NdA si, lo so...è la terza ff che ho in ballo ma capitemi...l aria natalizia porta ispirazione...
Fisso con aria scettica l'Albero di Natale...mani posate sui fianchi e testa inclinata sono nella mia classica posa da "c'è qualcosa che non mi quadra ma non so che cosa". Poi capisco...il puntale è storto...sbuffo perché sono assolutamente certa che la sera prima, quando sono uscita dal reparto alle sette e mezza passate, quel maledetto puntale fosse assolutamente dritto. Mi guardo attorno sperando che qualcuno più alto di me, e non ci vuole molto visto che sono a malapena alta 1 metro e 61, mi aiuti e raddrizzi quel dannato coso al posto mio. Ma naturalmente in quel momento nessuno passa per il corridoio...dovrò fare da me...e lì arriva il problema insormontabile. Sono bassa, anzi tappa a dirla tutta, e quindi non posso raddrizzare il puntale da sola...mi serve la scala ma io soffro di una forma molto acuta di vertigini. Ho pure fifa a salire su una sedia, figuriamoci sulla scala. Ma è l'unico modo...quando acchiappo la scala dal ripostiglio ho le mani che tremano..quando metto il piede sul primo scalino sento la prima goccia di sudore scendermi lentamente lungo la schiena...quando arrivo in cima sento che sto per vomitare. Allungo la mano per raddrizzare il puntale ma la scala traballa pericolosamente ed io caccio un mezzo urlo che però non attira nessuno. Dannazione...di solito il corridoio brulica di attività, invece in quel momento è assolutamente deserto...cazzo...cerco di incamerare aria nei polmoni ma ho la tachicardia e le mani non mi reggono. Non parliamo delle gambe che non so neanche se mi permetteranno di scendere a terra da quella dannata scala. Perfetto..il mezzo attacco di panico causato dalle vertigini ci mancava "Ti serve una mano?" registro solo dopo qualche secondo la voce che mi sta parlando "Cosa?" non posso guardare in basso perché rischierei di svenire seduta stante "Soffri di vertigini per caso?" annuisco e il ragazzo, perché la voce appartiene ad un ragazzo, decide di correre in mio aiuto "Ti tengo la scala...tu ce la fai a scendere?"
"Non lo so...ho paura" la voce trema e mi sta venendo da piangere. Se a 22 anni non so ancora salire su una scala senza svenire siamo a posto...naturalmente ho fatto ore ed ore di sedute per superare questa cavolo di paura dell'altezza ma a quanto pare non è servito a nulla alla fine "Facciamo così allora...se ti prendo io? Però devi almeno scendere di due gradini...perché anche io non è che sia alto due metri quindi non ci arrivo...fai due gradini indietro e poi ti prendo...ok?" annuisco e muovo il piede all'indietro. Quando faccio per posarlo sul gradino sotto però slitto con la suola della scarpa e già mi vedo sfracellata al suolo..per fortuna il mio salvatore, che per me potrebbe essere pure il Papa in persona, mi acchiappa la caviglia e mi aiuta a poaare il piede sul gradino giusto "Ok...ora un altro in giù...facciamo che ti prendo la caviglia e ti aiuto a portare il piede in basso ok?"
"Ok..." quando lui posa le dita sulla caviglia malauguratamente il risvolto del jeans sale e lui mette la mano sulla mia pelle nuda...sento un brivido salirmi lungo la spina dorsale e so che non è per la paura ma per quel semplice tocco..il cuore mi schizza in gola ed io valuto la possibilità di svenire giusto per capire come ci si sente fra le braccia di quel ragazzo "Bravissima...ora ti poso le mani sui fianchi e ti tiro giù" annuisco e poi sento le sue mani mettersi attorno alla mia vita...il mio maglione rosso pesante, da perfetta aiutante di Babbo Natale, dovrebbe prevenire altri brividi inopportuni ma purtroppo si vede che quello è proprio il mio giorno sfortunato. Le sue dita fanno risalire il tessuto rosso ed io sento tipo un centinaio di farfalle svolazzarmi nello stomaco...almeno quel ragazzo deve essere un figo allucinante per causarmi quella reazione...se mi giro e mi trovo un cesso si vede che il mio corpo reagisce a qualsiasi contatto maschile e qui ci sarebbe un bel problema...forse tutto dipende dal fatto che la mia ultima relazione abbastanza seria, e per seria intendo che ha contemplato io e un lui a coccolarci sotto le lenzuola, risale a circa 8 mesi prima...è già passato così tanto? Dannazione "Ok, ora puoi mollare la presa sulla scala altrimenti non posso tirarti giù" rido della mia deficienza e poi stacco la presa dalla scala. Lui mi tiene agilmente per i fianchi e poi mi tira giù come se pesassi nulla, ed in effetti non è che pesi molto, con i miei 55 chili scarsi. Quando tocco terra ringrazio mentalmente la mia buona stella...sono viva e vegeta...solo dopo un secondo registro che ho ancora le sue mani sui fianchi e che la mia schiena è incollata al suo petto. E posso dire che non si tratta di una roba qualunque...mi sento avvolgere dalle sue braccia come se fossero un rifugio. Il ragazzo indossa un maglione simile al mio, ma di una tonalità di rosso leggermente più scura....guardando in basso noto un paio di jeans scuri che fasciano due gambe muscolose e delle scarpe da ginnastica rosso acceso "Posso toglierti le mani dai fianchi o stramazzi a terra?" la sua voce mi arriva da vicinissimo, il suo fiato caldo mi colpisce il collo ed io non so se stramazzerei a terra per i residui dell'attacco di panico o per colpa sua "Credo che riuscirò a stare in piedi"
"Ok, ora ti lascio allora..ma rimango dietro di te un attimo" ha una voce bassa, con una cadenza che sicuramente non arriva da Roma...mi piace un sacco la sua voce, cavolo me la immagino a sussurrarmi mille cose all'orecchio sotto le coperte. Quando mi ritrovo senza il suo sostegno sbando leggermente ma rimango in piedi...peccato che dopo tre secondi l'ondata della mia paura dell'altezza mi investa in pieno...scoppio in lacrime e non riesco a fermarmi...mi gira la testa e mi appoggio alla struttura della scala davanti a me "Hey...cavolo..." quella parola è l'ultima cosa che mi ricordo prima di sconnettere il cervello per tre secondi. In quei tre secondi lui mi prende in braccio a mo di sposa "Aspetta che ti faccio sedere" ho un fischio allucinante nelle orecchie, i sudori freddi e le mani che non ne vogliono sapere di rimanere ferme..quando riapro le palpebre sono seduta su una poltroncina. Siamo nella sala vicino al corridoio dove sta quel maledetto albero di Natale. È lo spogliatoio dove noi volontarie ci cambiamo "Mi dai....un bicchiere d'acqua?" ho la vista annebbiata e quindi non ho ancora messo bene a fuoco il ragazzo davanti a me. Lo faccio quando lui mi porge un bicchiere e una bustina di zucchero "Grazie" butto giù l'acqua e poi tento di aprire la bustina ma le mani non mi aiutano di certo "Faccio io...tu rilassati...cavolo meno male che siamo in un ospedale...vuoi che chiami qualcuno?"
"No..no...è solo per la scala...e quel puntale è ancora storto" le lacrime mi risalgono in gola ma lui si accovaccia davanti a me mettendomi le mani sulle ginocchia e mi toglie dalle mani la bustina che sto stritolando "Lo raddrizzo io ok? Tu devi calmarti...sei una delle volontarie?"
"Si..si" ricomincio a connettere ma il cervello mi si sconnette di botto quando capisco chi ho di fronte...in realtà non mi importa un cavolo che lui sia il giocatore famoso che quel giorno è venuto al Sant'Andrea per fare volontariato...capisco solamente che lui è il ragazzo più bello che abbia mai visto..ed io gli sono svenuta in braccio...perfetto...cazzarola "Tieni...butta giù lo zucchero e poi ti do altra acqua" annuisco e faccio come mi dice. Solo ora capisco perché il mio corpo abbia reagito così alla sua vicinanza...ha qualcosa che ti fa rimanere inchiodata a terra...passerei ore a fissarlo "Scusa per...insomma...se sono svenuta...è che volevo raddrizzare quel puntale e..sono una stupida"
"Ora lo mettiamo a posto...poi mi accompagni? Cioè posso arruolarti come mia guida ufficiale al reparto? Vi hanno detto che ci sarebbe stata una star oggi no?" non so se il fatto di essere la star sia qualcosa che gli piace o meno...
"Certo....come mai hai deciso di fare questa giornata di volontariato? Insomma non c'era già stato quell'evento qualche settimana fa?" lui fa cenno di si e poi sorride debolmente "Si, infatti questa è una cosa che ho deciso di fare per me, senza telecamere o altro..so che comunque delle foto usciranno ma...insomma era una cosa che mi sentivo di fare" lui arrossisce in maniera adorabile ed io in quell'attimo esatto mi innamoro di lui..cavolo è pazzesco...mai ho sentito quella sensazione alla bocca dello stomaco, come se il cuore mi si sciogliesse "È...bellissimo...veramente" abbasso lo sguardo perché l'espressione ebete che ho stampata in viso probabilmente lui la vedrà 800 volte al giorno e quindi non gli serve certo sapere che io sono numero 801 della lunghissima lista di ragazze che rimango incantate davanti al suo sguardo magnetico. Che poi non è solo lo sguardo...è l'insieme "E tu come mai fai la volontaria?" bella domanda...la mia risposta standard è una cosa tipo "Cosi..insomma voglio solo aiutare i bambini meno fortunati..." invece non so perché a lui dico la verità "Sono stata ricoverata 3 mesi qui quando avevo 10 anni...io e i miei genitori siamo rimasti coinvolti in un incidente stradale il 21 dicembre..quel Natale l'ho passato qui..."
"Mi spiace" lui torna vicino a me e si accovaccia di nuovo porgendomi il secondo bicchiere d'acqua "I miei sono morti mentre io sono stata sottoposta ad un delicato intervento al cuore..ma sono qui...e quindi ora faccio la volontaria...oltre a studiare per diventare pediatra" a tutti coloro i quali racconto la mia triste storia viene un espressione a metà fra la tristezza, il compatimento e una specie di 'meno male che non è capitato a me'. Sono stufa di essere quella che scatena pietà e i 'cavolo, mi dispiace'. Lui invece mi guarda soltanto...i suoi grandi occhi verdi cercano i miei, a metà fra l'azzurro ed il grigio e rimangono fissi lì...cavolo che occhi che ha "Credo che sia superfluo dire che mi dispiace...non deve essere facile per te tornare qui soprattutto a Natale..che poi domani è il 21 dicembre..."
"Già..domani saranno esattamente 12 anni da quel giorno..." abbasso gli occhi sfuggendo al suo contatto...ho paura che lui legga fin troppo di me...nessuno entra con facilità nel mio mondo, un pochino perché io chiudo a chiave la porta, un pochino perché pochi hanno la costanza di abbattere quel muro...i suoi occhi però sono tipo capaci di crepare già le fondamenta di quei muri e mai nessuno ci è riuscito. Il nostro momento viene interrotto da una voce squillante e fastidiosa come due unghie sulla lavagna. Poco dopo una delle altre volontarie, Karola con K ovviamente, irrompe nella saletta "Eccoti qui...mi hanno detto che ti serviva una guida per oggi..io sono disp..."
"Non serve...ho già trovato la mia guida..." lui si alza e fissa Karola con un sorriso, ma è un qualcosa di forzato e sicuramente non coinvolge gli occhi "Ma lei...insomma..." Karola tenta di recuperare terreno ma lui non gliene da modo "Lei va benissimo...ora mettiamo a posto il puntale dell'albero e poi iniziamo" mi porge la mano...io la afferro dopo un attimo di imbarazzo. Le nostre dita si intrecciano automaticamente ed io avvampo "Va bene...comunque io sono in giro" Karola si gira e poi sculetta via arrampicata su degli stivali alti "Mi spieghi perché tu sei in maglione, jeans e scarpe da ginnastica e lei è in minigonna e stivali?"
"Le aiutanti di Babbo Natale sono varie...ci sono le...insomma quelle come Karola e poi ci sono io.." finisco la frase come se quel 'io' fosse una cosa negativa, invece lui mi sorride "E per fortuna le aiutanti non sono tutte uguali...ora mi dici il tuo nome? Altrimenti non so come chiamarti..." arrossisco perché mi accorgo solo in quel momento di non avergli detto come mi chiamo "Chiara..." gracchio il mio nome come se avessi della carta vetrata in gola "Stephan...piacere" rido perché il suo nome lo sapevo già ma mi piace il fatto che lui sia così...genuino...vero...non so neanche come spiegare quella sensazione che mi prende quando lo guardo...mi piace tantissimo come ragazzo, è oggettivamente bellissimo, con quel maglione rosso scuro a girocollo e quella collana che gli dona un'aria a metà fra il bravo ragazzo e quello da cui sarebbe meglio darsela a gambe per preservare la propria sanità mentale. Mi piace soprattutto quello che vedo oltre il suo sguardo però...è un ragazzo che non si adagia sul suo essere un calciatore bellissimo pieno di soldi e di fan...stare al 20 dicembre in un ospedale non è da tutti "Raddrizziamo quel puntale?"
"Certo..." sfila la sua mano dalla mia e poi sale sulla scala facilmente...la visione del suo fondoschiena fasciato dai jeans rischia di farmi collassare di nuovo ma alla fine mi riscuoto abbastanza da indicargli l'esatta angolazione del puntale "Perfetto" quando scende lo fissiamo per un minuto almeno "Grazie perché se fosse stato per me sarebbe rimasto storto"
"Aspetta che ti raddrizzo anche il capello rosso" dentro di me urlo un "merda" perché fra tutto quello che è successo non ricordavo assolutamente di avere in testa quel ridicolo cappello rosso con annesso pon pon bianco e lucine intermittenti "Sei carinissima con questo aggeggio in testa" divento bordeaux ma scoppio a ridere quando lui mi fa il solletico al naso con il malefico robo bianco "Smettila che te ne faccio indossare uno anche a te eh"
"Io ed i cappelli non andiamo d'accordo..." smetto di ridere quando lui mi raddrizza il cappello e poi passa velocemente le dita fra i miei lunghi capelli biondo scuro "Andiamo?" annuisco e poi gli faccio strada lungo il corridoio. Naturalmente diventa la star del reparto, un pochino perché il suo fare alla mano conquista tutti, un pochino perché lui ha acquistato per ogni piccolo paziente un regalo..ognuno riceve un pacchetto...Stephan diventa la persona più richiesta per foto e autografi, anche da parte dei genitori e degli altri volontari. Io gli sto affianco...gli racconto brevemente la storia di ogni bimbo, e più di una volta mi commuovo alla vista di lui con in braccio quei bambini. L'apice arriva con una bimba di circa 6 anni, confinata sulla sedia a rotelle dopo un incidente...Marta mi ricorda un pochino me, e quando lui acconsente a leggerle un libro, chiedendo a tutti tranne me e la madre di lasciarli soli il cuore mi si blocca momentaneamente...lui legge con cadenza dolce e mi fa morire dal ridere quando decide di dare anche un'intonazione diversa ai vari personaggi "Chiara farà le femmine..." mi porge la mano ed io acconsento. Dato che Marta vuole tenere il libro in mano io per forza di cose devo mettermi in braccio a lui per poter leggere...ne viene fuori una lettura sconnessa da parte mia perché siamo praticamente appiccicati. Lui ad un certo punto si mette pure a giocherellare con una mia ciocca di capelli ed io rischio l'infarto immediato. Arriviamo alla fine del libro, ma quando Marta serafica dice "Mi prendi in braccio un pochino?" e lui annuisce non reggo oltre ed esco in fretta dalla stanza. Mi rifugio in corridoio e mi appoggio alla struttura di una finestra...metto la fronte contro al vetro e penso a quanti giorni ho passato lì, senza avere il cuore stretto in una morsa. Quando entro lì dentro lascio fuori la Chiara sentimentale, quella che piange e si autocommisera...quel giorno invece sembro scombussolata, e tutto per due occhi verdi ed un sorriso capace di illuminare mezza Roma da solo "Hey...che succede?" mi asciugo velocemente le guance e poi mi giro verso di lui "Scusa...è che...sarà la visione di te con i bambini...non lo so" ho visto pochi ragazzi avere questa assoluta capacità di calarsi in una realtà del genere. I volontari sono al 70% donne ed i ragazzi sono lontani anni luce da lui...Stephan è una categoria a parte...qualcosa che non rientra in nessuna casella prestabilita. E ho paura che sia anche colui che scombinerà la mia vita in maniera clamorosa "A che ora stacchi stasera?"
"Alle sette e mezza..."
"Ascolta la mia proposta...fai la mia assistente fino a quell'ora e poi ti porto fuori a cena...ci stai?" fuori a cena vuol dire fare tardi e vuol dire che se tiriamo oltre la mezzanotte lui sarà accanto a me quando entreremo nel 21 dicembre...scuoto la testa ma lui non demorde "Per favore...metto anche il cappello" mi prende il cappello dalla testa e se lo infila. Scoppio a ridere perché è troppo buffo con quel coso in testa "Ti faccio scegliere anche il posto in cui cenare..."
"Guarda che scelgo il posto più caro di Roma eh"
"Fa niente...allora...?" mi allunga la mano ed io la stringo "Ok...che cena sia" lui sorride ed io collasso per la duecentesima volta "Tieni il cappello che sei carino" quando Stephan fa l'occhiolino e poi mi mette un braccio attorno alle spalle il mio cuore fa cinque capriole all'indietro prima di partire a velocità folle "Andiamo a finire il giro...e poi torniamo dai bimbi che prima dormivano" annuisco e poi arrischio mettendo il mio braccio attorno alla sua vita...se devo morire di infarto quel giorno voglio vivermelo fino in fondo almeno....
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VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIO
FanfictionLA PAURA DI AMARE...LA PAURA DI STAR MALE....FORSE BASTA UN ABBRACCIO NEL QUALE SCOMPARIRE