DANIEL'S POV'
"NO, NO." urlai.
La mia vita.
La mia felicità.
Il mio amore.
Il mio tutto.
Mi era stato portato via.LEI riusciva a calmarmi.
Le dovevo tanto, troppo.Ed ero in debito con LEI.
Perché sapevo che non sarei mai riuscito a farla sentire come LEI faceva sentire me.Sorrisi.
Lei mi amava e non sapevo il perché. Però le ero grato.
Le ero grato per avermi dato ragioni, milioni di ragioni per continuare la mia vita.
La sua calma.
Mi trasmetteva una calma assoluta.
LEI era la calma in mezzo ad un uragano.
Il mio uragano.Mi buttai in acqua, più veloce che potei.
Con il respiro mozzato dall'acqua gelida. Con la testa altrove. Con pensieri distratti, lontani, concentrati solo su di LEI.Vidi una chiazza.
Mi avvicinai ad una velocità spaventosa, come se lì ci fosse stato un tesoro. Che dopo tutto, sì LEI era il mio tesoro.
Il mio diamante in questo mondo pieno di polvere."Stupida alga!" sentenziai frustato.
Dopo minuti e minuti passati a trattenere il fiato e a nuotare fino allo sfinimento.
Stavo per arrendermi. Stavo per risalire. Stavo per respirare di nuovo dell'aria.Quel freddo mi entrava nelle ossa. Consumandole.
Quel gelo mi stava bucando le due anime che possedevo.
Ed era difficile farle respirare entrambe.Annaspai.
Poi, la vidi.
Priva di sensi.
Accasciata su una roccia, pallida. Anche se in quel buio non riuscivo a vedere con chiarezza.
La presi in braccio.
Lei non si mosse.
Con foga risalii.
Terrorizzato dal poterla perdere.Quando toccai la superficie dell'acqua con l'indice della mano sinistra.
Esalai un respiro di sollievo.
Lei stava iniziando a riprendere i sensi.
"Finalmente!" esclamai sfinito e distrutto.
Appena toccai il legno del molo.
Con gesto frettoloso, ci feci catapultare sopra. Poi corsi, con lei in braccio.
Alla ricerca di un asciugamano.Dopo essermi caricato la coperta in spalla. Avvolgendo il suo corpo tremante.
Mi incamminai nella strada poco più avanti.I miei nervi erano molto più rilassati adesso. Anche se un alone di tristezza insisteva ancora nel torturare il mio cuore.
La notte era gelida e come al solito il freddo sembrava penetrarmi nelle ossa.
Dopo un'intera serata a sopportare il gelo ormai non facevo neanche più caso ai brividi che continuavano a scuotermi.Dopo un paio di minuti arrivammo ad un alto cancello spalancato.
Che introduceva in un giardino incantato.
O almeno così lo definivo io da piccolo.Imboccammo un sentiero di pietra che attraversava un prato dall'aria molto curata.
Tulipani, di un calda sfumatura d'arancione, giallo e rosso. Si mescolavano a piccole sculture ricavate da cespugli verdissimi.
Lungo tutto il sentiero vi erano file parallele di lampade antiche che illuminavano il cammino.Neve, riprese i sensi del tutto.
"Ehi amore, shh, tranquilla ci sono qua io, Okay?" dissi senza lasciarla dalla mia stretta.
"Non vedevo l'ora che arrivassi a salvarmi." continuò lei.
Alla nostra destra.
In lontananza, brillava in tutto il suo splendore un antico tempio circolare. Ricoperto interamente da piante rampicanti di fiori bianchi, che erano illuminati da mille lucine dorate. Ed il rumore di una fontanella esattamente al centro di esso, spezzava il silenzio della notte.Pochi metri più avanti.
Vidi il sentiero diramarsi in due direzioni. Indicate da frecce di legno bianche:
Reception e alloggi a sinistra.
Loft e chiosco a destra.Imboccammo la strada per il chiosco. Avanzammo ancora una decina di metri. Ritrovandoci davanti ad un cancello di legno bianco chiuso.
Sopra ad esso era affisso un cartello a caratteri cubitali "Benvenuti a Angels Beach"Una sfilza di stelle contribuirono a schiarire quel buio.
In modo che potessi ammirare meglio il suo viso. Il suo magnifico viso.Quella davanti a noi era una spiaggia privata di un hotel.
A cui apparteneva con ogni probabilità anche il giardino incantato."Daniel, perché siamo qui?" mi chiese perplessa.
Non risposi.
Eo troppo impegnato a guardarmi in giro, stavo cercando..."Dani?"
"Ehm, si dicevi... Non capisco è sempre stata qui." dissi indicando un punto in basso a destra del cartello.
Iniziai a rovistare nei cespugli di gelsomino, ai nostri lati.
Sentendomi lo sguardo di Neve addosso."Trovato!"
Estrassi un piccolo vaso di terra cotta nascosto tra le foglie.
Una chiave dorata fece la sua apparizione dopo che ne rovesciai il contenuto sul palmo della mano.
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IT'S OKAY, I'M DIFFERENT (IN REVISIONE)
ParanormalNeve una ragazzina timida, insicura, fragile. Non aveva avuto un passato facile e nemmeno il suo presente era da meno. Sedicenne, non sapeva esattamente cos'era l'amore, perché non gli era mai stato ricambiato. Un segreto di cui anche lei ne era all...