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Risaliamo in camera per afferrare un cambio, visto la piccola fontana che sono stata nel sputargli il caffè nella maglia (pure bianca) e nel versarlo nei miei pantaloni.
«Scusa ancora. Ma se non mi prendevi in giro, non sarebbe accaduto nulla» «Oh certo, ora diamo la colpa a me, Sbrodolina».
Sebbene provi a rimanere serio, finisce con il ridacchiare, ed io lo seguo.
Probabilmente Eugene aveva ragione.
Queste giornate potrebbero farci rasserenare.
Faccio per aprire la porta della camera, ma mi blocco all'istante non appena sento un grido strozzato.
«Hai sentito!? Cos'era?» dico rivolta a Chase, che mi guarda confuso.
«Io non ho sentito nulla. Ora ti immagini pure le cose?» «Ti giuro che ho sentit-» «Mmh!».
Di nuovo! Quell'urlo soffocato.
«Ora l'hai sentito!?» dico esageratamente spaventata.
«E se quel che avesse detto Febo fosse vero? Io... Non credo a queste cose, ma» «Ma?» domanda a voce troppo alta.
«Shhh abbassa la voce! Non vorrai che LEI ci senta?» «Lei chi, cazzo?!».
Il suo tono è spazientito, ma rimane allo stesso livello del mio: un sussurro.
Mi avvicino di più a lui, ad un soffio dalle sue orecchie.
«F-Febo aveva detto che la moglie del proprietario della baita, fosse morta proprio in una tempesta di neve, come quella di ieri.
Si dice che il suo spirito infelice, per i tradimenti del marito scoperti ancora da viva, vaghi ancora in queste mura.
E che il suo fantasma si materializzi nelle giornate successive alle bufere di neve» «Stai scherzando, vero? Sono solo storielle non ci crederai davvero?» risponde spavaldo.
Volgo dietro le sue spalle lo sguardo. I miei occhi rimangono incollati ad un punto fisso del corridoio.
Sono ferma, immobile, paralizzata.
«C-che c'è?»
Con la coda dell'occhio seguo i lineamenti di Chase: un viso preoccupato all'idea di cosa possa esserci alle sue spalle.
Si volta velocemente, in cerca di quello che cattura le mie attenzioni, ed è in quel momento che di soppiatto mi avvicino a lui, alle sue orecchie e sussuro glaciale «Boo!», mentre le mani lo spintonano in avanti.
«Cazzo! Ma che-!? Sei impazzita, stronza?!» grida con il fiato corto e i muscoli tesi.
«Non crederai a queste cose?» imito lui, riuscendo a stento a non morire dalle risate.
«Vaffanculo Bri! Sei tremenda!» dice ancora con fare contrariato, ma le sue labbra sorridono.
«Lo so, ma dovevo per vendicarmi» «Terribile» «Oh, andiamo mister Fifone. Ci sei cascato in pieno. È stato bellissimo» sbiascico appena per le risate.
«Tutto... Bene lì fuori?» chiede la voce di Cherry con affanno dalla porta della loro camera.
Ups, non avevo pensato che effettivamente Chase avrebbe potuto urlare.
«Si... Ehm scusate, l'interruzione. Chase è... Beh è stupido, non c'è una ragione. C-continuate pure. Ciao».
L'imbarazzo all'idea di averli interrotti con il mio stupido scherzo, mi fa arrossire.
Pochi istanti dopo, senza alcuna vergogna, si sentono altre moine, sospiri, grida soffocate ed è allora che Chase realizza.
«Cazzo se ci danno dentro!».
Fischietta a questa sua esclamazione, poi ecco apparirgli in volto quel suo solito sogghigno.
«Beh? Pensi di origliare ancora per molto?» «Ma c-cosa dici! Non volevo origliare, sono loro che sono chiassosi».
Entro in camera tremendamente imbarazzata, afferro l'asciugamano e un cambio e scendo le scale.
Rischio quasi di schiantarmi contro Chase che è ancora impalato in corridoio.
«Dove vai?» «Il bagno è tutto tuo. Io ho cambiato idea, e mi faccio una sauna. Bye bye».
Corro giù dalle scale, entro nell'antibagno della sauna, rimanendo in solo intimo e asciugamano, ed infine entro tra i vapori.
Prendo posto sull'angolo della stanzina, e mi lascio coccolare da quella meraviglia.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora