Dal giorno in cui m'innamorai non te ne andare mai

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Andarono in un grande centro commerciale, poco fuori città, e anche qui la gente non tardò a riconoscerlo. Ci misero poco più di due ore per fare la spesa, e tornarono a casa carichi di buste, con dentro di tutto di più.. D'altronde erano quasi tre mesi che mancava da casa, e le provviste scarseggiavano.

<<No, i biscotti vanno in questo pensile, e i cereali invece in quest'altro..>> disse Ignazio togliendole dalle mani il pacco di biscotti che Sofia stava riponendo nello scaffale sbagliato.

<<Uffa, come sei complicato!>> rispose sbuffando e ridendo sotto i baffi.

<<Oh, è casa mia e decido io dove mettere le cose!>> disse lui fermandosi in mezzo alla cucina con in mano una vaschetta di gelato senza lattosio al pistacchio.

<<E quella? Non ti ho visto quando l'hai presa!>>

<<Questa è per le emergenze. Tipo, pensavo, mentre ci guardiamo un film seduti sul divano.. Ci starebbe bene no?>> disse dandole un bacio sul collo.

<<Ci sta bene si, poi è pure al pistacchio! Io adoro il gelato al pistacchio!>> Lui sorrise e ripose il gelato nel freezer. Continuarono così per un bel po' di tempo finché finalmente anche l'ultima busta non fu vuota. <<Bene>> disse Sofia lavandosi le mani. <<Che prepariamo per cena? Io in tutto ciò avrei fame..>>

Lui la guardò. <<Cena? Preparare? No no, siamo stanchi tutti e due quindi stasera si cena fuori.>>

<<Ma come, hai..>>

<<Niente se e niente ma! Vai a vestirti che fra una mezz'ora si esce>> rispose sfoderando uno dei suoi magnifici sorrisi. Sofia sorrise di conseguenza e salì su in camera. Indossò una camicia color pesca che le ricadeva perfettamente lungo i fianchi, accompagnata dai classici stivaletti neri che le piacevano tanto perché la slanciavano, non avendo lei un corpo perfetto. <<Come sto?>> gli chiese facendo un giro su se' stessa.

Ignazio la squadrò da capo a piedi. <<A dir poco perfetta!>> le rispose. <<Aspettami qui, torno subito.>> Dopo dieci minuti scese anche lui: aveva messo una camicia bianca con dei jeans strappati, scarpe da ginnastica e una semplice giacca di jeans sopra. <<Andiamo?>> disse prendendo le chiavi della macchina.

<<No no>> disse Sofia avvicinandosi a lui; gli accarezzò il collo con un dito e lentamente scese fino al petto. Lo guardò negli occhi. <<Prima ti chiudi questa camicia e poi forse possiamo uscire..>> disse allacciandogli i bottoni che aveva lasciato aperti.

<<Sei gelosa?>>

<<Chi io? No, che dici!>> rispose ridendo.

Le prese il viso fra le mani e la baciò. <<Mi piace questo tuo essere gelosa! Vuol dire che mi ami veramente.>> Lei ricambiò il suo bacio e lo prese per mano. <<Ciao patato, ci vediamo fra un po'>> disse Ignazio rivolto a Franz, che dormiva beato sul divano.

Uscirono di casa; l'aria era abbastanza fresca, ma per fortuna non faceva freddo. Ignazio le aprì la portiera della macchina e partirono. Una volta arrivati in città, Sofia iniziò a guardarsi intorno; erano quasi le nove, e la gente cominciava a rientrare a casa dopo una lunga giornata di lavoro. I portici erano tutti illuminati, e la città acquisì un fascino diverso. <<Ecco, davanti a te puoi vedere le torri. Quella più bassa è la Torre della Garisenda, mentre quella più alta è la Torre degli Asinelli, la più famosa>> gli disse mentre erano fermi ad un semaforo. <<Ora invece a destra vedrai Piazza Maggiore e la Basilica di San Petronio.>>

Sofia non aveva smesso di guardare fuori dal finestrino. <<Da quant'è che sto qui?>> disse girandosi verso di lui.

<<Circa quattro ore..>> rispose guardando l'orologio.

Un silenzio breve e poi ||Ignazio Boschetto||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora