Cerco in tutti i modi di afferrare il cellulare, per spegnere quest'assordante sveglia-spaccatimpani, ma ovviamente fallisco.
Lo sento cadere a terra, e un leggero scricchiolio mi strappa completamente dal mondo dei sogni.
«Merda! Non di nuovo lo schermo!».
Impreco e mi lamento come se servisse a riportare in vita il mio piccolo amico, ma non funziona.
Guardo il calendario e mi fiondo subito in bagno con i primi vestiti che trovo sotto mano. È sabato. Quindi oggí niente corsi, posso andare tranquillamente a farmelo sistemare.
Faccio una doccia rapida e... gelida!
Maledizione di nuovo!
In quest'appartamento non c'è mai nulla che funzioni nel verso giusto.
Ma del resto, per all'affitto che pago, ne vale la pena. Era tra i più economici della cittadina, e a me sta bene così. Non voglio approfittare della gentilezza di papà e mamma. Si fidano di me, tanto da lasciarmi andare a vivere sola sotto le loro spese, ma non durerà ancora molto.
Sento che finalmente riuscirò a trovate un buon lavoretto, così da potermi arrangiare.Arrivata in centro, faccio un salto veloce da Morrison per salutarlo e per prendere una delle sue buonissime brioches ripiene.
Mmh... Albicocca! Adoro il gusto dolce e deciso dell'albicocca.
«Dovrei andare in pensione ormai» sospira «...Ma finché non si da un contegno, non mi fido a lasciarle il locale. È una peste!» continua indicando la cameriera bionda ossigenata con le tette e il sedere quasi al vento.
Come si chiamava? Ah sì, Camille!
«Vedrá che Camille metterà la testa apposto» dico cercando in qualche modo di rassicurarlo, ma a vederla non sono poi così sicura delle mie parole.
Parliamo un po' degli ultimi cambiamenti avvenuti qui in città, ed infine mi congedo per andare al centro commerciale.
Salgo subito le scale mobili e mi dirigo al negozio di elettronica, dove trovo il cartello "cercasi commessa".
Lo sapevo! Lo sapevo! Sapevo che oggi sarebbe stato il mio giorno fortunato (tralasciando il cellulare).
Entro quasi saltellando e mi dirigo al bancone.
Finché aspetto girovago con lo sguardo tra le enormi TV al plasma, gli elettrodomestici di ultima generazione e gli smartphone più tecnologici che ci siano.
«Come posso aiutarla?» domanda una voce fin troppo familiare.
Mi volto e lo trovo in tutto il suo splendore.
Capelli ben tirati indietro, occhi gioiosi e il suo sorriso smagliante.
«Febo?! Che ci fai qui?» «Ci lavoro» risponde in tutta calma, come fosse la cosa più ovvia. Se Cherry fosse qui sarebbe già svenuta.
«Da quanto? Non sapevo lavorassi!» «Infatti è solo per questa settimana, o almeno finché non trovo qualcuno interessato a prendere il mio posto. Mia sorella è entrata in maternità e mi ha sganciato il peso. Ehi, Brianna...» riflette con un sorriso sornione in volto «... Non è che ti interesserebbe lavorare qui?» inizia ironico.
Davvero!? Oddio!
Mi guarda perplesso «Tranquilla scherzavo» «No no no! Anzi si! Mi hai risparmiato tutto il lavoro» «Sul serio?» domanda sempre più confuso «Certo! Dunque, signor...» «Carlson Febo» «...Carlson, vorrei fare domanda per il posto di commessa». «Perfetto. Sembra una ragazza per bene e blablabla. Ha un curriculum strepitoso» dice mentre finge di leggerlo tra le mani. Allunga la mano verso di me stringendola «È assunta, signorina...» «Brianna Schill» «...Schill!,».
Ridiamo entrambi, come fosse tutto un gioco ed infine mi passa il foglio da compilare per l'assunzione.
«Non penso tu fossi qui per il lavoro, giusto? Cosa ti serve?» «Giá ho rotto lo schermo del telefono di nuovo» rispondo senza mai alzare lo sguardo e la penna dalla carta.
«Okay. Beh, io non me ne intendo come puoi intuire. Vado a chiamarti il collega». Annuisco e vedo l'ombra di Febo allontanarsi, per lasciare spazio ad un'altra un pochino più esile. Finalmente finisco anche di compilare il foglio.
Tiro fuori il telefono dalla borsa, e rischio quasi di farlo ricadere quando realizzo chi mi sta di fronte.
«Eugene!» «Ci conosciamo?» chiede lui ferendomi l'anima.
Sono davvero inesistente per lui.
«Ehm si, cioè no! Io... Faccio il tuo stesso corso di letteratura inglese». Lo vedo riflettere per un po'. Come per cercare di ricordare la mia presenza, ma nulla, solo un semplice «Ah, capisco. In cosa posso aiutarti?».
Dio, quanto fa male sentirsi così... Assenti.
«P-potresti cambiare lo schermo al mio cellulare?» dico mostrandoglielo.
Lo esamina per bene e sentenzia «Non è solo lo schermo. È proprio andato».
Già, proprio come il mio cuore. Come può non ricordarsi di me?!
Su Brianna, ora basta pensarci!
«Se vuoi posso mostrarti alcuni modelli che abbiamo qui in negozio» «Certo, grazie».
Mi mostra uno ad uno quelli che secondo lui sono i migliori, ne scelgo uno totalmente a caso e lo compro.
Appena mi dà in mano lo scontrino, ringrazia, saluta e si allontana dietro alcuni scaffali, fino a sparire.
Ecco perché non l'ho visto prima!
«Ragazza mia, inizi domani. Ti farò trovare la divisa in spogliatoio. Per ora vieni con me, ti mostro un po' il negozio il resto te lo spiegherà Eugene domani» . Oddio, Febo mi ha appena ricordato che da domani lavorerò con Eugene! Il mio Eugene.
Non so se esserne euforica o spaventata. Quanto più freddamente potrò essere trattata da lui?
«Eugene, mostro a Brianna il posto, stai tu in cassa!» urla per farsi sentire al meglio.
«Okay!» risponde, dietro i TV.Dopo avermi mostrato tutto sono uscita dal negozio più che emozionata.
Domani lavorerò fianco a fianco con... Waaah, ancora non ci credo!
Grazie pigrizia. È tutto merito tuo!
Se non avessi rotto il cellulare sicuramente non sarebbe accaduto nulla di tutto questo.
Ho sempre creduto nel destino!
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Ed un Nerd mi sconvolge la Vita
Teen Fiction[DISPONIBILE CARTACEO ED EBOOK] Più info nella bacheca e nel capitolo "Ed un Libro mi sconvolge l'Olfatto" ??? Serve davvero una trama? Non dice già tutto il titolo stesso? Avanti, se vuoi saperne di più, leggi ora. Se la storia vi piace, supportate...