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Siamo sempre più vicini alla conclusione di questo libro, e siamo sempre di più!
Noto con piacere che la media di lettori è aumentata a cento per ogni capitolo e sono davvero, davvero grata, per tutti voi che mi aiutate e spronate a continuare a scrivere!
Grazie di cuore a tutti e un grazie speciale, a coloro che mi seguono dall'inizio e commentano, votano, e dicono la loro ogni qual volta si presenti l'occasione. Vi ringrazio infinitamente 😊✨

Alla fine è arrivata anche la vigilia di Natale, e quest'anno la festeggerò con Eugene.
Sono elettrizzata all'idea!
O almeno, lo sarei ma... Sapere che i miei e i suoi si incontreranno per la prima volta per un avvenimento tanto importante e familiare, mi spaventa.
Casa Stock.
Sette e quaranta di sera.
Tra venti minuti si va a tavola e dei miei genitori ancora nessuna traccia.
Ma perché devono farmi fare questa figura?
«Mi dispiace Susanne» «Non preoccuparti tesoro, non c'è alcuna fretta. E poi lo sanno tutti che le linee ferroviarie di qui sono sempre inaffidabili. Scommetto quel che vuoi che se sono in ritardo è a causa loro» cerca di rasserenarmi mentre mi porge un altro cookie alla cannella.
È il quarto che mangio, sono davvero deliziosi! Anche se so che potrò dire addio alla mia esile figura quest'inverno, tra nutella, biscotti e chissà quanti altri dolci.
Massaggio in automatico la pancia, come per consolarla alla triste realtà e in quell'istante la voce di mamma si fa strada.
«Briciola! Non sarai mica...?!» sghignazza annunciando a tutti il suo arrivo.
Vedo Susanne fermarsi allo stipite della porta con il vassoio in mano, mentre il marito sgrana gli occhi ed Eugene al mio fianco... Impallidisce.
«C-cosa!? No mamma! Ma sei impazzita!?».
Quasi incredula porta una mano alla bocca e inizia a fare la drammatica «Oh cara, ma allora perché ti toccavi a quel modo l'addome?» «Stavo solo dicendo addio alla mia linea fisica per quest'inverno!» sbotto imbarazzata.
«Ah... Ehm, okay» risponde mamma non convinta.
Vedo Eugene riprendere colorito.
E dei lievi sospiri da parte dei due padroni di casa alle nostre spalle.
«Aspetti un cumulo di grassi insomma. È questo che stai dicendo?» continua divertita.
Oddio vi prego, qualcuno la faccia  tacere. Ma che problemi ha?!
Voglio nascondermi dalla vista di tutti. Sento gli sguardi perforarmi la nuca.
Fantastico, i miei hanno già mostrato il meglio di loro davanti ai miei futuri suoceri!
«Lei dev'essere la madre di Brianna, è un piacere conoscerla» interviene Susanne porgendole la mano con noncuranza di quello che è appena stato detto.
«Mentre lei è il signor Schill» prosegue, stringendo anche la mano di papà.
Iniziano a dialogare delle solite cose "come sta?" "come le sembra?" "com'è il tempo da voi?" etc. e si unisce a loro anche il marito.
Veniamo condotti dentro senza nemmeno accorgerci sotto la guida di Susanne e il suo modo aggraziato di  parlare con tutti.
Ci sediamo a tavola pronti ad assaggiare ogni delizia, e la serata prosegue tra imbarazzi e risate.
Soprattutto imbarazzo mio, viste le storielle della mia infanzia (che speravo esaurite quando è venuto Eugene da noi) che mamma non può fare a meno di dire di fronte a tutti.

«Non è stata così male dai» «Oh invece lo è stato! I tuoi ora penseranno che sono una stupida per colpa di quella boccaccia che mia mamma non riesce a tenere cucita!».
Ridacchia ancora una volta, ed è stupendo mentre mostra la sua dentatura perfetta sotto la luce soffusa del cancello di casa Stock.
Fuori non c'è anima viva, si sente solo qualche cane abbaiare o ululare in questa notte magnifica.
Manca un'oretta a Natale, ed io lo sto trascorrendo in compagnia della persona che amo.
«Ma no fidati, ai miei piaci molto».
Si interrompe, per poi spostarsi dietro di me, e cingermi alle spalle.
«Hai freddo?» «Un po', ma ora sto meglio. Grazie».
Mi lascio cullare dal calore della sua stretta, e dal tiepido respiro sulle mie orecchie.
«Senti... Se avessi bisogno di qualsiasi cosa, sappi che io ci sono» dice con tono serio. Non vedo il suo volto, ma non è difficile immaginarlo, e immaginare a cosa si riferisce, visto che le sue mani sono poggiate sul mio ventre.
«Eugene, non aspetto un bambino. Stavo davvero riflettendo sulla tonditá che assumerà la mia pancia, una volta finite le vacanze di Natale» ridacchio sperando di rasserenarlo.
«Lo so ma... Io parlo anche per un futuro. Sai... Sei mesi passano in fretta e io, ho già preso un appartamento poco più in là del tuo.
È da un po' che lavoro e metto via i soldi. Era molto che desideravo un'inidipendenza dai miei e ora finalmente non è così lontana.
A maggio mi trasferirò, e mi chiedevo se volessi raggiungermi».
La sua stretta si fa più forte, mentre il suo respiro si alterna impaziente, forse anche spaventato, in attesa di una mia risposta.
Lo ha davvero fatto?
O sto di nuovo sognando?
«Mi stai chiedendo di andare a convivere?» sussuro incredula girandomi verso di lui.
Voglio vederlo.
Voglio vedere i suoi occhi al cioccolato.
Il suo sorriso.
La sua espressione, mentre lo dice.
«S-Sí, ma ovviamente se non vuoi lo capirei. È-è un passo importante e... Uhm, forse è stato troppo presto chiedertelo. S-scusa».
«Ma come!? Ora ritiri l'invito!? Ecco, e io che volevo accettare» fingo di essere offesa, ma so per certo che il sorriso nella mia faccia smentisce tutto.
«Dici... Dici sul serio!?» «Yep!».
In volto gli si allarga un sorrisone, ed euforico mi prende in braccio per poi farmi roteare.
«Grazie! Grazie! Sei magnifica! Ti amo!» urla così forte da farmi quasi imbarazzare.
«Shhh, abbassa la voce o ci sentiranno!» «Non mi importa, tutto il quartiere, anzi, tutto il mondo, deve sapere che ti amo. Ti amo! Ti amo ti amo!» «Sei proprio uno scemo» dico a stento trattenendo le risate.
«E ti amo anche io» sussuro, prima di stampare le mie labbra alle sue, ancora tra le sue braccia e con i piedi alzati da terra.
Mi sembra di volare.
È lui, che mi fa volare.
«Ti amo, Eugene».

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora