«È proprio bello qui» dice facendomi quasi sussultare.
«Lo sarebbe se potessi rilassarmi. Non dovevi fare la doccia?» dico scorbutica, mentre volgo lo sguardo ovunque tranne che su di lui.
So per certo che se posassi gli occhi sul suo corpo seminudo e superscolpito, beh... Si farebbe un'idea decisamente sbagliata. E non voglio.
«Ma smettila. So che in fondo volevi un po' di compagnia. Anche tu ti annoi».
Si avvicina per l'ennesima volta, sedendosi a pochi centimetri da me.
«Giá si cuoce. Se mi stai appiccicato rischio di soffocare qui!» «Ed eccola, signore e signori. Il ritorno della Brianna Schill stronza ed acida solo con Chase Jackson».
Simula un microfono tra le mani e per poco, sventolandole, mi arriva un ceffone.
Fingo di prenderglielo e inizio il mio monologo al pubblico.
«Ed ecco a voi, quello scorbutico pisciasotto di Chase Jackson, che non sa far altro che rompere le scatole alla gente. Un applauso, prego!» incito la folla immaginaria.
«Tsk... Sei proprio scema».
Scoppiamo a ridere e i miei occhi finiscono involontariamente sui suoi pettorali, mentre si gonfiano e sgonfiano a sussulti per le risate.
Maledizione!
Non si può negare che abbia un corpo davvero...
Eugene, Eugene, Eugene!
C'è solo Eugene per me.
Questo è poco ma sicuro!
«Beh, che ti prende ora? Hai tutta la fronte corrugata. Sembri una vecchia ringrinzita» «Ehi! Bada a quel che dici giovanotto!» rispondo simulando la voce di un'anziana signora, cercando in tutti i modi di non creare situazioni imbarazzanti inutilmente.
Non c'è ne assolutamente bisogno.
Ride ancora, di gusto ed io, non posso che gioire per questi attimi di tregua tra noi due.
Potessimo essere sempre così.
Ma è stato chiaro sul fatto di non voler essere mio amico.
Certo che fa davvero caldo.
Sento il sudore nel corpo sempre più presente.
Prendo l'elastico dal polso e (per quanto sia orribile sui miei capelli ribelli) decido di legare i ricci, ormai umidi e pesanti, in una coda di cavallo.
Il sottofondo di risatine si pietrifica in un baleno.
«Ora il bastardo segna anche il territorio, vedo...».
La sua voce è cupa, profonda, nera.
Lo guardo stranita, del resto, non capisco perché questo repentino cambio di umore.
«Fa davvero schifo» continua irritato indicando il mio collo.
Poggio una mano, come per coprire lo scempio di cui parla. Ma solo ora realizzo a cosa si riferisce.
Ed è in quest'attimo che penso a quanto scemo e tenero sia Eugene.
Il succhiotto... Era così geloso da voler "imprimere" la sua presenza ovunque io fossi.
Dio, è così... Cocciuto e introverso, eppure, il fatto che lo abbia fatto, mi fa in qualche modo sentire... Bene.
«Cazzo, almeno non fare questa faccia sognante! Sei davvero una stronza ad imbarazzarti tanto per un livido di merda!» «Smettila Chase! Stai di nuovo esagerando! Chi ti da il permesso di trattarmi così?!».
Mi alzo di scatto, provando a raggiungere la porta, ma la sua presa sul mio polso me lo impedisce.
«Lasciami! Me ne vado! Non ce la faccio più a sopportare questo tuo continuo cambio d'umore! Fa male!» grido di getto, mentre le lacrime si fondono al sudore.
Perché dev'essere così complicato?
«Di chi pensi sia la colpa?!» grida in risposta con occhi in tempesta.
No, non di nuovo.
Riconosco questi occhi.
Sono gli stessi di quella volta in auto.
Sta di nuovo perdendo il senno.
Che abbia fumato ancora?
No, non credo.
Sembra davvero intenzionato a disintossicarsi.
Questi occhi sono i suoi. E sono il riflesso della sua ira.
Faccio un respiro profondo, e regolarizzo i miei singhiozzi.
Agitarsi non farà che peggiorare le cose.
«Chase, per favore lasciami» supplico gentilmente.
Per un attimo il suo sguardo si addolcisce e allenta la presa.
«Grazie» sorrido in preda al panico, mentre con mano tremante cerca di allontanarmi da lui.
«Bri?» chiama docilmente.
«Si?».
«Pensi davvero che ti lascerò andare?».
Il suo volto si contorce in una smorfia, ed un ghigno tetro si forma tra le labbra.
Ho paura, tanta. Così tanta che le mie gambe cedono, ma lui mi afferra prontamente.
Sento le sue mani viscide nei punti in cui il suo tocco sfiora la mia pelle, e vorrei solo mi lasciasse cadere a terra.
«Non stavolta.
Non mi fermerò stavolta».
Occhi iniettati di sangue, viso fin troppo arrossato, corpo immerso nel sudore.
Mi sbatte a terra, e nel momento in cui la mia testa preme contro il pavimento ligneo, ho un secondo di blackout ed un fischio si fa sentire nelle mie cervella.
Si mette a cavalcioni sopra di me e leva l'asciugamano, rivelando l'assenza dell'intimo.
Ma certo, alla fine era questo che voleva fin dall'inizio.
Il suo volto ormai demoniaco si avvicina al mio, imprimendo saliva, sudore e denti sulla sottile pelle in cui Eugene ha segnato le sue labbra.
Provo, provo in tutti i modi a bloccarlo, ma, il mio corpo non risponde ai miei comandi.
È come se fossi completamente paralizzata.
I miei occhi, sono l'unica cosa che mi tengono ancora attaccata alla realtà.
Già.
Questo non è un incubo.
Si allontana solo per sciogliere l'asciugamano che mi copre, e quando nota contrariato il reggiseno, da in escandescenza.
Lo strappa con forza, e con altrettanta si precipita sul mio petto ora nudo.
Lurido.
Viscido.
Sento queste sensazioni sulla pelle.
Vorrei urlare. Vorrei gridare a squarcia gola, ma non esce nulla dalla mia bocca.
Finalmente il fischio assordante svanisce, e i miei occhi si chiudono.
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Ed un Nerd mi sconvolge la Vita
Novela Juvenil[DISPONIBILE CARTACEO ED EBOOK] Più info nella bacheca e nel capitolo "Ed un Libro mi sconvolge l'Olfatto" ??? Serve davvero una trama? Non dice già tutto il titolo stesso? Avanti, se vuoi saperne di più, leggi ora. Se la storia vi piace, supportate...