..la bocca tua si accende un'altra volta

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Quando arrivarono davanti casa sua, Sofia iniziò a tremare. Aveva deciso di tornare da lui per farsi perdonare, ma sapeva di aver sbagliato.. E anche se tutti non facevano altro che ripeterle che lui la stava aspettando e che la amava ancora, aveva pur sempre paura. <<E se non mi volesse più?>> chiese dando voce ai suoi pensieri.

<<Sofi per favore>> le rispose Piero. <<Non dire cavolate! Ti ama, non ha mai smesso di pensarti..>>

<<Sì>> intervenne Giorgia. <<E' così, fidati di noi.>>

Sofia continuava a guardarli titubante. <<E se invece vi state sbagliando? Se invece si fosse davvero stancato di aspettarmi? Ma perché sono tornata, perché?>> disse mettendosi le mani intorno alla testa. Aveva paura di essere respinta, e non avrebbe potuto sopportarlo.

<<Non starai dicendo sul serio vero?>> chiese Giorgia spalancando gli occhi. <<Se non ti decidi ad andare da lui, ti faccio uscire con le forze da questa macchina!>>

<<Ascoltami..>> intervenne Piero. <<Io Ignazio lo conosco.. Ormai mi basta uno sguardo per capire come sta. E in questo ultimo periodo era molto triste e malinconico, come se avesse perso quel pezzo del puzzle che serve per rendere la sua vita completa.>> La guardò. <<E quel pezzo mancante sei proprio tu. Ti prego, non farlo soffrire ancora e vai da lui.>>

<<Ok>> disse prendendo un respiro profondo per ricacciare indietro le lacrime. <<Ma voi restate qui.>>

<<No>> rispose Giorgia. <<Noi andiamo via. Tanto tu non uscirai da quella casa.. Non oggi almeno.>> La sorella era convinta di quello che diceva, era convinta che non l'avrebbe più lasciata andar via.

<<Tieni>> disse Piero consegnandole le chiavi di emergenza di casa sua. <<Entra, blocca Franz se per caso sta in giro, e fagli una sorpresa.>> Sofia li guardò un'ultima volta e scese dalla macchina. Era tutto fermo e silenzioso, proprio come lo aveva lasciato due settimane prima. Mise la chiave nella serratura e la porta si aprì. Il sole invadeva il salone principale ma Ignazio non c'era, e neanche Franz le andò incontro. Chiuse la porta e guardò verso la cucina; anche lì non c'era nessuno, e nel lavello si erano accumulati un po' di piatti. D'istinto guardò lo scaffale del mobile vicino il televisore, scoprendo con sua immensa gioia che la cornice con la loro foto era ancora al suo posto.

C'era tanto, troppo silenzio, tanto che iniziò a pensare che dormisse o che non fosse proprio in casa. Ma la sua macchina era parcheggiata fuori, quindi probabilmente stava solo dormendo. Si avvicinò alle scale per raggiungere il piano superiore quando sentì in lontananza una melodia, come se qualcuno stesse suonando un pianoforte.. Non c'erano altre case nei dintorni, quindi doveva venire per forza da lì.

Seguendo incuriosita quelle meravigliose note, arrivò davanti una porta posta immediatamente sotto le scale che si confondeva benissimo con il colore della parete.. Aveva sempre pensato che fosse una specie di cantina, quindi non gli aveva mai dato troppa importanza. Aprì piano la porta e la scena che vide le fece venire un tuffo al cuore: così come a Marsala aveva la sua personale stanza della musica, come la chiamava Caterina, anche lì aveva una camera con un pianoforte e un computer. Era più piccola rispetto a quella della casa dei genitori, ma c'era tutto quello che gli serviva per suonare e comporre.

Era seduto sullo sgabello del pianoforte con le spalle alla porta, quindi non la vide subito. Sofia scoprì con sua immensa sorpresa che stava suonando, con Franz sulle gambe, le note del ritornello di "Un amore così grande", la stessa canzone che lei non faceva altro che ascoltare negli ultimi giorni. Credeva alle coincidenze, credeva che nulla nella vita accade per caso.. E non era un caso se, anche a diversi chilometri di distanza, si fossero ritrovati uniti nella stessa canzone.

Un silenzio breve e poi ||Ignazio Boschetto||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora