"Ti ha finalmente convinta a seguire una partita dalla tribuna" sbuffo annuendo in direzione di Veronica che si mette a ridere "Già che vada in curva quando la Roma è in trasferta lo manda in crisi..figurati stasera con il tutto esaurito e il possibile delirio finale se la Roma ribaltasse il risultato..gli ho detto che sarei venuta in tribuna accanto a te..." so che quella sera la squadra tenta l'impresa, per nulla facile ovviamente è Stephan si deve solo preoccupare di stare concentrato, anche se parte per l'ennesima volta dalla panchina. In quell'ultima settimana lui ha alternato panchina e campo con facilità impressionante...a Barcellona è partito dalla panchina, entrando nel secondo tempo, in campionato contro la Fiorentina è partito titolare e ha giocato per tutti i 90 minuti ma la squadra non ha girato per nulla perdendo per 0-2, quella sera sia io che lui ovviamente speravamo in una partenza dal campo, conseguenza anche dell'ancora indisponibilità di Perotti. Invece Stephan è ancora in panchina, con un cambio modulo deciso negli ultimi giorni da Di Francesco. Il mio umore è tipo sottoterra anche perché come mio solito non mangio nulla da ore, la mia concentrazione è a minimi storici mentre la mia soglia di irritabilità è bassissima, per non dire inesistente...scatto per nulla e Veronica lo ha capito subito, nonostante continui a dirmi di mandare giù qualcosa "Mangia Chiara...rischi di svenirmi in braccio...chi lo dice a Stephan poi?"
"Non ce la faccio a mangiare Vero...mangio dopo...promesso. Vado un attimo in bagno, torno subito" scuoto la testa alla sua domanda se debba accompagnarmi e vado verso i bagni. Riesco a malapena a reggermi in piedi...a differenza di quanto ho detto a tutti, compreso Stephan che non vedo dal giorno prima causa suo ritiro a Trigoria, è da 24 ore che non mangio. Niente colazione, pranzo e ovviamente cena...so di star facendo una cazzata colossale ma non riesco seriamente a mettere nulla nello stomaco. Ho un'ansia paurosa e ovviamente non ho neanche detto a Ste che da quando lui è uscito da casa la mattina prima ho avuto avvisaglie di almeno 5 attacchi di panico, tenuti a bada a fatica grazie ad alcune tecniche che ho imparato nel tempo. Non sono proprio nelle condizioni di seguire una partita di calcio oltretutto in uno stadio stracolmo. Fatico a reggere il casino assurdo e so che la situazione peggiorerà con l'andare avanti dei minuti. Quando esco dal bagno quasi vado a sbattere contro Maui che mi guarda preoccupato "Chiara...stai bene?" annuisco ma lui non si beve la mia scusa. Dopo la sua partenza con Aurel da Roma prima di Pasqua lui è rimasto in Liguria fino a quella mattina quando è tornato nella capitale per seguire la partita contro il Barcellona "Non stai affatto bene...hai mangiato?" sbuffo perché non capisco assolutamente perché tutti abbiano questa assurda fissa del mangiare "Secondo te? Ovviamente no, dato che non riesco a mangiare quando giocano contro il Crotone, figurati se ci riesco quando si giocano un'intera stagione contro una delle squadre più forti al mondo"
"Non aiuti molto Stephan così però" vorrei dirgli che lo so ovviamente ma che non ce la faccio a livello fisico a ingoiare nulla, neanche un pezzo di pane invece come mio solito quando sono messa alle strette su una cosa come il cibo scatto come una vipera e lo mando a quel paese prima di allontanarmi con lui che tenta di rincorrermi prima di capire che è molto meglio lasciarmi stare. Anche Veronica capisce che è meglio starmi alla larga..io infatti mi siedo da sola su una delle poltrone, mentre gli altri parlano a raffica, si scattano foto e iniziano dirette su Instagram. Io vorrei solo vomitare, anche se non so cosa dato che il mio stomaco è completamente vuoto. Quando Stephan mi guarda dal campo mentre si allena con gli altri panchinari cerco di sorridergli ma lui sa che qualcosa non va. Lo sa perché mi conosce e perché ormai non posso nascondergli nulla. Mi chiede con un gesto se ce la faccio, ed io annuisco...mi mima con le labbra un 'respira' ed io sorrido...respiro ma la testa mi gira e sento che anche deglutire o incamerare aria nei polmoni è difficilissimo. Ad un certo punto vedo nero e penso di stare per svenire...non so come riesca a rimanere cosciente..so solo che riesco a riemergere e punto lo sguardo al campo. La Roma la settimana precedente ha perso a Barcellona per 4-1, so solo che deve vincere almeno 3-0..per il resto per me potrebbe pure segnare il portiere. Basta che Stephan sia contento, anche perché è tipo una settimana, appunto dalla trasferta di Barcellona che il suo umore è sempre abbastanza basso. Nonostante lui cerchi di farmi stare tranquilla, nonostante lui a casa si comporti o almeno cerchi di comportarsi nello stesso modo di sempre è come se una cappa di tristezza e nervosismo fosse scesa su di lui dopo Pasqua. Ed io vado di conseguenza...da fuori può sembrare che fra noi vada tutto bene, e in definitiva va tutto bene, zero litigi e zero discussioni ma cerchiamo di darci fastidio il meno possibile. O almeno io cerco di dargli meno fastidio possibile, con lui che accetta questo mio comportamento...siamo molto lontani dall'essere quelli di Sharm, come non siamo neanche quelli di Pasqua....siamo una coppia che sta veramente bene solo quando chiude dietro di sé la porta della camera da letto..solo lì, sotto le coperte, riusciamo ad essere solo Chiara e Stephan, senza preoccupazioni e musi lunghi. Per il resto so che lui risente un sacco delle critiche che gli vengono mosse ed io cerco solo di stargli vicino ma senza soffocarlo. So che quella partita è fondamentale per la squadra e per lui e nonostante non sia al top della forma non ho voluto mancare all'appuntamento all'Olimpico..ho promesso a Stephan di esserci sempre ed intendo onorare quella promessa anche se in alcuni momenti è tremendamente difficile. È difficile seguirlo nei suoi mille sbalzi d'umore, nel suo voler sempre essere sorridente anche se so che il nervosismo lo consuma da dentro...è difficile stare dietro al mio ancor peggiore umore altalenante..un secondo prima sono contenta e vorrei uscire la sera per distrarmi un pochino ma il secondo dopo mi viene da piangere e vorrei solo rintanarmi in casa da sola...è difficile stare dietro ai mille impegni di Stephan, agli orari a volte assolutamente folli dei suoi allenamenti, con lui che torna a casa tardi e stanco dopo essere stato a Trigoria o lui che deve uscire presto. Non sopporto le ragazze che stanno sotto casa nostra aspettando che lui arrivi...quelle che nonostante lui magari non sia di umore idilliaco lo fermano comunque e quasi pretendono che lui sorrida durante la classica foto di rito...non sopporto il continuo trillo del suo cellulare, non sopporto quasi nulla ultimamente. Sono stanca, soprattutto fisicamente...la trasferta a Barcellona mi ha lasciato un sapore agrodolce in fondo alla gola. Ho adorato ogni singolo momento di quei due giorni ma sono tornata piena di dubbi riguardo a quello che la Roma ed in particolar modo Stephan dovranno fare nella partita di ritorno per poter accedere alla semifinale. La sconfitta con la Fiorentina poi ha destabilizzato molto l'ambiente e nonostante io abbia apprezzato la partita di Stephan, pare che praticamente sia stata l'unica. I 5 in pagella lo hanno buttato giù e anche l'esclusione dalla squadra titolare quella sera lo ha reso pieno di dubbi...sembra che però sia l'unica ad essermene accorta però perché tutti dicono che è sempre lo stesso...forse si fermano solo ad ammirare il sorriso...di quello che si cela dietro importa veramente a pochissime persone. Oppure sarò io che fra gli ormoni della gravidanza e tutto il resto vedo nero anche dove non c'è "Tesoro...vieni vicino a noi?" mi riscuoto sentendo la domanda di Veronica ma scuoto la testa "Preferisco stare qua..." lei mi abbraccia e mi lascia un bacio sui capelli prima di ritornare al suo posto. L'atmosfera dell'Olimpico è pazzesca, ma invece che riuscire a godermi appieno il fantastico contorno di pubblico, i cori e i colori, come faccio di solito, penso solo al fatto che potrebbe andare male ed io avrei il compito particolarmente difficile di cercare di risollevare l'umore di Stephan. Cerco comunque di entrare in clima partita ma al gol di Edin dopo appena 6 minuti accenno solo un timido applauso...è come se una morsa d'acciaio mi impedisse di respirare. Sento che le orecchie mi fischiano e le mani mi tremano in maniera incontrollata...nell'intervallo rimango inchiodata al mio posto, con le persone che mi sfilano accanto e mi fissano come se fossi una perfetta deficiente. Veronica non mi si avvicina perché capisce, per fortuna, che sono completamente rintanata nel mio mondo e nulla potrà tirarmi fuori da lì, almeno fino a quando non arriverà la fine di quella partita. Alla Roma servono ancora due gol per qualificarsi e mano a mano che i minuti passano le probabilità si affievoliscono sempre di più. Quando De Rossi butta in porta il rigore del 2-0 inizio realmente a crederci...fino a quel momento, nonostante la speranza fosse sempre accesa e nonostante nei giorni precedenti avessi detto a Stephan che credevo fermamente alla rimonta della squadra, in fondo le reali possibilità erano molto ma molto basse. Adesso invece ci credo anche se Stephan si scalda senza accenno da parte di Di Francesco di volerlo buttare dentro.. infatti quando il Mister effettua il primo cambio non è il suo turno. Il Barcellona non è mai realmente pericoloso ma ogni volta che attacca tutto lo stadio sembra percorso da un brivido...io fatico a stare seduta, infatti al settantacinquesimo minuto mi alzo e mi metto in un angolo dove posso stare in piedi anche se in verità non è che mi regga in piedi alla grande. Tre minuti dopo finalmente lui si leva la pettorina arancione e riceve dall'allenatore le ultime indicazioni...mancano dieci minuti più recupero e non so quanto io possa ancora reggere la tensione. Ora che lui è in campo poi ho anche la costante paura che gli succeda qualcosa...due minuti dopo il suo ingresso Stephan ha sul suo piede la palla della qualificazione ma il portiere del Barcellona gli nega quel gol che gli sarebbe servito come l'acqua nel deserto...io sto già quasi urlando, ma l'esultanza mi si incastra in gola e le prime lacrime iniziano a scendermi lungo le guance. So che se non andasse bene tornerei a casa in lacrime...tengo troppo al fatto che lui sia felice e so che in quella serata solo una cosa lo renderebbe felice. Passare il turno, anche se a segnare non dovesse essere lui alla fine. Ormai sono quasi rassegnata alla più brutta delle eventualità, quella che porterebbe la squadra ad affrontare una preparazione in vista del derby che più brutta non si può. All'ottantatreesimo minuto però Manolas devia un calcio d'angolo e la palla si deposita in rete...io non riesco neanche ad esultare...sono come bloccata...non riesco a credere che quella frase ripetuta fino alla sfinimento nei giorni precedenti 'Non succede..ma se succede..." si stia trasformando in realtà..una realtà fatta di esultanze folli, di abbracci e urla...di altri dieci minuti vissuti con il fiato in gola, fino a quando finalmente il triplice fischio non decreta l'impresa. Sono assurdamente felice ma è come se vivessi tutto da una distanza abissale. Mi estraneo da tutto e tutti e mi metto a piangere, rintanata in un angoletto della tribuna. Veronica mi si avvicina ma capisce che quella serata è troppo strana per me...è tutto troppo grande per me, che a confronto di quello stadio strapieno mi sento piccola ed insignificante. Seguo comunque i festeggiamenti della squadra, cercando Stephan ovviamente...vederlo così felice è stupendo ma mi fa piangere ancora di più. Quando sento un urlo per poi due mani mi si posano sui fianchi quasi quasi svengo ma mi accorgo ben presto che solo Maui potrebbe azzardarsi a fare una roba del genere "Andiamo a festeggiare eh" lo guardo senza capire "Serata karaoke al Kuro...è martedì" ovviamente è martedì e la serata karaoke al Kuro non può mancare..io invece vorrei solo andare sotto le coperte "Andate voi...io non sarei molto di compagnia.."
"Ma sei matta? Stephan vorrà assolutamente festeggiare con te..non esiste che tu non venga Chiara...ti immagini..una qualificazione alla semifinale di Champions League" immagino che Stephan sarà felicissimo, e immagino che al Kuro ci sarà un casino pazzesco. Non ho sinceramente una voglia paurosa di andare in un posto dove fra la musica, le urla e i festeggiamenti il mal di testa che mi martella dentro da quella mattina mi aumenterà fino a rendermi impossibile anche solo articolare un pensiero coerente. Sono al limite per quella giornata e credo che sarei veramente soltanto un peso per Stephan se andassi con lui al locale "Poi vediamo ok? Io vado giù...voi venite?"
"Certo...arriviamo...un altro pò di casino e arriviamo" gli sorrido e poi indietreggio fino ad uscire dalla tribuna ancora gremita di persone che urlano e si fanno foto. Cammino velocemente fino a quando trovo la deviazione che da una parte mi porterebbe al punto dove di solito incontro Stephan dopo le partite e dall'altra alla zona spogliatoi. Proprio in quel momento, come un segno del destino vedo arrivare l'allenatore della Roma che mi fa un cenno da lontano. Io lo saluto e poi gli mimo un 'posso?' lui mi corre incontro e mi fa passare oltre le transenne "Chiara...è successo qualcosa?"
"Volevo sapere se potevo vedere Stephan..."
"Adesso? Andrete a festeggiare fra poco immagino no?" scuoto la testa "In verità non sono molto in forma...potrei parlargli adesso?" lui muove la testa su e giù e mi mette la mano alla base della schiena per farmi andare avanti "Aspetta qua" mi fa fermare vicino ad una porta da cui sento provenire urla e casino...immagino che lì vicino ci sia lo spogliatoio della squadra..immagino il delirio e la felicità...sorrido immaginando Stephan che illumina tutta la stanza con il suo bellissimo sorriso. Poco dopo sento un ticchettio dietro di me e mi volto "Amore mio" lui mi travolge con un abbraccio dei suoi che mi solleva quasi da terra facendo aumentare dentro di me la sensazione di stare in bilico su un precipizio. Sono felice, una felicità che solo stare accanto a lui, vederlo felice e condividere con lui la sua vita mi fa provare...ma sono anche preda di mille pensieri...è stata una settimana stancante al massimo e tutto quello che ho fatto, tutto lo stare in giro, il non mangiare abbastanza e soprattutto in modo regolare, credo stia per farmi pagare il conto "Bravissimo"
"Se fosse entrato quel pallone"
"Va bene uguale" lo fisso, notando solo in quel momento gli occhi illuminati di una luce spettacolare, le guance rosse e quel sorriso che fa luce a tutto il corridoio "Come mai sei scesa qua? Non puoi fare a meno di me ammettilo"
"Ammetto di non potere fare a meno di te...ma sono venuta anche qua per chiederti se poi vai al Kuro con gli altri"
"Certo...andiamo tutti no? Anche se ho allenamento domattina almeno mangiamo qualcosa e poi festeggiamo...ci sono Maui, Mauro..ci sarà anche Daniel.." adoro quel bimbo e adoro soprattutto vedere come lui e Stephan vadano d'accordo "E se io non venissi? Sono stanchissima e sinceramente non sono molto in forma"
"Stai male?" lui mi prende il viso fra le mani e mi fissa negli occhi. Cerco di ricacciare indietro le lacrime ma ci riesco solo in parte "Sto bene..solo che questa settimana è stata particolarmente stancante e quindi..insomma ho veramente bisogno di andare a casa...ma tu vai con gli altri...tranquillo"
"Sicura? Posso venire a casa con te..festeggiamo a modo nostro" il 'modo nostro' sarebbe andare a letto, mangiare qualcosa sotto le lenzuola, magari rivedere fino a notte fonda le immagini della partita di quella sera...il 'modo nostro' sarebbe finire a coccolarci, fare l'amore fino a dimenticarci che esiste tutto un mondo oltre al nostro tranquillo angoletto di paradiso...il 'modo nostro' sarebbe quello che servirebbe a me, ma non so se servirebbe a Stephan, almeno non quella sera. Lui ha molte altre persone che gli vogliono bene, amici che si fanno viaggi di centinaia di chilometri per vederlo giocare anche solo dieci minuti, un fratello ed una cognata che lo adorano, due genitori che stravedono per lui...ha un mondo intero oltre a me, ed io non posso certo averlo sempre per me "Sicura...senti ma Maui e gli altri alla fine dove stanno a dormire?"
"In un albergo...e non è perché ci sei tu eh..solo che faranno orari folli in sti giorni e quindi hanno preferito stare in albergo...ma potranno magari cenare con noi domani sera..se ti va"
"Certo...penso a cosa preparare..ora vai a festeggiare" lui annuisce ma vedo che non è ancora convinto di lasciarmi andare a casa da sola "Stai tranquillo..veramente..meriti di andare a festeggiare con i tuoi amici...sei stato bravissimo...ora fila..." lui sorride e poi mi bacia dandomi il suo respiro dopo più di 36 ore...solo in quel momento mi accorgo di quanto ogni minimo distacco fra di noi mi pesi sempre di più..cerco di sorridergli mentre lui mi fissa intensamente negli occhi "Stai bene vero?"
"Sto bene...ti amo" lo spingo quasi via perché ho bisogno di piangere, anche se non so assolutamente perché, e non voglio farlo davanti a lui. Quando lui scompare dietro l'angolo dopo avermi urlato un "Ti amo anche io" do libero sfogo alle lacrime. Curioso come il primo momento veramente da incorniciare della sua carriera da quando stiamo assieme arrivi quando io invece accuso più il colpo di quanto successo da dicembre ad adesso...sono stanca, fisicamente e mentalmente...sono sfinita, e voglio solo rinchiudermi in stanza al buio..mentre attorno a me esplodono i festeggiamenti io schizzo via dall'Olimpico. Trovo naturalmente un casino allucinante ma grazie al fidato navigatore trovo delle strade alternative e arrivo a casa anche abbastanza in fretta. Stephan mi scrive venti volte se sto bene ed io gli rispondo per venti volte che va tutto benissimo, di divertirsi e di godersi quella serata...se la merita, come si merita tutto il mondo favoloso che lui si è faticosamente costruito...merita di avere una famiglia e degli amici che lo supportino sempre e comunque...merita di ridere, merita di vivere, a volte anche lontano da me...
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VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIO
FanfictionLA PAURA DI AMARE...LA PAURA DI STAR MALE....FORSE BASTA UN ABBRACCIO NEL QUALE SCOMPARIRE