NEVE'S POV'
Avvengono delle cose nella vita che ti sbattono al muro. Ti mettono totalmente fuori controllo.
Io mi sentivo totalmente fuori controllo. Non mi riconoscevo.
Affrontavo i primi passi. Provavo a superare i primi gradini e mi piaceva. Ma ero ancora fuori controllo.
E dentro di me si scatenava una guerra tra cuore e cervello ed ovviamente la meglio l'aveva il cervello. Altrimenti ora mi sarei trovata accanto al mio Daniel.
Razionalità ed istinto. Ovviamente era difficile scegliere o anche solo pensare quale avrebbe potuto vincere.
Per cui questo lo lasciai al caso.
Avevo passato la notte a riflettere.
Quante volte mi ero fermata per opporre i miei limiti a ciò che stavo facendo?
Quante volte avevo pianto, anche per niente?
Quante volte mi ero sentita fuori posto nel mondo. Nella mia stanza. Ovunque?
Quante volte di notte, non avevo dormito?
Quante volte avevo fatto finta di sorridere, perché in fondo ce l'avevano insegnato fin da piccoli. Ce l'avevano insegnato la prima volta, quando ci avevano detto "sorridi alla fotocamera"
Quante volte ero morta dentro?
Faceva freddo stanotte e se faceva freddo dentro. Non immaginavo fuori. Quindi abbandonai l'idea di evadere dalla mia camera.
Eppure nonostante il gelo. Le lenzuola continuavano ad incastrarsi tra le gambe che non riuscivano a stare ferme.
La testa mi girava piena di pensieri. Teorie futili. E cuscini scomodi.
E nuovamente il soffitto tornava ad abbracciarmi. A soffocarmi.
Lui che sentiva i miei timori e le mie paure più fondate.
Lui che percepiva le note incasinate del mio voler esserci. Della mia musica.
Lui che ascoltava la parte più vera e profonda del mio essere. Quella che tenevo solo per me.
(Ma stavo veramente parlando di un soffitto come se fosse stata una persona?).
In quel preciso momento mi sentivo come una fogliolina.
Una di quelle foglioline che venivano staccate dall'albero maestro dal vento forse. O da qualche bambino per gioco.
Mi sentivo come una fogliolina a terra ed infreddolita.
Sempre pronta ad essere schiacciata.
In questa notte. Che di notte sapeva poco i miei occhi si perdevano e disperdevano. Dimenticavano e riprendevano.
Le parole poi, non mancavano mai. Arrivavano prepotenti e vere.
Ed io rimanevo lì ferma con le notti insonni e tutti i miei limiti.
E riflettevo.
Riflettevo su ogni avvenimento che si era scontrato con la mia vita.
Ognuno di questi sembrava così vicino che mi venne da chiedermi se non l'avessi appena vissuto.
Pensavo all'unica e sola conseguenza che questi avvenimenti avevano causato.
A volte era così. Non me ne accorgevo nemmeno.
Perché bastava così poco per dimenticarmi chi ero. Chi avevo accanto. Da dove venivo.
Bastava così poco per dimenticarmi i miei principi. I miei diritti. E i miei valori.
Bastava un battito di ciglia o anche meno.
Ed io avevo deciso che mi sarei persa.
Che avrei espiato le mie colpe e avrei compreso quelle degli altri.
Avevo deciso di dimenticare. Almeno finché avrei potuto.
Ed era stata una bella sensazione.
La rabbia si era affievolita.
La consapevolezza si era impossessata di me.
I piedi mi si erano fatti di piombo. Ma erano comunque consapevoli che tentare era sempre meglio di rinunciare.
In tutto quello che facevo dovevo trovare una morale per cui:
Dimenticare faceva male. Ma bisognava comunque ricordare per tutta la vita.
Non si nasceva ne tanto meno si diventava invincibili.
Erano le sette quando mi costrinsi ad abbandonare l'abbraccio del soffitto e i grovigli delle lenzuola.
L'aria era fresca ma non pungente ed il sole sorgeva già alto nel cielo.
Uno stormo di rondini oscurò per un attimo la mia visione. Ed in quell'attimo di buio avevo ritrovato la mia vita.
Mi vestii molto velocemente e scesi le scale quasi correndo.
Quando toccai l'ultimo gradino. La caviglia mi si storse e io caddi a terra.
Quando alzai lo sguardo una mano si tendeva verso di me. Per aiutarmi ad alzarmi.
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IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)
ParanormaleNeve una ragazzina timida, insicura, fragile. Non aveva avuto un passato facile e nemmeno il suo presente era da meno. Sedicenne, non sapeva esattamente cos'era l'amore, perché non gli era mai stato ricambiato. Un segreto di cui anche lei ne era all...
