Mi svegliai di buon umore, come sempre.
Andai in bagno mi lavai la faccia.
Mi feci una doccia bollente, nonostante fosse estate, mi piaceva l'acqua calda addosso.
Asciugai i capelli alla meglio bene, legandoli in una crocchia malfatta.
Non mi truccai, come al solito. Mi chiedevo se avrei MAI iniziato. Ma mi dissi che era impossibile d'altronde anche alle feste, a quelle poche a cui ero andata, ero rimasta al naturale.
Indossai un top nero, una salopette di jeans e le mie adorate converse nere.Daniel era entrato, subito dopo di me in bagno.
E quando uscì venti minuti dopo, aveva il viso rilassato. I capelli ancora umidi che sgocciolavano sul pavimento di legno, anche se lui pareva non curarsene.
Una t-shirt bianca incorniciava il suo fisico perfettamente tonico e dei jeans neri con anche lui delle converse, completavano la sua figura.Un angelo nero, avevo pensato.
Appena aveva varcato la soglia della camera e si era appoggiato, con tutto il suo splendore alla porta.Alla sera:
Arrivammo al limite della strada con i ciottoli. Davanti a noi si apriva una discesa ripida ammorbidita dalla sabbia.
Da quella posizione rialzata si intravedeva tutto lo spettacolo.
Uno spettacolo sensazionale, che mi lasciò senza fiato.
Un enorme falò scintilliva sulla sabbia, nella notte, al centro di una pista improvvisata.
Gente che vi ballava tutt'intorno, in una calma ammassata.
La musica proveniva dal cofano di un'auto.
Le persone erano disseminate un po' ovunque. Alcune ballavano. Altre erano appartate, distanti dalla calca. Altre ancora avevano dato vita a dei mini falò privati. Ed infine la maggior parte era accerchiata al tavolo degli alcolici, ovviamente lontano dalle fiamme.Ci addentrammo tra i corpi sudati, che si dimenavano a ritmo di musica.
Quasi faticavo a stargli dietro e se non fosse stato per la sua stretta salda, sicuramente sarei rimasta incastrata fra quei corpi.
Solo il pensiero mi fece venire ribrezzo.
Io volevo solo Daniel, nessun altro.
Non capivo dove mi stesse portando. Strisciavamo da gruppo a gruppo, avvicinandoci sempre di più al centro.
Per fortuna non sembrava minimamente intenzionato a ballare.
Non che non mi piacesse. In India ballavo in continuazione, ed ero io ad organizzare quei balli, alla fine inventati sul momento.
Ma stasera non me la sentivo proprio.Si girò verso di me. Lanciandomi uno sguardo rassicurante, come per dirmi che, in qualsiasi luogo mi stesse portando, mancava poco all'arrivo.
Gli frullava qualcosa per la testa. L'avevo capito da come mi aveva sorriso.
Ormai aveva preso quasi a correre ed il suo entusiasmo stava iniziando a divertirmi.
Vedevo l'immensità del falò sempre più vicino, ancora qualche metro e ci saremmo finiti dentro.
Daniel si fermò di colpo.
Quando io rimasi incastrata tra una coppia che ballava.Ma possibile??
Avevo già dimenticato la scena che mi ero immaginata poco prima.
Che l'avevo appena vissuta.
Le mie stupide figure, non mancavano mai, era il mio modo di farmi riconoscere.
Ed a me, dopotutto, era sempre andata bene così.
Ma questo era troppo.Il ragazzo che stava ballando mi fissò così a lungo. Che mi venne voglia di tirargli uno schiaffo. Ma quando alzai la mano, un'altra più calda mi afferrò dal bacino, facendomi alzare da terra e di conseguenza facendo spostare la coppia.
Daniel mi stava portando in braccio.Poi mi riaccompagnò a terra e appoggiando una mano sulla mia schiena. Mi guidò proprio davanti al falò, dove la gente non ballava. Se ne stava lì, in piedi o seduta sulla sabbia a godersi lo spettacolo.
Alcuni allungavano le braccia. Strofinandosi le mani, cercando un po' di calore, dalla brezza insolitamente fresca, per una notte d'estate.
Rallentai per ammirare la scena e Daniel si adeguò alla mia andatura. Fermandosi, dandomi il tempo per bearmi di quella visione."Wow, è... È enorme!" esclamai stupita.
"Si, be vedi quando io ero venuto ad abitare qui, i miei nonni mi portarono esattamente in questo posto e..."
STAI LEGGENDO
IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)
ParanormalNeve una ragazzina timida, insicura, fragile. Non aveva avuto un passato facile e nemmeno il suo presente era da meno. Sedicenne, non sapeva esattamente cos'era l'amore, perché non gli era mai stato ricambiato. Un segreto di cui anche lei ne era all...