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Il viaggio di ritorno non è stato poi così male (Eugene a parte).
Ho scoperto che le due vecchiette erano sorelle, e che entrambe andavano a trovare una nipote da poco nata proprio nei pressi della nostra cittadina.
Con piacere, mi sono ritrovata a parlare per tutto il tempo con loro, e questo mi ha rallegrato la giornata, o almeno, fino a quando sono salita di nuovo in auto.
«Ti è passato?» «No!» dico sprezzante, e lui sbuffa in risposta.
Davvero?! Tu sbuffi?
«Potremmo parlarne da te? Così finalmente capirai?».
E va bene, sentiamo che ha da dire.
«Okay, ma se non mi convinci ti mando fuori a calci» «Ti convincerò, vedrai».
Sembra sicuro di sé.
Vedremo.
Il dialogo nel percorso dal parcheggio della stazione, alla porta di casa mia è l'equivalente di quello di un monaco in meditazione: zero.
Giro la chiave sulla serratura, ma a quanto pare non ce n'è bisogno.
La porta è già aperta, e un brivido mi assale.
Sì, è un posto squallido, ma ciò non toglie che qualcuno possa aver deciso di rapinarmi, alla fine anche io tengo il classico maialino a salvadanaio nella credenza della cucina.
Sento un piccolo scricciolo e un tonfo provenire dall'interno.
«Oh Merda! Penso ci sia qualcuno? Hai  sentito?» sussuro per non farci scoprire dal furfante, magari è pure a mano armata. E chissà cosa potrebbe schizzargli per la testa in un momento di allarme.
«Io non ho sentito nulla. Dai entriamo» «Shh! Abbassa la voce! E se ci sentisse?!» «Io non credo, dev'essere tutta una tua idea» commenta, spalancando la porta senza la minima preoccupazione.
Nello stesso istante sento un sospiro strozzato, che non è ne mio, ne di Eugene...
Oh cazzo! È troppo buio, non vedo nulla!
«Io chiamo la polizia!» annuncio senza più contenere il volume della mia voce.
Il panico e l'ansia si sono ormai completamente impossessate di me.
«Brianna, fermati!».
Ma che-!?
«Cherry?!».
Non riesco a vederla, ma posso giurare che quella voce sia la sua.
«Certo che sei una paranoica» ridacchia quello che sembra essere Febo.
Ma che sta succedendo?
Accendo l'interruttore e trovo i due ragazzi in piedi nel mezzo della casa che non ricordo essere mia.
Pareti completamente riverniciate con un tiepido color avorio.
Un tappeto enorme a motivo floreale nel centro del soggiorno, oh si, ora posso definirlo soggiorno, vista l'enorme tenda violacea che lo separa in modo netto da quella che è la camera da letto.
Un divano verde lime che mi è familiare, ma completamente rinnovato.
Scosto la tenda e trovo un magnifico letto pieno di cuscini colorati, forse una decina? Oddio, ma è il mio appartamento, oppure ho fatto irruzione nella casa sbagliata?
«Allora che te ne pare?».
Cherry ora mi sta affianco ed emette un gridolino eccitato.
«Siamo stati bravi, non è vero?» continua.
«Io ti ho perfino riparato i due lavabi, e se vuoi, c'è pure una bellissima macchinetta per il caffè. Mia madre ne ha presa un'altra e non la usa più» aggiunge Febo con fare vittorioso.
«Ma volete scherzare? Esco due giorni, e il mio appartamento diventa parte di Extreme Makeover: home edition?! È stupendo!».
Porto le mani alla bocca, ancora incredula per la bellezza nella quale si è trasformata la mia topaia.
«Ma vi dev'essere costato un sacco! Il tappeto, i cuscini, le coperte. Sono tutte nuove?».
«Oh no no, è tutta roba vecchia. Mia mamma mi stava minacciando da mesi che se non avessi svuotato il garage, mi avrebbe vietato di uscire di casa. Quindi ne ho approfittato per portare qui un po' di cose.
Solo le lenzuola e le coperte sono nuove. Uhm... diciamo che potrei averle cambiate anche per un'altra ragione.
Sai... si lavorava e... una cosa tira l'altra» sussura quasi impercettibilmente l'ultima frase, mentre fissa con estremo imbarazzo il ragazzo al suo fianco, che tossisce falsamente in risposta.
Oh mamma, lo hanno fatto nel... Oddio, nel mio letto?!
Nemmeno io l'ho mai fatto con Eugene ancora!
«Cherry!» l'ammonisco.
«Bah, chissene frega!
È una nuova casa ormai! Grazie mille!».
Salto addosso ad entrambi, e li abbraccio con enfasi.
«Dovresti ringraziare anche Eugene, poverino. Se non ci avesse avvisati della vostra nottata fuori, non avremmo finito in tempo. Ha coordinato lui i lavori».
«Oh!» mi lascio sfuggire stupita.
Ora mi è chiaro con chi continua a scriversi. Erano loro due, e probabilmente quel suo sorriso era di contentezza per aver finito l'opera.
«G-grazie, e scusa» dico colpevole.
Che stronza sono stata.
Non gli ho dato fiducia su nulla.
«Non fa niente. Non potevi saperlo» «Okay, è vero. Ma ciò non toglie che mi sono comportata male con te» «Non preoccuparti davvero. È stata una reazione più che plausibile» «Ma i-» «Ehm, noi vi lasciamo alla vostra discussione. Ci vediamo lunedì al campus!» interrompe Cherry mentre si affretta alla porta con Febo subito dietro.
«Vi lasciamo inaugurare il posto! Ciao belli!» commenta quest'ultimo strizzando un occhio ad Eugene che arrossisce in tutta risposta.
Escono dalla stanza, e tutto torna al silenzio più totale.
«Ah ehm» schiarisco la voce.
Perché lo faccio?
Non lo so nemmeno, ma sono così... Insomma, non so che fare.
«T-tu credi che... Si ecco, che p-potremmo riprovarci?».
Che qualcuno mi fulmini all'istante!
Ho capito male!?
Si, sicuramente.
«M-mi chiedevo se... Possiamo riprovarci».
«Riprovare?» forse si riferisce ad altro.
«Provare a... A farlo!» emette allo stremo, mentre gli occhi vagano ovunque e il rossore si impadronisce del suo volto.
Ding dong? Brianna? Ci sei?
«Tu vuoi fare l'amore!?» mi lascio sfuggire in preda alla sorpresa.
Penso di averlo pure spaventato visto il lieve sussulto che ha fatto e gli occhi sgranati con cui mi sta guardando ora.
Perfetto ora si che mi sono resa un'idiota.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora