NEVE'S POV'S
Stamattina al telegiornale avevo, appena visto una coppia di novantenni che si teneva per mano. Festeggiavano settant'anni di matrimonio.
Lui era stato in guerra.
Lei aveva sedici anni e l'aveva aspettato quattro anni, massimo una lettera al mese, senza whatsapp, facebook o telefono, e lui non l'aveva mai tradita, da lontano l'aveva sempre amata. Era tornato e si erano sposati, e nonostante le mille difficoltà si amavano ancora.
Ora mi guardavo in giro e vedevo solo un deserto di valori. Ragazzi che si mollavano perché c'era un'ora di distanza di treno. O perché passavano quattro mesi all'estero. O ancora, perché non volevano "cose serie"
Persone che non sapevano più combattere per niente: senza passione, entusiasmo, fermento amoroso.
"Che desolante panorama umano." pensai.
Ma poi mi resi conto che era quello che avevo fatto io.
Avevo abbandonato Daniel, per cosa esattamente?
Per il mio passato?
Che tanto da sola non sarei riuscita a scoprire?
Al diavolo il mio passato!
Era giunta l'ora di farmi perdonare e accettare da Daniel.
Dovevo ricongiungermi a LUI.
Perché era lui il pezzo del puzzle che mancava per completare la mia vita.
Partii, dovevo trovarlo, e l'avrei trovato.
Misi le cuffiette nelle orecchie, il mio corpo me lo stava chiedendo, ne aveva bisogno.
Alzai il volume più che potei, ma ancora non mi bastava. Non mi entrava ancora dentro al corpo, la melodia rimbombava nei timpani, ma non entrava.
Sconvolta, perché la musica non mi faceva più effetto. Scoppiai a piangere.
Un pianto acuto, disperato, che tutti sentirono. Ma mentre io morivo dal dolore: alcuni mi passarono davanti come se non stesse succedendo niente, altri mi dettero delle occhiate fugaci, quasi intimoriti da me, ma nessuno si fermò per aiutarmi. Potevo morire, che in questo mondo nessuno se ne sarebbe accorto.
Se non fosse stato per... Daniel (?)
Daniel mi prese per i fianchi, tirandomi su, e io gli allacciai le gambe alla vita muscolosa.
Liberò le ali dalla maglietta di cotone bianca, e insieme spiccammo il volo.
Lui.
Non aveva paura di me.
Tirai un sospiro di sollievo, che fra i vari singhiozzi, sembrava solo un sogno lontano. Mai realizzato e irrealizzabile.
"M-Ma Daniel e gli altri? Ci hanno visto! Ti han-hanno visto! Le tua ali! Ade-adesso? "
"Tranquilla, amore mio. Per te rivelerei questo segreto a chiunque."
Sollevata, ma anche mortificata, per il fatto che se fosse successo qualcosa, sarebbe stata solo colpa mia. Appoggiai la mia testa al suo petto perfetto.
"Daniel, Dani, davvero? Sei tu?" urlai cercando di farmi sentire.
Lui si limitò ad alzare la testa e a piangere.
"Credevo che non ti avrei mai più rivista, Neve. Mi sei mancata troppo. Ah buon compleanno amore mio."
"Mi dispiace non avrei dovuto. Io sono stata una..." non mi fece finire di parlare.
Quelli come lui non avevano debolezze, ti guardavano dritto negli occhi senza scomporsi.
I ragazzi come Daniel erano il freddo: impassibili e passeggeri. Almeno così credevo.
Si sfiorò il labbro inferiore con l'indice e il pollice.
Lo guardai abbassare gli occhi fino alle distese verdi sotto di noi, di un colore petrolio chiaro. Facendo sfiorare le ciglia lunghe contro gli zigomi scuri.
"Okay allora." Daniel alzò gli occhi su di me, pronunciando quelle parole. Incrociando poi le braccia al petto -era come se il niente mi avesse accolto a braccia aperte, come se il dolore si fosse di nuovo impossessato di me con la stessa velocità con cui mi aveva abbandonato.
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IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)
ParanormaleNeve una ragazzina timida, insicura, fragile. Non aveva avuto un passato facile e nemmeno il suo presente era da meno. Sedicenne, non sapeva esattamente cos'era l'amore, perché non gli era mai stato ricambiato. Un segreto di cui anche lei ne era all...
