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Sistemo in uno chignon morbido, anche l'ultima ciocca di capelli, e tolgo con delicatezza il mascara leggermente sbavato.
Bene! Ora si che sono decente.
Mi ricontrollo ancora una volta sul grande specchio della toilette e poi esco a raggiungere Chase che mi aspetta al tavolo.
Percorro il cammino quasi a rallentatore mentre lo osservo.
La sua stazza, la sua carnagione, il suo sorriso (o sarebbe meglio dire sogghigno).
È davvero cambiato tanto, sebbene i suoi capelli biondi e ricci siamo rimasti gli stessi di una volta.
Mi siedo di fronte a lui, senza staccargli gli occhi di dosso. Sì, anche i suoi occhi sono cambiati.
Ora sono blu, come il mare pronto alla tempesta. Nulla a che vedere con l'azzurro cielo di pochi anni prima.
«Allora? Cosa prendiamo?» «Ah, uhm... Io vado per i classici spaghetti al sugo» dico rivolta alla cameriera che ci sta ora affianco.
«Per me la specialità della casa» sogghigna ammiccante alla brunetta esaltata.
«...E una bottiglia di rosso» conclude fissando i glutei sodi della cameriera mentre si allontana.
Alzo gli occhi al cielo.
«Sei il solito porco, Chase» «E tu sei la solita gelosa, Brianna» «Non sarei gelosa di te nemmeno tra mille anni, presuntuoso» «Ah si? Io ricordo il contrario».
Bastardo, sapevo sarebbe tornato a parare lì. Finisce sempre così con lui.
Finisce sempre che ricordo.
«Mi piace il posto» dico cercando di cambiare totalmente discorso.
Lui se ne accorge, ma mi da tregua.
«Si, hai ragione. È la prima volta anche per me qua» «Certo. Chi ti crede. Ci avrai portato altre venti ragazze prima di me». Il suo labbro si serra in una linea sottile, duro, mentre i suoi occhi si riempiono di buio.
Per un attimo direi quasi che sia triste, ma è di Chase che stiamo parlando.
«Proprio non riesci a vedermi con altri occhi?» «Ci ho già provato». Dannazione! Ora sono io ad essere tornata sul discorso.
«Eccovi il vino. Tra pochi minuti arriveranno i vostri piatti» ci interrompe, per fortuna, un altro cameriere.

«Grazie ancora per il pranzo, ma non aspettarti che io ricambi» «Non me lo aspettavo tranquilla. Ci vediamo domani al Campus, bellezza» «Ciao, bruttone». Gli tiro la lingua, e lui fa lo stesso. Poi mette in moto e svolta dietro l'angolo della palazzina in cui vivo.
Varco la porta di casa.
Casa, dolce e rotta, casa.
Sento già da qui il rumore dell'acqua che scorga, dev'essersi rotto di nuovo il tubo del lavabo del bagno.
Ecco, appunto.
Faccio in tempo a mettere piedi in bagno che l'acqua scivola sui miei calzini.
Evvai, per la seconda volta in tre mesi devo chiamare l'idraulico!
Se ieri era la mia giornata fortunata, oggi è decisamente l'opposto.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora