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Oggi è un nuovo giorno!
Più precisamente il giorno del giudizio.
Letteralmente, visto che dirò a Cherry, Febo e Chase, di Eugene.
Con Febo non credo ci saranno problemi, voglio dire, già lo conosce Eugene.
Ma Cherry e Chase... Oddio, non riesco nemmeno a pensarci.
Vado in cucina e inizio a preparare il mio adorato french toast, mentre ripenso alla serata di ieri.
È stata a dir poco piacevole.
Ho anche conosciuto il padre di Eugene, Ronald. Un uomo sulla sessantina, molto allegro e giocherellone. Non riusciva a non coccolare il piccolo Matt perfino a tavola. Dove si scambiavano sguardi di intesa e gioco.
Dall'altra parte invece c'erano Susanne ed Eugene che sorridevano con le mani tra i capelli. «Sono sempre i soliti» dicevano, e per un istante mi sembrava di essere abituale a tutto quello.
Alle risate di gioia, alle chiacchiere, anche ai lamenti e i rimproveri.
Mi mancano mamma e papà. Li vedo sempre meno con la scusa dell'Università. Se prima prendevo il treno per vederli una volta a settimana, ora li vedo si e no una volta ogni due mesi.
Che figlia schreanzata sono.
Scaccio il pensiero e torno ai ricordi.
I ricordi di ieri sera, in cui Eugene mi accompagna all'auto e mi bacia la fronte. Null'altro, solo quello. Eppure sembrava più di altri cento baci.
Aaaaaahhhh.
Sono così contenta, peccato che questa pace durerà poco.
Mangio il toast quasi carbonizzato e dopo essermi sistemata parto verso il campo di battaglia.

Eccoci, una di fronte all'altro mentre ci accingiamo a varcare i cancelli secondari del campus.
«Sei sicura? So che ho insistito tanto, ma se non te la senti posso aspettare» «Certo, sono sicura!» dico più convinta a me stesse che a lui.
Non voglio ritardare una cosa tanto importante. Non sarebbe giusto.
«Va bene, grazie» sussura ad un soffio dalle mie orecchie.
Non resisto, e mi volto per ricevere un suo bacio.
È veloce, fugace, tanto che non sono nemmeno sicura di averglielo dato.
«Okay, è il momento di dire a tutti... Beh si, tutto». Inspiro altra aria nei polmoni, ma il fiato mi si mozza a metà percorso.
«Dire che cosa? Che stai con questo sfigato?».
Chase ci sta di fronte con braccia conserte e sguardo furioso.
Fantastico, non faccio nemmeno in tempo ad entrare che già sa tutto.
«Non posso credere a che livelli ti sia abbassata. Mi fai ribrezzo».
Se ne va senza dire altro, non che volessi sentirmi dire altro da lui.
Per quanto siano parole sue, parole alle quali ho imparato a non dare peso, mi fanno un certo effetto.
Mi fanno male, molto.
Con la coda dell'occhio vedo Eugene scattare verso Chase, ma lo fermo.
Stavolta non posso confidare su di lui. Devo fare io.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora