È importante nella vita avere qualcuno a cui regalare un fiore

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DANIEL'S POV'

L'angelo correva. Gridava. Si disperava e urlava. E correva ancora.
Ed una giovane donna incredula, rimaneva a guardarlo senza spostarsi. Cosa che invece aveva fatto tutta la folla. Non per cortesia ma per paura.

L'angelo correva. Correva e gridava. Salì su un muretto si guardò intorno con aria smarrita. Mentre la giovane donna lo osservava meglio. Accorgendosi dei suoi occhi. Dei suoi capelli. Della sua bellezza che non sembrava vera.
L'angelo sgranò gli occhi.
Lanciò un ultimo grido e infine cadde a terra.

La giovane donna chiuse la porta del suo piccolo appartamento. Che non divideva con nessuno.
Sul suo divano c'era l'angelo.
Un medico sbucato tra la folla l'aveva visitato e aveva detto che l'angelo non era ferito e non stava male
Aveva solo bisogno di riposo perché era molto stanco.
Allora la giovane donna si era offerta di ospitarlo nel suo alloggio.
Solo per quella notte, ovviamente.
Era stata attratta fin da subito da quel "giovane" Era così bello da non sembrare umano.
Aveva pensato fin da subito alla sua storia. A quanto sarebbe stata coinvolta se gliela avesse raccontata.
Così si mise a vegliare su di lui.

Quando la giovane donna aprì gli occhi erano le sette.
E l'angelo non c'era più.

Uscì di corsa dall'alloggio.
Ormai era l'alba e la città gli apparve sonnolenta come un bambino stanco che non aveva ancora voglia di alzarsi.
E subito lo ritrovò.
Era lì. Poco distante dall'appartamento. Intento a lavarsi in una fontana.
Prendeva l'acqua con una mano se la faceva scivolare sui capelli e poi nell'incavo del collo. Con gesti naturali, senza il minimo imbarazzo. Sembrava quasi volesse togliersi di dosso l'odore della notte.
Si muoveva con lentezza, ad occhi chiusi, come se stesse compiendo un rito.

L'angelo non si accorse che la giovane donna si era avvicinata e lo chiamava:

"Ehi stai bene?"

L'angelo sussultò terrorizzato e la guardò con gli occhi di chi stava fuggendo da qualcosa.

"Non aver paura -lo rassicurò la giovane donna- ieri notte stavi male e ti ho accolto nel mio appartamento, volevo solo sapere come stavi."

L'angelo la guardò senza dirle nulla.

Il sole stava sorgendo alle sue spalle e per un attimo. Lì controluce, l'angelo sembrava risplendere di un'aura di fuoco.

La giovane donna sorpresa da quella "visione" continuò a parlargli.

"Capisci la mia lingua?"

"Sì." disse infine il giovane.

"Bene, ricominciamo dall'inizio. Tu sei...?" chiese la donna dopo un sospiro.

L'angelo rispose alla sua domanda facendogliene un'altra di rimando.

"Tu conosci l'emozioni -continuò l'angelo a lei sconosciuto- le mie emozioni sono confuse. Insegnami a capirle, ti prego."

La giovane donna non sapeva cosa fare. Vedeva l'angelo tremare mentre si guardava attorno.
Era convinta che il giovane fosse un po' confuso e voleva rassicurarlo.

"Sì. Posso insegnartelo." gli rispose la donna.

"Ho bisogno di capire -disse l'angelo sentendosi più tranquillo- se io ho sempre vissuto tutte l'emozioni con la stessa intensità. Perché sai la donna della foresta mi ha detto che ci sono modi diversi di vivere l'emozioni e ci sono diverse emozioni. Ma io non riesco... Non riesco a distinguerle."

"Sì...Sì ho capito -rispose la giovane donna che in realtà non aveva capito nulla- adesso però rientriamo in casa. Dopo ti dirò tutto ciò che so sull'emozioni. Va bene?"

IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora