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«Eugene te ne prego! Fermati!».
È dalla fine delle lezioni che corro avanti e indietro per farmi dire che diavolo è successo qualche sera fa.
Finalmente si blocca, e non riuscendo a fermarmi in tempo, sbatto il naso contro la sua schiena.
«Ahi! Non di nuovo il naso! Finirò col romperlo» dico più a me stessa che altro.
«Se ti dico che è successo poi la smetti di seguirmi?» «Certo!» ... Che no.
Ma per ora glielo lascio credere.
Sospira pesantemente, e riprende a camminare.
«Dove andiamo?» «In un posto meno affollato. Mi mettono ansia tutte queste persone in corridoio» «Capito, ottimo! Danno fastidio pure a me» dico entusiasta per un'altra cosa che abbiamo in comune, e mi limito a seguirlo.
Una volta arrivati davanti al magazzino della palestra, dove appunto non c'è nessuno, ci sediamo in una delle panchine in legno che stanno lì davanti.
«Allora?» domando incuriosita.
Alza con l'indice gli occhiali e punta i suoi occhi nei miei.
«Dimmi, cosa vuoi sapere di preciso?» «Tutto! Cioè, da quando siamo andati a ballare». Sfrega la testa, come per riportare la memoria in superficie, poi inizia a parlare.
«Siamo stati lì per qualche minuto. Ricordo che sono passati un ragazzo e una ragazza a salutarti, e dopo qualche altro minuto di ballo scatenato sei di colpo caduta a terra. La gente lí intorno si è subito scansata, ho provato a soccorrerti ma... Ero così brillo e debole che non sono nemmeno riuscito a sollevarti. Mi dispiace» si interrompe per un attimo e il volto gli diventa sempre più teso man mano che prosegue.
«Di li a poco è arrivato un ragazzo... Il tuo amico biondo. Mi ha chiesto che ti era successo. Che ti avevo fatto. E altre cose del genere. Gli ho spiegato che ti avevo incontrato poco prima al bar mentre cercavi di toglierti di dosso un tipo. Si è avvicinato a te, ha annusato...» riflette ancora un attimo sfregando le mani sui capelli «...credo abbia annusato il tuo alito, e subito ha dato di matto» e ci credo. Chissà quanto puzzavo! Ma perché lo ha fatto?!
«...Mi ha chiesto di descrivergli l'uomo che ti stava importunando al bar e in un attimo è sparito chiedendomi di non lasciarti sola. Da lì in poi non so bene cosa sia successo, so solo che è tornato con le mani piene di sangue. Ti ha sollevata e ti ha portato via di fretta, poco prima che arrivasse la sicurezza. Mi sono istintivamente nascosto tra le persone, e poi sono tornato a casa. Non so nient'altro, questo è tutto».
Mi sento ancora più confusa di prima.
Perché Chase aveva fatto a botte con quel vecchio pervertito?
«Perchè mi evitavi stamattina?» «Perchè ho capito che tu e il biondino portate solo guai. A me piace la calma che ho ora» risponde senza pensarci troppo e questo mi ferisce.
Ma non posso biasimarlo. Anche io probabilmente mi starei alla larga.
«Mi dispiace per averti causato fastidio. E grazie per avermene parlato».
Mi alzo e gli volto subito le spalle.
Sento che stanno per uscire. Quelle lacrime che non versavo ormai da anni.
Mi spezza il cuore sapere di aver trattato male Chase mentre lui mi ha solo aiutata. Ma soprattutto mi fa male sapere che quel briciolo di rapporto che avevo instaurato con Eugene, è andato a farsi fottere in un baleno. E tutto perché... Sono solo un peso.
Mi dispiace Eugene, mi dispiace Chase.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora