Chiusi gli occhi mentre passavo il bagnoschiuma sulle spalle.
Mentre ricordavo il suo tocco tremante su di me.
Cercava di lavare via i miei lividi senza riuscirci, anche se in un certo senso l'aveva fatto.Secondo me, esistevano due categorie di lividi:
quelli che riuscivi a vedere. E quelli nascosti.I lividi che riuscivi a vedere. Erano le chiazze nere che marchiavano il corpo. A volte potevano sembrare una condanna perché ti ricordavano avvenimenti brutti della vita e vederli sul proprio corpo era una tortura. Ma col tempo quei lividi se ne andavano.
I brutti ricordi. Erano la tortura umana più angosciante del mondo. Sempre lì incisi nella mente, non ti lasciavano mai.
Non potevi nasconderli o curarli, riaffioravano sempre e comunque, che tu lo volevi o meno.Per questo dico che Daniel aveva fatto più di quello che credeva.
Perché il calore che aveva trasmesso al mio corpo, aveva per un attimo bruciato quei ricordi che non se ne volevano andare.
Non c'erano parole.
Solo un immenso silenzio che parlava da sé.
Parole silenziose che urlavano i sentimenti più profondi.Sentii bussare alla porta.
E una fitta mi investii il corpo."Chi è?" chiesi con voce tremante.
"Tranquilla, sono io." mi rispose Daniel preoccupato.
"Arrivo subito!" dissi tutto d'un fiato e urlando, per sovrastare il rumore dell'acqua.
Uscii dalla vasca.
Mi asciugai e indossai un top bordeaux con dei pantaloncini neri e delle converse bianche. Legai i capelli, ancora bagnati, in una coda alta.
Aprii la porta e trovai Daniel appoggiato allo stipite.I suoi occhi brillavano.
Le sue labbra carnose si schiusero, ma non disse niente.
Dopo qualche minuto ruppe quel silenzio assordante, attirando tutta la mia attenzione."Ognuno di noi è diverso, ogni persona al mondo lo è. C'è chi fa dormire il suo lato 'speciale' per tutta la vita, c'è chi nasce già sveglio e chi si sveglia con il tempo... Ma ognuno di noi ha un compito diverso, un ruolo diverso."
"Ed il mio qual'è?" chiesi rapita dalle sue parole.
"Non lo so, dobbiamo capirlo, è per questo che ti faccio da baby-sitter." commentò dandomi una gomitata.
"Non mi trattare come una bambina!" esclamai facendogli la linguaccia.
Un po' era vero, odiavo certi atteggiamenti.
Dall' altro lato il contatto fisico mi aveva sempre creato imbarazzo.
Per questo ero sempre sulla difensiva e spesso risultavo alquanto acida. Ma con Daniel, era diverso, mi sentivo IO e sapevo di potermi comportare da tale."Ma, sei una bambina!" insistette lui, schivando un mio pugno. Mentre mi afferrò il polso trascinandomi a sé.
Mi erano mancati i suoi baci e adesso potevo assaporarne di nuovo uno, dopo tanto tempo.
"Neve ascolta, lo so che non ti ho mai parlato di mia nonna, ma mi fa male parlare dei miei RICORDI e..."
Lo interruppi. Stavolta feci io la moralista.
"Amore, ci sono ricordi che ti renderanno felice e altri che ti tormenteranno per tutta la vita, persino mentre dormirai.
Ci sono quelli che rimarranno indelebili e altri che con il tempo svaniranno, ma il punto è che i ricordi ci sono e ci devi convivere, belli o brutti che siano.
Si chiamano ricordi appunto perché sono passati e non devi permettere che ti rovinino il presente.""Si ma vedi, io...Non lo so."
Gli leggevo negli occhi un miscuglio di sentimenti indecifrabili: delusione, odio, scoraggiamento, tristezza e tanta, tanta paura.
"Ehi vieni qui!"
Lo strinsi tra le braccia e sentii i muscoli sotto la sua maglietta; allentarsi, stendersi.
Mi tranquillizzai.
Lui si tranquillizzò.
Scendemmo in cucina e trovammo una tavola apparecchiata per due.
Con margherite, tulipani e girasoli (i miei fiori preferiti) accostati perfettamente al centro del tavolo.
Una crostata alle mele e cannella, con dello sciroppo d'acero vicino.
E tanto, tanto caffè"Mi sa che stamattina berrò dell'acqua..." pensai
Ma alla fine risposi:
"Mmm, che delizia." annunciai.
"Certo, ho cucinato tutto questo per te, Neve cara." sghignazzó Daniel.
"Non fare lo scemo -gli risposi ridendo- Ma perché tua nonna, nostra nonna, non mangia con noi? Mi sarebbe piaciuto fare due chiacchiere con lei."
"È uscita quando tu eri sotto la doccia, ha detto che doveva fare delle commissioni."
Finimmo di mangiare. Prendemmo le felpe, uscimmo dalla porta principale e ci avviammo verso il mare dove una barca con conducente, candeline profumate e lucine colorate. Ci stava aspettando.
"Daniel, ma tutte queste meraviglie? Cos'ho fatto per meritarle?"
"Sei mia e ti meriteresti molto di più." mi disse con fare malizioso.
"Sei un uragano che mi distruggerà." dissi io dando fiato ai miei pensieri.
"Può essere, devi solo tenere gli occhi ben aperti e trovare un nascondiglio per non essere travolta." alzò un sopracciglio e un angolo della bocca si piegò all'insù.
"E se non volessi nascondermi?"
"Allora a quel punto diventeresti parte di ME."
"Allora avvisami quando inizierai a girare imperterrito. Che voglio essere la prima a venir travolta.
Voglio diventare parte di TE. Per sempre!"
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IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)
ParanormalNeve una ragazzina timida, insicura, fragile. Non aveva avuto un passato facile e nemmeno il suo presente era da meno. Sedicenne, non sapeva esattamente cos'era l'amore, perché non gli era mai stato ricambiato. Un segreto di cui anche lei ne era all...