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Lo prendo per mano e, sebbene la mia sia più tremante e sudaticcia della sua, non la lascia un solo istante.
Lo incito a seguirmi, conducendolo fino a letto, dove, non poco impacciati ci accomodiamo.
«Q-quindi sei sicura? I-io non s-so se-» lo interrompo baciandolo con forza.
Afferro il suo viso tra le mani e lo spingo sempre di più sopra di me, fino a farci ricadere l'uno sopra l'altra.
Mi osserva ancora incredulo per qualche attimo, poi arriva al punto il cui la mia maglia e alzata, mostrando buona parte del seno scoperto.
Nei suoi occhi si accende qualcosa.
L'imbarazzo che predominava fino a poco fa, ora sembra essersi placato, susseguito da... Desiderio?
«Posso?» domanda serio, mentre allunga una mano verso la parte superiore del mio corpo.
Annuisco, non sapendo bene che rispondere.
Sta davvero succedendo!
Eugene sta per-! Eugene mi sta toccando le tette!
La sua mano calda inizia con l'accarezzarmi la pelle liscia, poi affonda leggermente le dita, come per verificarne la morbidezza, e sorride quando lo fa.
Mi fa impazzire vederlo così, sembra quasi un bambino che gioca.
«Sembra divertirti» ridacchio riportandolo alla realtà.
Stacca rapidamente la mano e torna l'Eugene imbarazzato.
«S-scusa non volevo. Non so bene come comportarmi» «Per ora, che ne dici se intanto levi la maglia?».
Mi guarda stranito, ma fa come gli dico.
In un gesto rapido toglie la T-shirt, lasciandola cadere a terra e facendomi scoprire quello che per tutto questo tempo è stato invisibile ai miei occhi.
Un torace semplicemente perfetto.
Non troppo scolpito, anzi, sono appena accentuate le linee dei muscoli, eppure è tonico e ben definito.
Non avrei mai, mai sospettato che sotto l'esile figura di Eugene potesse esserci... Questo ben di Dio!
Come ipotizzata inizio a seguire con le dita tutto il suo busto.
Dal pomo d'Adamo, alle clavicola, dal petto che si gonfia e sgonfia freneticamente, all'addome fresco, dal basso ventre tiepido, all'inizio della linea bollente dei suoi boxer.
«Forse dovresti togliere anche i pantaloni» sussuro, impaziente di vedere anche quella parte del suo corpo.
Mi aspetto lo faccia, invece ma mia mano viene bloccata con decisione.
«Non posso» dice serio. Troppo serio.
Alzo lo sguardo, in cerca di spiegazioni, e trovo i suoi occhi divorarmi in un nero pece.
No... Ho paura di questi occhi tetri, severi, distaccati.
«Non posso. Scusa» continua allontanando sempre di più le mie dita dalla sua pelle.
«Perchè?» domando titubante, ma non sono sicura di voler sapere il perché.
«Mi dispiace ma... Per quanto io sappia che non è una colpa, e meno ancora un motivo da parte mia da richiamare, non riesco a non pensarci.
A vederti così decisa, così... Esperta» dice l'ultima parola con un tono più seccato, «... Non riesco a non pensare a quante volte ... Lui, deve averti fatto sua in questo stesso letto». Sospira, ancora e ancora.
«Lo so che non dovrei dire nulla, perché quando stavate insieme nemmeno sapevamo l'uno dell'esistenza dell'altro, e le cose che hai fatto, le hai fatte perché era giusto così, non è sicuramente una colpa ma... Io, non riesco a smettere di pensarti tra le sue braccia come lo sei ora tra le mie, e mi sento... Stupido.
Ho cosí paura di un confronto da parte tua».
Si allontana da me, senza esitazione, e torna a sedersi, con la testa affondata tra le mani.
Mi alzo anche io, e mi accovaccio sulla sua schiena nuda, sfiorandola con la guancia.
«Eugene, posso solo provare ad immaginare e a capire ma, come hai detto tu, ora ci sei tu a tenermi tra le braccia. Solo e soltanto tu.
Mentirei se ti dicessi che non avrei mai voluto fare quel che ho fatto con Chase, perché in quel periodo, eravamo innamorati ed era una cosa reciproca e desiderata il volersi, ma è passato. È un ricordo che però non metterei mai e poi mai al confronto con te. È una porta chiusa, sigillata, che non ha chiave per essere riaperta.
È parte della vita, come tutte le cose. Un'esperienza passata, e che ora non ha più alcuna importanza, davvero.
So che non sono proprio brava a dare conforto, ma mi sembrava giusto essere onesta» «No, tu hai ragione. Sarebbe strano e una menzogna se avessi risposto diversamente. Grazie».
Mi stampa un bacio casto sulla fronte, poi rivolge lo sguardo al pavimento ancora una volta.
«Mi vergogno di me stesso. Complico solo le cose».
Lo sento inspirare aria, fino a gonfiare allo stremo i polmoni.
«Penso sia meglio concludere qui oggi. Mi dispiace, Brianna» continua alzandosi dal letto, lasciando la mia guancia a contatto con l'aria.
Afferra la maglia da terra, e la infila camminando verso la porta, senza mai voltarsi in mia direzione.
«Ci vediamo» sussura rivolto alla porta, poco prima di aprirla e sparirci dietro.


Ciao a tutti, cari lettori.
Volevo far presente che ogni capitolo ha una media di 25 visualizzazioni, cosa che mi fa piacere, perché significa che almeno 25 persone stanno seguendo le vicende di Eugene e Brianna.
Vorrei però chiedere, a chi sa, di potermi dare anche un responso positivo con le stelle e qualche commento.
Apprezzo stiate seguendo la storia, ma se vi piace, apprezzerei ancora di più se poteste supportarla.
Chiedo solo una frazione di secondo, per premere in quel pulsantino a forma di stella ★ che può far si che anche altri lettori conoscano quest'opera, così da avere anche altre opinioni e commenti.
Grazie.

Eileen ✨

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora