Io ti voglio come sei dentro tutti i giorni miei

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Il viaggio in aereo durò solo un'ora, ma per tutto il tempo Ignazio non la smetteva più di elencare le bellezze di Bologna. <<Allora, a parte le famose torri e Piazza Maggiore con la celebre chiesa di San Petronio, che è uno dei patroni della città, molto belli e forse poco conosciuti sono anche i Giardini Margherita, il Parco della Montagnola, la chiesa di Santo Stefano e quella di San Pietro.>>

<<Sei diventato una guida turistica?>> disse Sofia ridendo.

<<No, è solo che adoro la città in cui sono nato>> disse con gli occhi che gli brillavano. <<Comunque stavo dicendo che per me la chiesa più bella resta quella di San Luca. È posizionata in alto, su un colle, e per arrivarci bisogna fare una camminata di circa 4 chilometri.>> Sofia spalancò gli occhi. <<Ma la cosa bella è che dall'inizio fino alla fine si cammina sotto un portico, che non a caso è conosciuto come il portico più lungo del mondo.>> Sofia continuava a guardarlo in silenzio. <<È una passeggiata molto suggestiva te lo assicuro.. E poi una volta arrivati lassù la vista ti lascia senza parole. Preparati che ti ci porto un giorno di questi!>>

<<In aereo mi ci devi portare! Guarda che 8 chilometri a piedi andata e ritorno sono tanti! Io non sono allenata come te!>>

<<Male che vada ti porto in braccio, ma devi venirci! E' un ordine! Non vorrai mica farmi andare da solo.. Potrebbero riconoscermi, io potrei perdere la cognizione del tempo e non tornare più a casa da te..>> disse lasciando la frase a metà, mentre le dava dei dolci baci sul collo per poi salire lentamente fino alle guance. Per un attimo Sofia si abbandonò a lui, le emozioni che provava ogni volta che la sfiorava le facevano perdere il lume della ragione, ma per fortuna riuscì a rimanere lucida e a dire: <<Ignà smettila! Siamo in aereo, non mi pare il caso..>> Lui le diede un ultimo bacio sulle labbra e sorrise.

In quel momento, la voce del comandante che comunicava ai passeggeri che stavano per atterrare all'aeroporto Marconi di Bologna, li riportò nel mondo reale. Si allacciarono di nuovo le cinture e lui disse: << Benvenuta a casa mia.>> Sofia si sporse verso di lui e guardò fuori dal finestrino; la città si stendeva ai loro piedi, e le torri svettavano su tutto. Non vedeva l'ora di scendere e iniziare questa nuova avventura.

Una volta scesi dall'aereo, mentre aspettavano i bagagli, qualcuno lo riconobbe e gli chiese una foto; lui come sempre accontentò tutti, sorridendo. Ormai Sofia era abituata; anche se Ignazio non era amante dei social come Piero e Gianluca, in un modo o nell'altro le fan sapevano sempre dove trovarlo. Lei era felice di questo, era felice che finalmente le persone dessero il giusto valore a questi tre ragazzi dal talento inestimabile, ma un po' gelosa lo era, non poteva negarlo. Mentre faceva questo pensiero lo guardò, e si rese conto che fra una foto e un'altra le lanciava sempre uno sguardo, come per assicurarsi che fosse ancora lì, sorridendole. Qualche ragazza guardò anche lei, come a chiedersi chi fosse, ma d'istinto Sofia abbassava la testa e guardava il telefono, imbarazzata. Non sarebbe potuta scappare per sempre, ma per adesso le cose andavano bene così.

Una volta fuori lui prese il telefono e chiamò qualcuno. "Un taxi" pensò Sofia. E invece ad un certo punto una macchina bianca, la SUA macchina bianca, quella con la quale l'aveva portata a Marsala e a Palermo, gli si accostò vicino. Lo guardò sorpresa mentre lui sorrideva con aria soddisfatta; come era possibile? La risposta aveva un nome: Fabio. Dalla macchina scese un ragazzo alto e moro, con i capelli corti e gli occhi azzurri. Era vestito molto casual, ma qualcosa nei suoi modi le diceva che aveva a che fare con il mondo dell'arte.

<<Sofi, lui è Fabio. Uno dei miei migliori amici nonché grande artista.>>

<<Ciao Sofia, come stai? Ignazio mi ha parlato molto di te>> le disse stringendole la mano.

Un silenzio breve e poi ||Ignazio Boschetto||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora