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Infilzo l'ennesima cartina, e mi immagino. Esattamente come una donna primitiva che caccia con le lance.
«Ma che brava, ora aiuti pure con le pulizie?» domanda una voce familiare alle mie spalle.
Mi volto sorpresa, anche se so già chi c'è, e per poco non rischio di ammazzarlo con il palo.
«Woh vacci piano o me lo ucciderai!» «Febo! Cherry! Che ci fate qui?»
«Stiamo andando a fare spese per la festicciola di stasera, e ricordavamo che Chase era qui al parco, così siamo passati a fare un saluto, ma non credevamo ci fossi pure tu» risponde lei mentre sorride beata, mano nella mano, col ragazzo.
Adoro vederla così pimpante e allegra.
«Capito, non avevo nulla da fare. Quindi mi sono offerta di aiutarlo. E poi... Lo sappiamo tutti che da solo non sa fare nulla» ridacchio scherzando.
Si uniscono a me per qualche secondo.
«Ma dimmi, ci vieni tu stasera, vero?».
Vedo negli occhi di Febo la speranza di un mio "sí" e posso capire che sia preoccupato quanto me per Chase. Ormai sappiamo tutti come diventa quando alza un po' troppo il gomito.
«Certo» lo rassicuro.
Parliamo per un altro paio di minuti ed infine ci salutiamo.
Finisco l'ultimo tratto di parco ancora sporco, e appena mi avvicino al cestino vicino alla panchina me ne pento subito.
Un ragazzo dai capelli scuri pieni di gel, e dagli occhiali enormi, siede con in mano il libro odioso del corso di analisi (già, odio la matematica).
Scruta riga per riga, parola per parola, ed è così concentrato che decido di approfittarne per volatilizzarmi.
Ma ovviamente in vano.
Poggia il suo sguardo sulla mia ombra.
«Mi scusi, se deve passare anche qui mi levo subito!» dice frettoloso, prima di alzare il capo e realizzare chi gli sta di fronte.
«Brianna?» chiede sorpreso, anzi quasi deluso.
«Giá, sono io. Non preoccuparti, basta che alzi i piedi e ho fatto». Cerco di non trapelare il mio disappunto per quella sua reazione, e a quanto pare ci riesco.
Alza i piedi da terra, passo velocemente con l'attrezzo sotto la panchina e poi mi sbrigo ad allontanarmi.
«Si può sapere perché mi eviti?».
Cosa!? Ma sul serio!? «Io ti starei evitando!?» sbotto, mentre mi volto così bruscamente da rischiare quasi di inciampare.
«Esatto, tu! Prima a casa mia, poi stamattina al corso, ed ora al parco» «Ma di che stai parlando!? Sei tu quello lunatico!» «Lunatico?! Che avrei fatto di così... Lunatico?».
Prendo un bel respiro.
Gonfio i polmoni.
E mi preparo a mitragliare fuori le parole.
«All'inizio mi eviti, poi mi soccorri, poi mi eviti ancora. Mi difendi da Chase, iniziamo ad essere amici, mi inviti a casa tua, mi baci, mi dici di provarci, o almeno  credo, e poi? ... Mi eviti ancora, come se fossi qualche lebbrosa. Ti rendi conto almeno di come stai giocando con i miei sentimenti!? Io non ti capisco, Eugene!».
I suoi occhi si addolciscono in un tratto triste, e la sua bocca fa lo stesso.
«Io... Mi dispiace, non volevo dare l'impressione di evitarti. Ero solo spaventato. Insomma, guardati. E guarda me. Come potrebbe una ragazza come te, volermi?» sorride con così tanta amarezza da farmi ribollire il sangue.
«È questa la ragione!? Mi prendi per il culo!? Eugene, quante volte dovrò dirtelo che sei stupendo così come sei?! A me piaci così! Credimi!».
Abbassa lo sguardo a terra. Le mie parole non bastano.
«Eugene?». Lascio cadere a terra l'arnese infernale, tolgo frettolosamente il  guanto dalla mano destra e aspetto che il suo viso si alzi verso di me, in risposta al mio richiamo.
Non ci penso due volte e mi affretto a baciarlo, assicurandomi di avere bel saldo il suo mento tra le dita.
Sento il suo stupore, ma non mi allontana. Anzi.
Le sue labbra si rilassano assieme alle mie, e finalmente i brividi percorrono il mio corpo.
Ci stacchiamo dopo poco, fissandoci ancora increduli.
Ma da quando io ho tutta questa iniziativa!?
Sorride mostrando la dentatura perfetta, ed io faccio lo stesso.
Solo ora noto che non ha più l'apparecchio ai denti.
«Lo hai tolto» sussuro.
Lui arrossisce leggermente.
«Sí, dal dentista ieri, non doveva andarci solo mio fratello» «Ti stava bene, ma ammetto che stai meglio così» «Grazie».
Il silenzio piomba tra noi, e con lui l'imbarazzo.
Riafferra il libro tra le mani impacciate mentre io rinfilo il guanto e sollevo da terra il palo.
Okay Brianna, abbiamo bisogno di chiarire una volta per tutte la situazione!
Schiarisco la gola, e lui si mette subito nell'attenti, capendo che voglio parlargli .
«Puoi dirmi che cosa significa tutto questo per te?» domando in preda all'agitazione.
I suoi occhi tornano sui miei, stavolta decisi.
«Significa che mi piaci, Brianna.
Vorresti uscire con me?» «Finalmente!» dico non riuscendo più a trattenermi dalla gioia. Stavolta l'ha chiesto direttamente, stavolta l'ho sentito.
«Sí, con piacere» sussurro, mentre lo sto già stringendo.
Vi prego, non svegliatemi da questo splendido sogno!
Un sogno con uno scenario molto particolare, dove io puzzo di immondizia e raccolgo schifo da terra. Ma chissenefrega, no?
Ora posso dirlo, sono la ragazza di Eugene Stock!

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora