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Martedì mattina.
A svegliarmi è il cinguettio dei passeri che vorrei zittire uno ad uno.
Strofino affannosamente le tempie.
Devo aver bevuto un po' troppo.
Sono a casa, nel mio letto.
Non ricordo quando sono tornata.
O sarebbe più giusto dire, che non ricordo proprio di essere andata via dal concerto ieri sera.
Allungo la mano per prendere il cellulare e controllare l'ora.
Le 11.47.
«Oddio, i corsi!»
Ormai finiscono tra poco più di mezz'ora. Non farei mai in tempo.
Merda! Ho sprecato un'intera giornata di studio.
«Buongiorno anche a te, bellezza».
Mi assale un brivido tremendo in tutto il corpo, appena mi volto dall'altra parte del letto.
Chase è sdraiato a petto nudo sotto le mie lenzuola (e mi auguro con tutto il cuore che l'unica parte senza vestiti sia solo il suo torace).
Mi alzo di scatto e mi allontano da lui.
Mi fissa con un sogghigno, fischiando.
«Sei ancora meglio dell'ultima volta» continua. E nella mia testa partono mille domande!
Sono solo in intimo. Perché!?
Che diavolo ci fa Chase qui!?
Che cosa abbiamo fatto insieme!? Oddio ti prego, fa che non debba pentirmi di nulla.
Ma soprattutto, quanto diavolo ho bevuto!?
Corro in bagno e metto subito l'accappatoio. Mi sciacquo velocemente la faccia con acqua gelida e rimango a guardare il mio aspetto orribile allo specchio.
Dal riflesso vedo Chase entrate nonchalante, che sbadigliando si gratta spudoratamente il pacco nei boxer e i capelli.
«Merda, Chase! Che cazzo fai!?» urlo in preda all'esasperazione.
«Devo pisciare. Stai calma, Bri!» «Bri un cazzo! Esci subito, ti ricordo che sei a casa mia!» «E io ti ricordo che sono stato io ad evitare che ti strozzassi col tuo stesso vomito, la notte passata. Sei una piccola ingrata... Ma soprattutto una gran stronza!» sbotta, mentre se ne esce sbattendo rumorosamente la porta.
Che cosa ha fatto!?
Ma certo, ora ha senso! Si è solo preso cura di me.
A darmene conferma sono i miei vestiti di ieri sera sul piano doccia, pieni di... Bleah, si è capito insomma.
Ma c'era davvero bisogno di dormire mezzo nudo nel mio letto? È anche vero che un divano non ce l'ho in questo piccolo monolocale.
Okay, forse ho esagerato io stavolta.
«Senti... Scusa, ho esagerato. E grazie» dico uscendo a mia volta.
Finisce di infilare i pantaloni, poi passa alla maglia sporca di quello che penso essere il mio sbocco.
Altra domanda che trova risposta. Ecco perché era senza vestiti.
«Lasciamo stare. Tanto non c'è modo che tu mi veda diversamente da un pezzo di merda» sussura calmo, senza degnarmi di uno sguardo.
Infila anche le scarpe, poi se ne esce.
Non provo a fermarlo. Non saprei nemmeno io cosa dire.
Ha ragione, sono davvero una gran stronza.

È un'ora che giro per il centro senza una meta.
Voglio solo svuotare la testa.
Anzi, vorrei riempirla di ricordi.
Come ho fatto a ridurmi così ieri?
L'ultima cosa che ricordo è di essere scesa in pista con Eugene.
Oddio Eugene! Chissà come sta? Nemmeno lui era preso tanto bene.
Dovrò aspettare fino a domani.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora