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Mangio il porridge fin troppo di gusto. Non mi era mai piaciuto prima, vista la consistenza viscida e il sapore... Beh, insapore.
Eppure, questo, sembra il porridge più buono che io abbia mai mangiato.
So cos'è a renderlo così delizioso, è il ragazzo che mi siede accanto.
Attento al suo piatto, fissa il cucchiaio mentre lo porta alla bocca, quella sua sottile e sensuale bocca.
I capelli senza il gel sono sempre arruffati, facendogli ricadere una ciocca nel davanti, creando un effetto sexy, quasi post-doccia.
Osservo il suo collo, e il piccolo movimento alternato che produce il suo pomo d'Adamo. Un su e giù che trovo incredibilmente attraente, irresistibile.
«C-che c'è?» domanda quasi soffocandosi appena nota il mio sguardo su di lui.
Il cioccolato dei suoi occhi, accende di nuovo la mia irrefrenabile voglia di sfiorare tutto il suo volto, di assaporare al meglio quelle labbra e di scoprire cosa ancora non mi è noto di lui.
Le guance di entrambi divampano, e il mio corpo ancora una volta inizia a sudare.
Sento scosse pervadermi  tutta, e il cuore battere all'impazzata.
O sono così perversa da farmi del male, o la febbre sta salendo di nuovo.
«Non hai un bell'aspetto. Ti accompagno a letto».
Solo adesso, dopo aver passato quasi mezz'ora insieme, realizzo il mio aspetto pietoso.
Una maglia due taglie più grandi della mia, appiccicata per la maggiore sulla mia pelle grazie al sudore. E stessa cosa per i leggins grigio topo.
Merda, perché devo sempre essere impresentabile?
Si alza dallo sgabello, aiutandomi a fare lo stesso, sento però mancarmi le forze.
Amo l'attimo in cui, senza esitazione, mi prende tra le sue braccia e mi conduce a letto.
Se non sapessi che è un gesto del tutto privo di malizia romantica, mi sarei fatta un'altra idea.
Già, la mia mente lo ha capito, ma non il mio basso ventre a quanto pare.
Non so dire se per il sudore o per l'eccitazione, ma mi sento sempre più... Bagnata.
«Vorrei fare una doccia... Ho davvero caldo e... Sto sudando un po' troppo» sospiro a fatica.
Aggrotta le sopracciglia.
«Ma se non riesci nemmeno a reggerti in piedi!» «Per favore» supplico, sperando con tutta me stessa, che la mia mente mi stia dicendo che questa è la cosa giusta da fare.
Provocarlo.
Gratta velocemente la testa, riflette, ma sembra non arrivare ad una soluzione.
«Se potessi aiutarmi tu...» gli vado in soccorso, ma sembro solo peggiorare le cose.
Divampa e inizia a posare i suoi occhi ovunque tranne che su di me.
«I-intendevo accompagnarmi in b-bagno e b-basta. Riesco a sciacquarmi velocemente da s-sola» dico poco convincente, e lo nota.
Gratta ancora una volta la fronte, e si decide a parlare.
«V-va bene, ti aiuto ma... Uhm, hai un costume da bagno da metterti?» «Sul serio!?» emetto con un po' troppa voce.
«Lascia stare! Ci riesco benissimo da sola! Dammi solo un paio di minuti» sbotto quasi incazzata!
Perché non riesce a cogliere i segnali?
Mi alzo di fretta, cercando in tutti i modi di non barcollare, così da rendere credibile la mia ultima affermazione.
Lui è sbigottito, e mi segue con lo sguardo fino a quando non entro in bagno.
Sfilo la seconda pelle che ho addosso e mi accomodo sotto la doccia, lasciando che il getto fresco sciacqui via sudore e rabbia.
Eugene, sei davvero uno stupido!
Porto più volte l'acqua al viso, sicura di avere le guance un po' troppo rosse per la vergogna e cercando di sbollirle, ma invano.
Appena esco e trovo il mio riflesso sullo specchio del lavabo noto l'imbarazzo fatto a persona.
Infilo mutandine e reggiseno, poi la maglia (stavolta della mia taglia) ed infine...
No! Brianna non demordere!
Do retta alla mia coscienza ancora una volta e lascio ricadere il paio di leggins di ricambio sul pavimento freddo, levando anche il reggiseno.
Vediamo se anche così non capisce le mie intenzioni!
Pettino anche l'ultima ciocca bagnata e lascio scivolare i capelli pesanti sulla schiena.
Forza Brianna! È la tua battaglia!

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora