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Esami.
Esami, esami, Eugene!
ESAMI BRIANNA!
Concentrati sugli esami!
Sono le 6.35 del mattino, e sto studiando da circa... Da tutta la notte.
Più precisamente, da quando ieri sera, Melanie (la mia vicina di appartamento) mi ha trovata a terra di fronte alla porta di casa.
Era allarmata, lo si leggeva dai suoi occhi, ma le parole che emetteva era confortevoli, tranquille, rassicuranti.
Mi ha aiutata molto, e appena ripreso completamente conoscenza (e dopo aver bevuto un litro d'acqua sotto la sua insistenza), sono rientrata a casa.
E appunto, è da allora che ho in mano penna e libri.
È l'unico modo che ho per non pensare a quel che è successo. A quel che ho fatto.
No ehi! Fermi tutti!
Non è che io mi senta in qualche modo colpevole, assolutamente no.
La vittima qua sono io.
So di non aver avuto vie di scampo e per di più non ho provato sicuramente piacere in quel suo "bacio".
Bacio che non rispecchiava minimamente i miei ricordi, dove le labbra di Chase erano la cosa che più attendevo dopo un'intera giornata di solitudine e di inesistenza, soavi e sempre fresche.
Comunque! Non è questo il problema.
Ora... Come lo spiego a Eugene?
È questo che mi spaventa.
Non ho dubbi sul fatto di parlargliene, ma, ho paura per la sua reazione.
Ci faremo sopra due risate?
Sí, certo come no.
Oppure, preso dall'isteria di sapere che, giusto pochi giorni dopo la sua scenata di gelosia e la mia promessa che non avevo altri se non lui, un altro mi bacia... E se, Eugene mi lasciasse?
Molto più probabile. Già.
Merda!
Chase, merda! Sei un proprio uno sfascia relazioni! Era questo che volevi no!?
Calco con la penna il libro di letteratura inglese, dove il povero volto di un noto poeta raffigurato in un riquadro, diventa la mia valvola di sfogo.
Accentuo i suoi baffetti già accennati, due corna da demonio, e delle sopracciglia corrugate.
Sì esatto, è così che appare Chase nella mia testa: come satana!
Mentre rendo il mio furore arte su carta, vedo il cellulare illuminarsi insistentemente.
Il display mostra una chiamata in arrivo.
Una chiamata dalla persona che in questo momento più mi spaventa, e non parlo di Chase.
Rispondo, cercando di non trapelare il panico ma fallisco miseramente.
«Oh, ah... Uhm, Eugene!»
«Ciao Brianna, tutto okay?» «S-s-Si, stavo solo studiando e la tua chiamata mi ha colta di sorpresa» e non mento.
«Ah accidenti, scusami. Forse era meglio un messaggio, ma volevo assicurarmi che mi rispondessi subito.
Ti andrebbe di fare colazione insieme prima di andare ai corsi? Sono quasi sotto casa tua, e mi son chiesto perché no?... Ma aspetta, stai studiando a quest'ora!?»
«Non riuscivo a prendere sonno, e mi è venuto in mente solo di studiare» altra verità.
«Allora hai davvero bisogno di un caffè.  Cinque minuti e sono lì sotto»
«Ah uhm... Okay, ma devo ancora prepararmi!»
«Nessun problema, fai con comodo, a tra poco».
Mette giù la chiamata e io inizio ad entrare in agitazione, correndo per tutto il monolocale in cerca di sistemare e sistemarmi.
Inciampo più volte su me stessa, sbattendo ovunque.
Fantastico!
Ora, il "problema" di cui parlavo, si sta letteralmente avvicinando a me.
Mi sta venendo in contro.
E tra meno di 5 minuti, sarò rovinata.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora