DANIEL'S POV'
Di giorno l'angelo imparava a leggere e a parlare.
Mentre la sera. Quando la signora riprendeva fra le mani il suo libro. L'angelo usciva.
La donna non sapeva dove andasse e neanche l'angelo lo sapeva a dire il vero.
Ma la donna non glielo chiese mai. Perché aveva la sensazione che al calare del buio, lui sarebbe sempre ritornato.
Così lo aspettava leggendo un libro.
E l'angelo tornava sempre prima che lei si addormentasse e restava accanto alla finestra, finché il sonno non prendeva il sopravvento sulla anziana donna. E solo a quel punto scompariva di nuovo, nel bosco.
Una sera, la donna era troppo stanca per lavorare al suo capitolo. Quindi si mise a guardare fuori dalla finestra, per aspettare l'angelo.
E nell'attesa aveva avvertito con chiarezza che il proprio tempo si fosse fermato.
Da quanto lavorava al capitolo dieci?
Da quanto non riusciva ad andare avanti?
Lo sapeva fin troppo bene: da quando aveva incontrato i suoi capelli dorati come il sole. Le sue ali chiare come la luna. La sua voce melodiosa come una nota musicale.
Il tempo era per quell'angelo qualcosa di estraneo. Qualcosa che gli scorreva accanto.
Lui da sempre immobile nella sua eternità. Non comprendeva e non suddivideva i giorni come facevamo noi.
No, per lui non c'era "notte, giorno, mesi, ore..."
Perché viveva nel suo istante.
Un giorno l'angelo le chiese:
"Perché la vita non è un unico immobile istante?"
La donna non aveva risposto. Si era seduta alla finestra e aveva ripreso a scrivere il suo capitolo.
Perché non lo sapeva neanche lei.
Io certe volte ci penso e credo che sia così perché altrimenti sarebbe una cosa monotona e infinita, ma in fondo cosa ci sarebbe di male nell'essere infiniti?
A noi piace vivere, sperimentare, celebrare. Quindi perché non farlo per sempre?
Semplice, perché tutto quello che diciamo di amare, in realtà lo odiamo. Tutto quello che diciamo di adorare, in realtà lo detestiamo. Perché quando diciamo di voler vivere, perché è la cosa più importante in questo mondo. Ma in realtà stiamo solo aspettando la nostra fine.
L'inizio di tutto.
Ma l'angelo insistette:
"E allora cos'è la vita?"
Questa volta la donna rispose. Anche se a malincuore:
"La vita è fumo, la vita è cenere. E l'unico modo per vivere è lasciare che entri. Che penetri fino in fondo. Lasciando che ti annerisca i polmoni.
Ed è per questo che ti fa così paura. Perché tu sei candido: perché vivere significa inquinare se stessi.
Ed è per questo che ti affascina tanto.
Perché la vita, proprio nell'istante in cui ci consuma di più, prende nell'aria, una bella forma."
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IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)
ParanormaleNeve una ragazzina timida, insicura, fragile. Non aveva avuto un passato facile e nemmeno il suo presente era da meno. Sedicenne, non sapeva esattamente cos'era l'amore, perché non gli era mai stato ricambiato. Un segreto di cui anche lei ne era all...
