48. MI FAI STARE BENE

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"Cosa ci fai qua?" alzo le spalle con le mani in tasca e mi appoggio con il fondoschiena alla macchina di Stephan, la sua amata Audi, che porterò a casa fra poco "Tu mi vuoi dire che sei venuta da casa nostra fino qui a Trigoria con i mezzi alle otto di sera?"
"Si, dato che poi devo portare a casa la tua Audi...se fossi venuta qui in macchina come avrei fatto poi?"
"Sei venuta fino a qua per portare a casa la macchina? Poteva farlo Manuel domani...o uno dei ragazzi in qualsiasi momento...perché sei qua Chiara?" bella domanda...perché sono lì? Semplicemente volevo solo vedere Stephan, vedere soprattutto come stesse "Volevi vedere come fosse il mio umore?"
"Diciamo così..." quella mattina, quando è uscito da casa mi è sembrato tranquillo ma ho imparato a conoscerlo e quindi so che può mascherare bene quasi quanto me le sue emozioni e quello che ha dentro "Sto bene piccola...ora vai a casa che sta diventando buio.."
"Possiamo parlare un pochino? O non ti va? Mi hanno dato il permesso di farti compagnia per una mezz'oretta poi scatta il coprifuoco rigidissimo e quindi mi devo dileguare...mi fai fare un giro per Trigoria? Me l'hai promesso 1000 volte ma non ne abbiamo mai avuto l'occasione quindi..insomma se ti va ovviamente..." lui indossa una delle divise sportive della squadra, e vederlo in quell'ambiente, dove lui passa praticamente una buona metà delle sue giornate, mi fa strano. Vorrei solo cercare di conoscere in parte anche lo Stephan che si allena lì ogni giorno, perché ho l'impressione che lui spesso mi tenga fuori da quell'aspetto della sua vita. Io invece vorrei sapere chi è Stephan a 360 gradi "Va bene...andiamo" mi allunga la mano ed io la stringo "Ti va veramente?"
"Certo che mi va" sorrido e poi sto attentissima alla sua spiegazione durante il nostro giro turistico come lo chiamo io...sono già stata al centro sportivo altre volte, soprattutto quando Stephan ha attraversato il suo momento più buio, momento che spero sia definitivamente passato. Ho visto giusto lo spogliatoio e il campo principale però, oltre alla sala dove loro mangiano...durante il tour invece scopro tanti altri spazi, come la piscina e anche le stanzetta dove loro dormono durante i ritiri, come succederà quella notte. Quando lui mi ha detto che quella sera sarebbe rimasto lì, in previsione dell'importantissima partita della sera successiva, da una parte sono stata contenta perché so quanto è fondamentale per loro fare gruppo e riuscire a trovare la concentrazione giusta in vista di quello che potrebbe essere uno dei match chiave della stagione. Dall'altra però so che mi mancherà averlo a casa e forse, anzi sicuramente,  sono lì anche per tranquillizzare me stessa. Nonostante lui sembri calmo so che non lo è affatto...so che dietro i suoi occhi apparentemente tranquilli c'è sempre la paura di essere inutile e di non riuscire a dar nessuno tipo di contributo alla squadra "Quindi questa è la stanza che dividi con Lorenzo?" lui annuisce e mi fa cenno di entrare...sono titubante perché mi sembra di sconfinare in un luogo sacro, o quasi...già il fatto che mi sia stato dato il permesso di stare lì in un momento dove di esterno alla squadra ci sono solo io mi mette in una posizione che non so se mi piace o meno. Non voglio dare l'impressione che Stephan abbia bisogno della balia, ha 25 anni e ha già affrontato dei momenti difficili nella sua carriera...stare lì forse non è proprio la cosa giusta da fare "Forse è meglio che vada dai...dovrete fare le vostre cose ed io non c'entro nulla...anzi scusa se sono piombata qua dandoti l'impressione cbe tipo io ti voglia controllare...non  è affatto così te l'assicuro, solo che volevo solo vedere come stavi...e fare questo giro proprio stasera non è la cosa giusta...facciamo che ci vediamo domani sera ok?" faccio un passo indietro ma lui mi blocca prendendomi per un polso "Stai entrando in panico? Perché quando inizi a parlare a raffica mi sembra che tu stia entrando in panico"
"Forse un pochino...ma adesso passa" proprio in quel momento Lorenzo fa per entrare nella stanza ma quando si accorge che Stephan mi sta praticamente trascinando dentro devia e torna verso la sala comune "Vado di là...avviso che volete rimanere un attimo da soli" divento rossa perché so già quali potrebbero essere i commenti dei loro compagni a quella notizia. Quando Stephan chiude la porta dietro di noi e poi mi fa sedere sul letto che lui usa di solito mi viene da piangere e non so neanche perché "Non penso affatto che tu voglia controllarmi...e mi fa piacere, non sai neanche quanto, che tu sia qui..."
"Davvero? Non volevo assolutamente darti l'impressione sbagliata eh...solo che so che domani per te e per tutta la squadra ovviamente è una partita importantissima e volevo solo farti sapere che io sarò dove sto sempre..."
"Lo so che sarai lì, indipendentemente dal fatto che io sarò in panchina" annuisco mentre lui si inginocchia davanti a me e mi posa le mani sulle ginocchia "Voglio che tu non ti faccia problemi a parlarmi di ogni cosa, anche di tutto quello che riguarda il calcio...non ne capisco nulla ma non voglio che tu mi tagli fuori da quell'aspetto della tua vita"
"Ti annoierei Chiara..." gli prendo le mani "No, e ti dico anche perché...quando venerdì sera siamo stati sul campo, dopo la partita e ti ho visto fare quelle cose con la palla e poi ti ho visto tirare in porta, avevi un espressione bellissima ed io vorrei che tu ce l'avessi sempre...non ho una passione simile alla tua per il calcio, e non credo che sia solo una passione ma tipo una vocazione..e a volte mi sembra che tu non voglia annoiarmi parlandomi degli allenamenti o di robe simili ma ti giuro che non mi annoieresti affatto...mi piace sentirti parlare di tutte queste cose..e mi fa enormemente piacere che tu mi abbia fatto fare questo giro turistico...almeno so dove passi molte ore delle tue giornate...mi prometti che se vorrai parlarmi di quanti scatti fate al giorno lo farai senza problemi?"
"Ma io ti parlo di cosa faccio qui...non credo che ti serva sapere quanti scatti faccio...ti romperesti e basta, te l'assicuro" scuoto la testa e gli faccio cenno di sedersi accanto a me "È proprio per questo che sono venuta qui...tu pensi di rompermi raccontandomi queste cose ma non è assolutamente vero invece...tu mi racconti di quanto ti faccia incazzare questo momento e ti giuro che io ti starei ad ascoltare ore ma vorrei anche sapere quello che provi quando sei qua, quello che fate quando siete qui...Trigoria sembra un territorio in cui non vuoi portarmi. E scusa se mi sono tipo auto invitata a fare sto giro ma volevo solo sapere dove stai quando non sei con me..è da stupide vero? Sono soffocante...non sopporti che non ti lasci i tuoi spazi...dimmelo se mi vuoi mandare a fanculo..." Stephan scoppia a ridere e mi prende le mani fra le sue "Non sono abituato a parlare di quello che faccio qua semplicemente perché penso che non interessi a nessuno quanti scatti faccio in allenamento"
"Ma se io ti ripeto le lezioni dell'università? Penso che non te ne freghi molto di biologia o psicologia ma mi hai detto che non ti scoccia sentirmi mentre ripeto le cose e così dovrebbe essere per te...non mi annoi a parlare del calcio..obiettivamente non ci capisco un cazzo ma non è colpa tua...se me ne parli magari inizio a capirci qualcosa...lo so che per te aprirti e dirmi quello che provi è già tantissimo...quindi se non ti va di parlare degli allenamenti va bene ma sappi che a me non da assolutamente fastidio anzi...mi piace sentirti parlare, anche per un'ora..anche se mi elenchi cose di cui non capisco nulla, almeno inizierò a capire cosa cavolo è il fuorigioco" lui mi guarda come se fossi scema "Scherzo...l'ho capito...però veramente Stephan...io voglio sapere ogni cosa" lui sorride "Sei unica Chiara lo sai questo?"
"Meno male...immagina un'altra scassacazzo come me...ma anche no" lui mi spinge ed io mi sbilancio cascando all'indietro sul letto "Scemo" solo in quel momento girando il viso vedo cosa lui abbia attaccato sul muro accanto al suo lettino singolo. La stanza è piccolina, adatta per due ragazzi che passano lì giusto il tempo necessario per dormire nelle rare occasioni dei ritiri oppure ingannare il tempo nei giorni in cui fanno doppia seduta. Sorrido vedendo quanto la sua parte di stanza sia incasinata, mentre quella dedicata a Lorenzo sia più ordinata di camera nostra. Lui ha ordinatamente impilato le cose sul letto mentre il letto di Stephan è ingombro di cose...il computer portatile, mille cavi fra caricabatterie e cuffiette "Metto a posto che se Lorenzo vede sto bordello mi uccide...è più pignolo di te" Stephan si alza ed io mi siedo a gambe incrociate sul materasso...nonostante il casino che a casa cerca di limitare e che invece lì regna sovrano, quella stanzetta parla di lui. Accanto al letto, sul muro ci sono attaccate un sacco di foto...i suoi genitori, sua fratello e Giulia, i suoi amici, qualche foto con i suoi compagni...foto di lui in campo, anche qualche immagine di lui con la maglia del Milan durante qualche sua esultanza, riconosco quella dopo il suo primo gol all"Udinese e quella in un derby..quella vicino non la so collocare invece, in fondo ho imparato veramente da poco a conoscere lo Stephan calciatore "Amore...ma questa?" è una foto dove lui è inginocchiato in campo con i compagni del Milan attorno, e sembra avere gli occhi lucidi "Gol contro il Genoa..dopo un lunghissimo infortunio" ecco quello di cui io parlo...vorrei sapere cosa ha dentro in quei momenti in cui anche in campo viene fuori quello che è realmente Stephan, senza filtri o maschere "Me ne parli? Di quando eri infortunato? Abbiamo ancora qualche minuto" lui annuisce e poi si viene a sedere accanto a me...ovviamente ho notato che accanto alle foto dei momenti più importanti della sua carriera ci sono anche foto mie, c'è anche una stampata della prima ecografia che abbiamo fatto "In realtà non so da dove cominciare..sembrava andare tutto bene e poi è precipitato tutto...mi sono fatto male, ho deciso con i medici della società di non operarmi ma di fare una terapia conservativa...ma non è andata bene alla fine...sono tornato e mi sono fatto male di nuovo.."
"Poi ti sei operato" lui fa cenno di si "Periodo di Natale...poi tutore, e  menate varie...prima di tornare a pieno regime ci ho messo mesi e alla fine mi sono ripreso...la foto che vedi è di un mio gol al rientro da uno dei mille problemi che ho avuto in quell'anno..."
"Poi...?" so che non ama parlare di quel periodo ma credo che quello che sta passando adesso, tutte le insicurezze e tutto il suo sentirsi sempre e comunque in discussione, derivi da come lui ha vissuto quei momenti e la sua successiva cessione "Poi sono andato in vacanza e un giorno dopo essere rientrato a Milanello sono stato ceduto in prestito al Monaco...non sono neanche riuscito a disfare i bagagli"
"Pensi che possa ricapitare di nuovo? È per questo che ultimamente hai l'umore che definire altalenante sarebbe un eufemismo?"
"In parte si...la vita del calciatore è instabile, a meno che tu non sia una di quelle bandiere intramontabili...la mia possibilità di essere la bandiera futura di una squadra l'ho persa quando sono andato via dal Milan. Sai che qui mi trovo bene ma...Milano era Milano..." so bene che una parte del suo cuore è rimasta in Lombardia, come so che caratterialmente è una persona che ha bisogno di continue conferme, sia nei rapporti personali che nel suo lavoro "Ti seguirei lo sai..." lui sorride mentre gioca con un filo del copriletto "E molleresti ogni cosa?"
"Cosa ho che mi lega qui? La pediatra potrei farla ovunque e comunque quando nascerà il bambino dovrò prendermene cura e quello posso farlo in qualsiasi posto...non ho famiglia, amici ne ho pochi, e nessuno di loro mi rinfaccerebbe la decisione di seguirti...ho te e poco altro...quindi si, mollerei ogni cosa...inventerei una nuova Chiara, accanto a te...imparerei una nuova lingua...mi abituerei ad altri ritmi..ma ora non stiamo parlando di me...mi parli di questa foto? Basta pensieri tristi" gli indico la foto in cui riconosco la sua esultanza per il suo primo gol con la Roma, contro il Frosinone "Lì è iniziata la mia rinascita...o almeno un tentativo di rinascita...ci sto ancora provando a rinascere in realtà" mi fa una tenerezza assurda quando fa così "Magari la partita di domani può essere un altro tassello della tua rinascita...si, non partirai titolare ma se la Roma passa avrai più possibilità di giocare...insomma è anche merito tuo se la squadra è arrivata qui..." lui alza le spalle poco convinto "Sai giocare Stephan...sei bravissimo..." lui maschera un sorriso e diventa rosso "E non imbarazzarti sempre quando ti faccio i complimenti..." mi giro verso la parete e passo le dita sulle foto che tappezzano il muro. È bello essere lì, accanto alla sua famiglia e ai momenti che fissano su pellicola i momenti più importanti della sua carriera "Sei la prima che entra qui oltre a chi gira qui di solito...ed è un gran privilegio" so che essere a Trigoria alla vigilia di una partita importante come quella di Champions League è una cosa fuori dal comune ma sono contenta di aver tentato quella pazzia e di aver ottenuto il permesso di passare del tempo con lui...ora però lui deve concentrarsi a dovere e quindi è meglio che lo lasci da solo. Faccio per alzarmi ma lui mi blocca "Dove te ne vai?"
"A casa...tu devi fare tutto quello che fate qua quando siete in ritiro...che fate a proposito?"
"Giochiamo alla play o a biliardo....facciamo tornei a biliardino...spariamo cazzate.." loro sono molto uniti e me ne sono resa già conto in altre situazioni. Sono contenta che Stephan abbia accanto ragazzi che gli vogliono bene e a cui lui vuole bene "E allora ti lascio andare a sparare cazzate" faccio per alzarmi per la seconda volta ma lui per la seconda volta mi ferma "Stai ancora un pochino qua" mi spinge delicatamente all'indietro e mi fa sdraiare sul letto mettendosi accanto a me. Mi sposta i capelli togliendomeli da davanti agli occhi e poi si abbassa per lasciarmi un bacio sulle labbra "Mi piace averti qua"
"E a me piace stare qui...ma non posso rimanere lo sai...anche se mi piacerebbe..." si, mi piacerebbe un sacco rimanere lì a dormire accanto a lui...anche senza fare nulla di particolare, anche stando solo fra le sue braccia...alzo una mano e gli accarezzo una guancia "Vorrei solo che tu fossi felice Stephan...che tu ridessi sempre...a volte mi manca un sacco sentirti ridere"
"Ma io sono felice accanto a te"
"Vorrei che lo fossi a prescindere da me Stephan...vorrei che ridessi di gusto ogni attimo delle tue giornate...darei la mia vita per saperti felice sempre"
"Tu mi rendi felice Chiara..cavolo non riesco neanche a dirti quanto tu mi riesca a rendere felice..." sorrido alle sue parole e poi lo faccio sdraiare con la testa accanto alla mia. Rimaniamo immobili per almeno dieci minuti, con io che gli passo le mani fra i capelli e lui che fa lo stesso gesto con me...quando Lorenzo lo chiama e gli dice di andare con lui un attimo Stephan mi dice di rimanere lì che poi ci saluteremo. Chiude la porta dietro di sé ed io scalcio via le scarpe e mi metto più comoda sul lettino singolo. Stare lì è stranissimo, mai avrei pensato di poter entrare nella sua stanzetta a Trigoria...quello è il suo regno, e darmi la possibilità di stare lì è la dimostrazione che fra noi non ci sono più barriere...sospiro felice e poi aspetto che lui torni...

VOLEVO SOLO SCOMPARIRE IN UN TUO ABBRACCIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora