali come fossero carte da gioco.
Scommetteva su di essi e si lasciava comandare.Ma forse mi sbagliavo.
Lei non era bianco. Lei era nero e aveva bisogno di bianco.Perché in fondo chi aveva mai visto una demone, dall'anima bianca?
Nessuno.
Ma dopotutto.
Neve era diversa.
Non era come gli altri.LEI non si sarebbe arresa.
Perché avrei dovuto farlo io?SPAZIO AUTRICE:
Buongiorno MY READERS stavo pensando che siccome ormai siete in tanti quelli che seguono la mia storia e spero ovviamente che continuerete,sarebbe più opportuno fare un gruppo,per aggiornarvi,o per ricevere consigli,ma soprattutto per conoscerci meglio.
Quindi se vi farebbe piacere entrare,mandatemi i vostri numeri in chat privata❤
Vi voglio bene❤
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IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)
ParanormalNeve una ragazzina timida, insicura, fragile. Non aveva avuto un passato facile e nemmeno il suo presente era da meno. Sedicenne, non sapeva esattamente cos'era l'amore, perché non gli era mai stato ricambiato. Un segreto di cui anche lei ne era all...