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Avete presente quella bellissima sensazione di leggerezza?
Quel sentore di piccoli sfarfallii di ali sullo stomaco?
Quel vedere ovunque tutto magicamente ed immensamente perfetto e luminoso?
Riesco per fino ad immaginare il mio tetro monolocale, come un castello sfavillante.
Aaaaaah è tutto così bello!
O almeno, lo sarebbe, se non avessi i piedi puzzolenti di Chase sotto il naso.
«Perchè ogni volta finisce che devo trovarti in casa MIA e nel MIO letto!?» grido mentre lo spingo a terra.
«Eddai Bri! Lasciami dormire non sapevo dove andare!» dice con tutta la bocca impastata dal sonno e dalla saliva.
È così calmo da farmi ribollire il sangue!
«Ma se la festa era al campus! Tu ci vivi lí, deficiente!» «Mamma mia come sei acida stamattina!». Chissà chi mi rende così nevrotica. Torno a casa sola e mi risveglio con te affianco. «Ma poi, come diavolo hai fatto  ad entrare? Stavolta sono sicurissima di essere tornata a casa sola. Me ne sono  andata molto prima di te». Vuoi vedere che ora nemmeno ricordo piú di chiudere la porta di casa? Sto giá subendo i sintomi dell'alzheimer? Ha ragione Eugene, sembro una ultracentenaria. «Con le chiavi, no?» risponde con somma ovvietá, rendendomi ancora più isterica. Ma la colpa è solo mia che non gli ho mai richiesto indietro la copia delle chiavi! Pensavo non ce ne fosse bisogno, e in realtà credevo se ne fosse sbarazzato dopo la nostra rottura. Ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso.
«Chase Jackson. Alzati subito dal pavimento e vattene!» «Ehi satana! Ma che hai?! Nemmeno ti avessi stuprata!».
Già! Il problema è che io ora ho un ragazzo, e dubito fortemente gli farebbe piacere sapere che un altro ragazzo ha dormito nel mio letto!
O almeno, vorrei poterlo dire, ma so che poi le cose si complicherebbero. Farebbe cento domande e probabilmente ammazzerebbe Eugene, visti gli ottimi rapporti in cui si trovano.
Sì, il mio è sarcasmo.
«E ricorda di ridarmi le chiavi!» puntualizzo rabbiosa mentre scaravento fuori dalla porta le sue scarpe.
«Cazzo Bri! Sei proprio schizzata! Hai le tue cose?» sbotta finalmente alzandosi.
Non rispondo, lo seguo solo con lo sguardo.
Dal pavimento alla cucina, dove poggia con malavoglia la sua copia delle chiavi, e dalla cucina alla porta. Se ne esce borbottando qualcosa di incomprensibile, poi sbatte la povera porta già vecchia e malandata.
«Stronza!» lo sento urlare dal corridoio di fuori.
«Fottiti!» grido in tutta risposta.
Ottimo.
La giornata è iniziata proprio nel modo peggiore immaginabile.
Non vedo l'ora di vedere Eugene, solo lui può rendere questo, un giorno migliore.

Ed un Nerd mi sconvolge la VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora