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Ti prego Chase, rispondi!
È la quarta volta che lo chiamo al telefono, ma dopo vari squilli c'è sempre la segreteria.
Decido allora rassegnata, di inviargli un messaggio.
"Chase, mi dispiace per quel che ti ho detto ieri e stamattina in aula. Non avevo capito nulla, sono davvero una stronza. Però ora rispondi per favore. Non voglio scrivertele queste cose. Voglio dirtele"
Appoggio il cellulare nel comodino, e chiudo per un attimo gli occhi, assaporando il vento sibilare e i tuoni lontani che rimbombano, facendo vibrare leggermente le finestre sottili di questa palazzina.
Mi hanno sempre suscitato un senso di conforto i temporali.
Sì, lo so. È strano. Ma non so spiegarmelo.
Lo schermo del telefono si accende illuminando la stanza e di lì a poco parte Jai-Ho delle Pussycat Dolls, mi è sempre piaciuta. Forse perché parla proprio del indissolubile destino che ci lega tutti. Per un attimo spero sia Chase, ma poi leggo il nome di Cherry.
«Dimmi tutto» «Brianna, devi subito venire da Morrison!». La voce dall'altra parte della cornetta è tremante e preoccupata. «Che succede Cherry?!» «Chase sta dando di matto. Ha bevuto decisamente troppo e ora se la sta prendendo con Febo, che ha solo cercato di calmarlo. O vieni tu e lo fermi, o chiamo la polizia!» «O-okay arrivo subito!».
Esco subito in strada, senza preoccuparmi della pioggia, ne del fatto che sia in pigiama.
Salgo sulla mia piccola e vecchia vettura, e mi dirigo alla svelta al locale.

Appena entro, trovo il vecchio Morrison dietro il bancone con le mani alla testa. La cameriera... Camille, è accanto a lui che cerca di tranquillizzarlo. Mentre in mezzo alla stanza c'è il delirio.
La schiena di Febo è su uno dei vecchi tavoli del bar, dove a terra giacciono pezzi di vetro. A tenerlo fermo per il colletto della polo c'è Chase con occhi furiosi, pronto a sganciare un destro.
«Fermati!» grido, appena noto del sangue sulle sue mani.
Percorro con gli occhi tutta la figura di Febo, ma per fortuna non ha una sola goccia su di sé.
Quel sangue dev'essere di Chase. Si saranno riaperte le ferite sulle nocche.
«Brianna» sussura docilmente, lasciando la presa sull'amico, ancora sbigottito.
Cherry corre subito verso di lui, e lo abbraccia.
Io faccio lo stesso, ma lentamente. Leggermente.
Poggio le mie mani sul suo viso ancora contratto di Chase e lo accarezzo.
«Brianna» ansima di nuovo, facendo uscire dai polmoni tutta quell'ira.
La tempesta nei suoi occhi si dissipa, e finalmente torna in sé.
«Che cazzo ho fatto!? Mi dispiace Febo» dice quasi sul punto di piangere.
«Amico tranquillo, non mi hai nemmeno colpito. Eri solo stressato, tutto qui» risponde quest'ultimo, con tutta calma. E a volte non capisco come possa essere così comprensivo. Cherry d'altro canto guarda Chase con occhi truci, ma non posso biasimarla. Probabilmente farei lo stesso se mi toccassero Eugene.
Ma che sto dicendo!?
Non è questo il momento di pensare a lui?
«Vieni. Che ne dici di andare a farci una bella cioccolata calda?» gli domando retorica mentre lo sto già portando fuori dal locale.
Lo tengo per mano, come se fosse un bambino, e lui si lascia trattare come tale.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora