Somos noche y luna como mar y espuma tu y yo

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<<Allora, solo perché ti amo e non posso resistere al tuo sorriso, ho deciso di risparmiarti un po' di strada a piedi. Parcheggiamo qui che così sono solo 2 i chilometri che dobbiamo fare per arrivare in cima. Franz, buono dai! Lo sai che mentre faccio manovra devi stare fermo.>>

Dopo vari tentativi, Sofia era riuscita a convincerlo a non fare tutto il percorso dall'inizio.. Arrivarono con la macchina fino al cosiddetto Ponte del Meloncello, che collegava i portici di Via Saragozza con i portici di San Luca. Per tutto il tragitto, Franz si era posizionato sulle gambe di Sofia e guardava fuori dal finestrino. <<Quindi, se partivamo da Porta Saragozza in tutto avremmo camminato 4 chilometri giusto?>>

<<Esatto. Invece da qui sono solo 2. Ma sono quelli più faticosi perché in salita>> le rispose facendole l'occhiolino.

<<Ah che bello!>> rispose Sofia sarcastica. <<Franz sei pronto?>> Ignazio fece il giro della macchina, le aprì lo sportello e prese il cane, mettendogli il collarino rosso. <<Dammi, lo porto io>> gli disse.

<<Guarda che potrebbe tirare un po'..>>

<<Non ti preoccupare, tu facci strada.>> All'inizio quasi non si resero conto della fatica, riuscirono a camminare per una mezz'ora senza grossi problemi. I gradini si alternavano alle salite, e piano piano che l'altitudine aumentava il freddo si faceva più intenso. Si fermarono un paio di volte per riposarsi sedendosi negli spazi lasciati aperti dagli archi che formavano quel lunghissimo portico a forma di serpente, che si arrampicava strisciando silenziosamente lungo il Colle della Guardia, sormontato appunto dalla chiesa della Beata Vergine di San Luca.

Sofia guardava con invidia e ammirazione le persone che invece salivano per i portici correndo. <<Ma come fanno? Li ammiro, davvero. Penso che se abitassi qui e riuscissi a fare come loro, in due mesi avrei smaltito i chili in eccesso..>>

<<Molta gente di Bologna, e non solo, viene qui a fare jogging.. Sale fino a su e poi riscende. Io preferisco venirci per camminare e rilassarmi, ma almeno una volta devo fermarmi. Non sono mai riuscito ad arrivare in cima senza pausa.>>

Sofia lo guardò e sorrise. Si alzò e, con Franz che la guardava, si sedette sulle sue gambe e gli disse: <<Allora sei umano anche tu! Iniziavo a pensare che una persona perfetta come te non potesse esistere.>>

<<Se vabbè! Non ti rispondo neanche guarda! Io perfetto? Ma quando mai? Ho i miei difetti come tutti!>> disse stampandole un bacio sulla guancia.

<<Mah, io continuo ancora ad avere qualche dubbio..>> disse alzando gli occhi. Lui in tutta risposta le prese il viso fra le mani e le diede un bacio, lasciandola quasi senza fiato. Non contento, iniziò a darle dei piccoli baci sulle guance e sul collo. Neanche a dirlo, le vennero i brividi. <<Ecco, ora sei convinta che sono vero?>>

<<Ora si..>> disse sorridendogli. Franz iniziò ad abbaiare. <<Si Franzino, andiamo! Quanto manca alla fine di questo portico che sembra infinito?>>

Lui si guardò intorno e le rispose. <<Poco, penso un'altra mezz'ora e siamo arrivati.>>

<<Allora andiamo, e stavolta senza più soste.>> Continuarono così a camminare.. Ogni tanto Ignazio la prendeva per i fianchi facendola sussultare, altre volte lei lo fermava nel bel mezzo di una salita solo per dargli un bacio.. Si, erano proprio innamorati come due adolescenti.

Dopo mezz'ora, come aveva giustamente predetto lui, arrivarono in cima. <<Ora ferma qui>> le disse. Lei si fermò, le andò dietro e le mise le mani sugli occhi. <<Dai, ma che fai?>> gli disse. <<C'è gente, ci prendono per matti!>>

<<Facessero pure non mi interessa. Vieni..>> La portò, con un po' di fatica, fino allo spiazzo antistante la chiesa. Furono investiti da una folata di vento fredda che le scompigliò i capelli. <<Mamma che freddo! Ma dove siamo, in montagna?>>

<<Quasi..>> Aprì gli occhi e quello che le si presentò davanti la lasciò senza parole: la chiesa di San Luca era enorme, a pianta circolare; la particolarità era che i portici arrivavano fino all'entrata della chiesa stessa. Alla sua sinistra si stendeva la città, mentre a destra una grandissima distesa verde che lasciava intravedere gli Appennini. <<Oh cavolo! Che spettacolo! Avevi ragione, la vista da quassù è meravigliosa!>> disse avvicinandosi al muretto che dava sulle colline. Rimase a contemplare il panorama e fu invasa da un senso di pace e tranquillità, che non provava più da tanto tempo ormai. <<Potrei rimanere qui tutto il giorno>> disse rivolgendo lo sguardo verso Ignazio, che nel frattempo si era avvicinato a lei.

<<Lo so, anche venendo qui ho ritrovato la serenità dopo tutto quello che avevo passato.>> Sofia poggiò la testa sulla sua spalla e rimasero per un po' così, in silenzio. Anche lì ci fu qualcuno che lo riconobbe, e lui come sempre non si negò. <<Se vogliamo entrare dentro, purtroppo dobbiamo lasciare Franz fuori..>> disse Ignazio ad un certo punto guardando verso l'entrata della chiesa.

<<No aspetta, facciamo così.. Accompagnatemi fino a su e poi io entro da sola. E voi mi aspettate fuori.>> Lui accettò. Sofia entrò in chiesa da sola e fece un giro veloce. Era bella, bellissima, e l'icona della Beata Vergine di San Luca balzava subito all'occhio, in quanto completamente circondata d'oro. Prese un santino, come era solita fare ogni volta che andava in una chiesa per la prima volta, e uscì.

Ma appena mise piede fuori, sia Ignazio che Franz erano scomparsi. Sofia non si perse d'animo e scese giù nel piazzale dove si trovavano prima. Si guardò intorno ma di loro non c'era traccia. Decise allora di fare silenzio e ascoltare se per caso si sentisse un cane abbaiare. Niente, tutto taceva.

Dopo una decina di minuti cominciò ad andare nel panico.. Il telefono di Ignazio non prendeva, Franz non abbaiava e lei non sapeva dove andare. Decise allora di tornare verso i portici dai quali erano saliti; fece qualche gradino e si rese conto che c'era uno spiazzo, non facilmente visibile. Conoscendolo, pensò che le avesse fatto uno scherzo nascondendosi lì insieme a Franz. E infatti aveva ragione. <<Bu!>> le disse appena la vide, scoppiando a ridere.

<<Mi avete lasciato sola eh? Bravi tutti e due! A letto senza cena!>> disse ridendo anche lei.

<<Hai avuto paura eh?>> disse continuando a ridere mentre le si avvicinava.

<<Io paura? No, certo che no! Avevo deciso di riscendere giù da sola e di aspettarti vicino la macchina. Prima o poi saresti arrivato!>>

<<E allora meno male che mi hai trovato! Guarda un po' dietro di me..>> disse scostandosi leggermente. La città di Bologna si stendeva in tutta la sua maestosità sotto di loro. Riusciva a distinguere solo le due torri, segno evidente di quanto fossero in alto.

<<Da una parte la collina, dall'altra la città. Ma è un luogo magico questo?>> disse Sofia entusiasta.

<<Credo di si>> le rispose dandole un bacio.

<<Uh, guarda Franz che amore che è! E' bellissimo disteso al sole, cucciolotto! Aspetta che gli faccio una foto..>> disse prendendo il cellulare. <<E una a te>> disse voltandosi all'improvviso verso di lui, che guardava ammirato il suo cane.

<<No dai! Fammi vedere.. Beh, non è venuta male!>> disse guardando lo schermo del cellulare.

<<Avevi dubbi? Tu sei sempre bello, anche appena sveglio con i capelli scompigliati>> disse passandogli una mano in mezzo a quel suo ciuffo ribelle e scompigliandogli, appunto, i capelli.

<<Matre mia! Quanto ti amo picciridda mia!>> disse dandole un altro bacio.

<<Ti adoro quando parli siciliano!>> rispose sorridendo sulle sue labbra. Continuarono a scambiarsi dei piccoli e dolci baci con la città dietro di loro che gli faceva da sfondo.. E Franz che li guardava scodinzolando felice.

Un silenzio breve e poi ||Ignazio Boschetto||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora