Ma chi me l'ha fatto fare di venire al concerto?
Il centro commerciale è pieno zeppo di adolescenti sudaticci, universitari esaltati e addetti alla sicurezza in continuo stato d'allerta.
Mi mettono così tanta ansia!
Ho sempre detestato i posti affollati.
E poi io nemmeno la conosco questa band "che spacca", secondo le parole di Febo.
Lui e Cherry si sono buttati quasi subito nella mischia a ballare, mentre io e Chase siamo rimasti a... Beh, io a far nulla, lui a rimorchiare come suo solito.
Di fatti ho perso di vista anche lui ora.
Se solo ci fosse Eugene. Ma dubito sia qui.
Mi sposto tra i piccoli percorsi creati dai corpi della gente, fino ad arrivare al bar.
Arrivata al bancone catturo l'attenzione del barista. Poverino, non vorrei essere in lui con questa serata caotica.
«Un gin-tonic, grazie-» «Due, offro io» dice una voce a me sconosciuta.
Mi volto, e noto un ragazzo sulla trentina in giacca e cravatta. Molto strano, visto l'ambiente scatenato e festivo di questa sera. Sorride a me, e guarda con sguardo d'intesa il barman.
«Ehm... Non occorre, grazie» dico cercando di sembrare il più educata possibile, per poi levarmi di torno. Ma non funziona. «Oh no, insisto. Tranquilla che non mangio. Mordo soltanto» sentenzia in un sogghigno, e le sue ultime parole mi danno il ribrezzo.
Bleah, vecchiaccio pervertito.
Faccio un sorriso forzato, mentre maledico me stessa per aver avuto la genialata di andare al bar sola.
«Allora bambolina...» oddio, non mi avrà davvero chiamata così, «che ci fai qui tutta sola?».
Già, bella domanda me lo sto chiedendo pure io.
Forza Brianna, forza, pensa a come levartelo di dosso.
«Oh! Brianna. Finalmente eccoti, sorellina!» esclama la voce che meno mi sarei aspettata di sentire.
«Ce me hai messo di tempo!» continua esaltato.
«Eugene!? Cioè... Eugene, fratellone! Scusa il ritardo» provo a reggere il gioco, anche se esce tutto più come una domanda che un'affermazione.
L'uomo al mio fianco ci guarda interdetto, fa una leggera smorfia e si congeda con un «vi lascio in famiglia».
Almeno ciò guadagnato un drink gratis.
Mi volto di nuovo verso il mio salvatore e lo vedo leggermente barcollare.
«Grazie per l'aiuto. Ma sei ubriaco?» «Figurati. Ti ho vista in difficoltà. E no! Certo che no! Sono solo un po'... Rilassato». Okay, è andato.
«Ti va di sederci un po'?» domando preoccupata, vedendolo penzolare sempre di più, fino a sbattere contro un grosso omaccione pelato che lo fulmina con lo sguardo.
Annuisce e, lentamente, ci avviamo al primo tavolo vuoto (un'impresa, visto che anche il bar pulula di gente).
Finalmente seduti!
«Non mi aspettavo di trovarti qui. Non sembri-» «il tipo. Già, stai giudicando esattamente come tutti gli altri» «Hai ragione, scusami. Non era mia intenzione» e sono sincera nel dirlo. Alla fine non sono poi così diversa da Cherry e Chase.
Solo ora che siamo uno vicino all'altra noto i suoi capelli leggermente spettinati che ricadono sul volto. Il suo abbigliamento poi, non ha nulla a che vedere con le camicie perfettamente stirate e i pantaloni che porta solitamente. Indossa una maglia nera attillata, che mette in risalto i muscoli del suo corpo non troppo esile, come invece credevo essere.
Ha perfino della matita negli occhi?
«Mi piace questa band, e li seguo da un po'» dice, rispondendo ad ogni mio dubbio. Ora si spiega meglio l'abbigliamento.
Ma ancora mi sfugge il perché sia ridotto ad uno straccio.
Fissa le mie spalle e fa uno sguardo piuttosto preoccupato.
Mi giro per capire cosa c'è, e noto tra la gente Chase, ovviamente con la lingua infilata in quella di una ragazza mai vista prima.
Alzo gli occhi al cielo e torno a guardare altro.
«Non ti da fastidio?» domanda lui stupito. «E perché mai dovrebbe?» «Non è il tuo ragazzo quello?». Scoppio a ridere, fin troppo rumorosamente, che alcune persone su voltano a guardarci.
«Per fortuna no!» fingo un conato di vomito, ma mi guarda ancora più perplesso.
«Non sembri convinto» «No, è che... Lui sicuramente è preso da te. Io credevo fosse il tuo ragazzo visto quanto ti cerca e da attenzioni. In aula, al negozio, e perfino stamattina quando parlavamo in corridoio» «E lo dici mentre limona con una davanti a noi? Hahaha direi proprio di no, fidati».
Ehi, ma aspetta. Ha detto in aula e in negozio?! Allora non sono proprio inesistente per lui.
Fantastico!
Lo vedo picchiettare sul tavolo a ritmo della musica, o quanto meno ci prova. È completamente scoordinato in realtà, ma penso sia dovuto alla sua poca lucidità.
«Vuoi ballare?» domando euforica alla sola idea, ma mi smorza subito.
«Non so ballare, e stavolta puoi pure dire che non sono tipo» «Ci basterà saltare un pochino e muovere le braccia a polpo in aria. Non è così difficile» dico cercando di convincerlo.
Scoppia a ridere.
Una risata calda e contagiosa.
«Le braccia a polpo non l'avevo mai sentita! Ottimo. Andiamo allora, mi farai da coach».
Finisco in un unico sorso il gin-tonic, usciamo dal bar e ci buttiamo in mezzo alla folla scatenata.
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Ed un Nerd mi sconvolge la Vita
Fiksi Remaja[DISPONIBILE CARTACEO ED EBOOK] Più info nella bacheca e nel capitolo "Ed un Libro mi sconvolge l'Olfatto" ??? Serve davvero una trama? Non dice già tutto il titolo stesso? Avanti, se vuoi saperne di più, leggi ora. Se la storia vi piace, supportate...